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Riuscire a esportare il proprio vino è una sfida sempre più competitiva: cresce la concorrenza delle zone viticole emergenti e ambiziose che si rivolgono agli stessi clienti offrendo alternative intriganti.

 

 

Capire la concorrenza è l’unico modo per non lasciarsi sopraffare. Il mondo del vino è in costante evoluzione, ecco perché oggi più che mai la formazione è di primaria importanza. Ciò vale particolarmente per l’Italia poiché le conoscenze sul vino sono rimaste in un certo senso isolate, cioè incentrate principalmente sulla produzione e sul consumo interno.

Il Consorzio di Tutela del Soave, che rappresenta quasi 3,000 aziende per un totale di 50 milioni di bottiglie all’anno, ha riconosciuto la sfida che devono affrontare le zone viticole storiche e ha messo in atto una strategia per migliorare il livello di formazione dei propri soci. Grazie alla collaborazione con il Wine & Spirit Education Trust ha offerto una proposta formativa adeguata, nella convinzione che questo livello di preparazione consentirà di mantenere intatte le quote di mercato, riposizionare i prodotti in una fascia di prezzo più alta e migliorare l’immagine mondiale del Soave collocando i vini in un contesto di qualità, in contrapposizione ai principali vini emergenti nel mondo.

 

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Per le zone storiche come il Soave, la sfida è mantenere intatta la propria quota di mercato. Per superarla, i nostri soci devono conoscere in modo approfondito il mondo del vino”, dice Chiara Mattiello, del consorzio. “Conoscere altre zone viticole aiuta i nostri soci a migliorare la qualità e l’abilità nel vendere i loro vini. Ora possiamo affrontare le sfide con grinta. Il WSET fornisce un livello di formazione professionale che non ha rivali.

Il primo corso, la Qualifica WSET Livello 2 Vino e Distillati, si è tenuto lo scorso novembre 2017 a cura del centro di formazione locale, la Wine Academy Italia, presso la sede del consorzio. Tutti i candidati – tra cui enologi, responsabili commerciali per l’estero, responsabili marketing e proprietari – hanno superato l’esame e ottenuto la qualifica. Questo mese si terrà un altro corso di Livello 2 e a breve ci sarà quello per la Qualifica WSET Livello 3 Vino, per un totale di circa 200 iscrizioni. Gli studenti hanno espresso forte entusiasmo per la formazione ricevuta. Davide Mainente, enologo dell’azienda Corte Mainente, ha dichiarato “Questa qualifica mi aiuterà a confrontarmi con i vini di tutto il mondo e a capire come riuscire a vendere i miei. È un ottimo corso che permette di conoscere e assaggiare prodotti molto diversi, utile soprattutto agli enologi italiani che normalmente degustano solo vini italiani”. Valeria Quagiotto, responsabile commerciale estero presso la cooperativa Cantine Vitevis, aggiunge: “Mi è davvero piaciuto il modo in cui abbiamo lavorato, ponendo attenzione a come si esprimono le varietà di uva in base ai diversi climi, tecniche di vinificazione e suoli. Sicuramente consiglierei la frequenza ad altri che lavorano nel settore vino.”

 

 

Joseph Hallam, consulente per lo sviluppo internazionale presso WSET, spiega i benefici per i consorzi che propongono ai soci i loro corsi di formazione sul vino: “Le qualifiche WSET sono da sempre ricercate nei principali paesi importatori, come il Regno Unito, gli Stati Uniti e la Cina. In questi mercati, importatori e consumatori hanno accesso a una gamma molto vasta di vini provenienti da tutto il mondo e sono alla costante ricerca della qualità. Gli esportatori e i produttori delle principali zone viticole devono sapere dialogare con loro. Per chi desidera esportare, è fondamentale saper comprendere il contesto internazionale, prevedere il tipo di posizionamento dei propri vini nei mercati locali e comunicare efficacemente con i propri interlocutori. Proprio per questi motivi, ogni anno sempre più associazioni e produttori d’Italia, Spagna e altre zone europee scelgono le qualifiche WSET. Con queste competenze, gli operatori sono più preparati per lavorare con clienti e importatori, organizzare attività promozionali nei mercati esteri e accogliere i clienti in azienda.”

 

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The Soave region is reaping the commercial benefits of a partnership with the WSET

Exporting wine is becoming increasingly challenging due to increased competition from ambitious emerging regions that are targeting the same buyers with intriguing alternatives.

The only way to stay ahead of the competition is to understand it, so education about the ever-changing world of wine has never been more important. This is particularly true for Italy, which has tended to be somewhat insular when it comes to wine knowledge as the focus has been skewed towards domestic production and consumption.

The Consorzio di Tutela del Soave, a generic body representing almost 3,000 estates that produce 50 million bottles per year, recognises the challenge faced by established regions, and is determined to ramp up education among its members. It decided to team up with the Wine & Spirit Education Trust to meet its training needs and believes this level of education will allow it to maintain its market share, sell at higher price points and improve its global reputation by placing its wines in a quality context against the significant and emerging wines of the world.

 

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It is challenging for historical wine regions like Soave to safeguard market share and a strong knowledge of the world of wine helps our members overcome these challenges,” says the consorzio’s Chiara Mattiello. “Knowledge of other regions helps our members improve their quality and their ability to sell their wines. We can now meet the challenges with determination. WSET provides an unrivalled level of professional education.

The first course, WSET’s Level 2 Award in Wines and Spirits, was delivered by local course provider, Wine Academy Italia, and took place at the consorzio’s facilities in November 2017. All attendees – a mix of winemakers, export managers, marketing managers and owners – passed, gaining the qualification. Another Level 2 course is running this month, a Level 3 Award in Wine is scheduled soon and there is a view to enrolling up to 200 members on courses. Students were full of praise for the education they received. Davide Mainente, winemaker at Corte Mainente, says: “This qualification will help me to discuss wines from all over the world and to understand the right way to sell my wines. It’s a great course that allows you to learn about and taste something different, especially for Italian winemakers that usually drink only Italian wines.” Valeria Quagiotto, export manager at the Cantine Vitevis co-operative, adds: “I really love the way we worked, the focus on grapes that varies according to different climates, winemaking techniques and soil. I would definitely recommend others in the wine trade go on this course.

 

Joseph Hallam, international development advisor at WSET, explains the benefits of generic bodies sending members on its wine education courses: “WSET qualifications have always been sought-after in big import markets like the UK, the US and China. Importers and consumers here have access to a huge range of wines from across the world and are looking for quality. Exporters and producers from the major winemaking regions need to be part of this conversation. Understanding international context, where their wines will sit in local markets, and how to communicate with their audience are all crucial skills for those looking to export. Each year we’re seeing more and more generic bodies and individual wineries from Italy, Spain, and across Europe choose WSET courses for exactly these reasons. With this knowledge, their teams are better prepared to work with buyers and importers, run in-market activities, and connect with winery visitors.”

 

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