Nel 2012 il nostro Paese diventato il primo produttore mondiale di vino con un raccolto stimato in 40,8 milioni di ettolitri nel 2012, sorpassando la Francia, leader storico nella produzione enologica mondiale. E’ la Coldiretti a fare il bilancio di una vendemmia che si è praticamente conclusa per la quasi totalità delle uve in tutta Italia, dove si è registrato un calo del 3 per cento rispetto allo scorso anno ma una buona qualità. Un contenimento produttivo che tuttavia – sottolinea la Coldiretti – ha consentito il sorpasso rispetto ai concorrenti francesi dove il raccolto è crollato di ben il 19 per cento a 40,5 milioni di ettolitri, con punte del 26 per cento per lo champagne, secondo l’organizzazione mondiale della vigna e del vino (OIV). Al terzo posto si colloca la Spagna (-6 per cento) con 31,5 milioni di ettolitri prodotti nel 2012.
Al primato mondiale nella produzione per il vino Made in Italy si affinca il record storico nelle esportazioni che crescono dell’8%e potrebbero raggiungere il massimo di 4,5 miliardi di euro nel 2012, secondo le stime Coldiretti su dati Istat. Da segnalare peraltro che lo spumante tricolore – rileva la Coldiretti – fa registrare un vero e proprio boom (+35 per cento) in casa dello Champagne, la Francia. A livello globale dove – riferisce la Coldiretti – si stimano 248,2 milioni di ettolitri prodotti, il minimo dal 1975 e il 6 per cento in meno rispetto al 2011. Oltre ai primi tre grandi produttori (Italia, Francia e Spagna, tutti in calo), tra gli altri grandi produttori cresce invece il raccolto negli Stati Uniti a 20,6 milioni di ettolitri (+7 per cento), cala in Argentina a 11,8 milioni di ettolitri (-24 per cento), sale in Australia a 11,6 milioni di ettolitri +4 per cento) e in Sud Africa con 10 milioni di ettolitri (+4 per cento). Ad influenzare la produzione sono state in Europa la riduzione della superficie coltivata a vigneto e l’andamento climatico anomalo che ha condizionato la produzione livello globale.La riduzione dei raccolti da una parte e la crescita della domanda dal’altra spingono al rialzo dei prezzi di vendita dei vini sui mercati internazionali, anche per compensare l’aumento dei costi produttivi. Un trend che – precisa la Coldiretti – riguarda anche l’Italia dove peraltro si è già verificato un aumento del 7 per cento dei prezzi medi di vendita del vino comune al consumo nel primo semestre del 2012.
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