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Secondo i dati riportati dall’ultimo Barth Report 2012-13, la produzione mondiale di birra nel 2012 è cresciuta del 1.1% portandosi a 1.951 milioni di hl contro i 1.929 milioni dell’anno precedente, con un corrispondente consumo pro capite medio di 27,5 litri/anno. Ciò consolida la ripresa produttiva che, seppure in termini più timidi, si era manifestata già nel 2010, dopo la frenata produttiva del 2009. Tuttavia i dati globali mascherano grandi differenze a livello regionale, in termini di consumi e di tendenze. I mercati emergenti sono ancora la principale fonte di crescita dei volumi mentre i mercati maturi, di fronte alla debolezza della domanda dei consumatori, fanno fatica a tenere i volumi.

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Il vecchio continente è riuscito a mantenere il primato produttivo e dei consumi fino al 2008, dopodiché ha cominciato a perdere volumi e ora, con 545 milioni di hl, si colloca solo al terzo posto fra i vari continenti, superato sia dal continente americano che dall’emergente continente asiatico. I valori pro-capite si mantengono tuttavia ai livelli più alti del mondo (74 litri/anno). I Paesi dell’Unione Europea contano per 384 milioni di hl, mentre il resto dell’Europa rappresenta 161 milioni di hl. Negli ultimi anni si è avuto un freno produttivo anche nei mercati dell’Est Europa che in precedenza avevano esplicato dei forti tassi di crescita. Germania e Russia sono ai vertici produttivi del continente (rispettivamente con 97 e 95 milioni di hl prodotti), ma entrambi accusano perdite di consumo negli ultimi anni. Segue a molta distanza il mercato britannico (con 42 milioni di ettolitri prodotti) e subito dopo quello spagnolo e polacco. Sia Italia che Francia realizzano valori più bassi in considerazione di consumi pro-capite largamente al disotto della media europea. Secondo i dati di Brewers of Europe Il primato dei consumi pro capite rimane sempre di competenza della Repubblica Ceca (145 litri/anno), seguita da Austria (108), Germania (107) e Polonia (95).

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Nel continente americano la realtà è bifacciale. Mercato maturo, in crisi di crescita, nella parte settentrionale (USA + Canada) che però nel 2012 ha un po’ recuperato portandosi a 249 milioni di hl prodotti (+1,2% rispetto al 2011). L’America Latina, che negli anni passati aveva beneficiato di tassi significativi di crescita, ha realizzato nel 2012 una produzione birraia di 322 milioni di hl, contro 320 dell’anno precedente. Il pro capite continentale è intorno ai 60 litri/anno, con valori molto più elevati nei mercati maturi del nord e più bassi nei mercati emergenti dell’America Latina. Il mercato USA (produzione di 229 m.ni hl nel 2012) è stato storicamente il primo mercato birrario del mondo ma nell’ultimo decennio ha dovuto cedere il primato mondiale al mercato cinese. Nel mercato Usa, tra l’altro, si è sta sempre più affermando il consumo delle birre artigianali che hanno ormai raggiunto oltre il 6% a volume del totale birre prodotte sul mercato federale e addirittura il 10% a valore. Naturalmente la crescita delle birre artigianali tende a cannibalizzare parte del prodotto industriale. Gli altri due più importanti mercati birrari del continente americano sono il Brasile (133 m.ni hl, al terzo posto nella classifica mondiale dei mercati birrari) e i Messico (82 m.ni hl, al sesto posto nella classifica mondiale)

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Solo 5 anni fa l’Asia era solo al terzo posto nella graduatoria produttiva mondiale della produzione e dei consumi di birra, dietro ad Europa e America; ma in quest’ultimi anni produzione e consumi sono cresciuti in maniera più accelerata rispetto agli altri continenti ed ora l’Asia ha conquistato la leadership mondiale con ca. 688 milioni di hl di birra prodotti nel 2012, anche se il pro-capite resta ancora compresso a livello di 16 litri/anno. Si tenga conto che l’elemento frenante fondamentale dei consumi in questo continente deriva dalla numerosa popolazione a religione musulmana, poco orientata a consumare bevande alcoliche, mentre il potenziale di consumo più elevato si manifesta nei Paesi dell’estremo Oriente. In quest’area spicca innanzitutto il mercato cinese che, con 490 m.ni di hl prodotti nel 2011, si pone in modo incontrastato ai vertici della classifica mondiale. Tuttavia nel 2012 il mercato cinese si è fermato con volumi produttivi grosso modo allo stesso livello del 2011.

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