Il 20° Concorso Enologico Internazionale del Vinitaly ha conferito la medaglia d’oro al Rosso Puglia IGT 2011 Giordano, che sarà consegnata in occasione della prossima kermesse a Verona dal 7 al 10 aprile 2013. Un riconoscimento importante, nella più ambita categoria, quella dei “vini rossi tranquilli a denominazione di origine e indicazione geografica – prodotti nelle ultime due vendemmie (2011 – 2010)”, ovvero una delle tipologie di vino in assoluto più consumate dagli Italiani e più presenti nell’offerta di numerose cantine. La medaglia è stata assegnata a seguito di una degustazione cieca che ha coinvolto centinaia tra i migliori sommelier al mondo, che hanno premiato l’etichetta Giordano tra migliaia di altre candidate. La sorpresa più grande, dopo la degustazione, è stata scoprire che si tratta di un vino biologico, prodotto dunque solo con uve biologiche certificate e senza l’ausilio delle moderne tecnologie: è nota la difficoltà di produrre un buon vino da uve bio.
NOTE DEGUSTATIVE
Questo vino nasce dalla fusione di due estremi: da una parte il gusto maschio e irruente dell’uva coltivata organicamente. Dall’altra i profumi armonici e soffusi di una vinificazione lenta ed attenta. Il risultato è come quello di un quadro di Monet: ispirato dall’irruenza selvaggia della natura, ma addolcito dalla propria capacità interpretativa. È un vino di grande consistenza e suadente, caratteristiche tipiche della Puglia. Il colore manifesta robuste tonalità violacee, con sfumature leggermente aranciate. Meravigliosa sorgente di profumi: dapprima una floreale dolcezza olfattiva, l’inebriante sensazione di viole nell’aria, a cui segue velocemente una più decisa ricchezza espressiva di frutti maturi, ribes neri, prugna matura e di ciliegia selvatica. Il suo aroma si svela in un turbinio di essenze aromatiche di frutti di bosco, in un capolavoro di polposa natura ove prevale la fenomenale essenza di mora. Tannicità e acidità della struttura si armonizzano e aggiungono una sensazione meravigliosamente morbida ed avvolgente al palato. Fantastica ne risulta la persistente memoria in bocca, un costante equilibrio di sensazioni seppur con fuggevoli e sorprendenti tratti di uva surmatura. Viticultura ed enologia nella loro massima espressione, capaci di trasformare un frutto d’uva così amorevolmente e biologicamente cresciuto, in un vino appassionante, impossibile da dimenticare.
+info: Manuela Ciacci