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Fa parte della nostra stessa natura di esseri umani il tentativo di categorizzare la realtà. La ricerca di definizione ci aiuta a mettere ordine nel caos che ci circonda, ma per quanto sia rassicurante, spesso questa visione del mondo è illusoria. Citando Giacomo Leopardi “Il più solido piacere di questa vita è il piacer vano delle illusioni.“
Che ci piaccia o no, la verità è che gli stati mentali così come gli stati della materia, sono circondati da confini molto più labili di quello che crediamo. Ed è proprio questa la sfida che Edoardo Sandri ha deciso di lanciare a se stesso e agli altri, quella di far evaporare i concetti di solido e liquido, portando i cocktail a farsi piatto forte di un aperitivo, che per sua stessa natura è il più fluido dei pasti.
Per tutta la durata di Pitti Taste infatti l’Atrium Bar del Four Season a Firenze ha deciso di proporre una serie di serate con protagonisti Vodka e Caviale, un’incontro che sicuramente non avrebbe bisogno di introduzioni se non fosse per il modo armonioso e al tempo stesso anticonvenzionale in cui è stato interpretato.
Il Caviale infatti non è solo parte integrante degli snack gourmet realizzati dallo chef Vito Mollica, come ad esempio crema di patate con ostrica e caviale Siberian, è anche ingrediente fondamentale della cocktail list stilata per l’occasione.
L’obbiettivo principe è quello di far diventare la Vodka Cavalli, che per il suo gusto pulito e equilibrato si presta a interpretazioni ardimentose, protagonista di pietanze liquide. Già dal nome dei cocktail è evidente questo gioco di ruoli: “Fusillo al Pesto” o “Bucatini al Pomodoro” non sono solo titoli simpatici, sono vere e proprie interpretazioni alchemiche del gusto, per ricreare esperienze conosciute alle papille gustative sotto forma di nuovi stati della materia.
Come detto nell’incipit di questo articolo, non sono solo gli stati della materia a essere messi in discussione all’Atrium Bar, ma anche i ben più difficili da scalpire “stati mentali”. Le convinzioni pregresse sono difficili da sgretolare, spesso sono solide come massi nella mente delle persone, e scioglierle come ghiaccio può apparire una sfida insormontabile.
Una di queste convinzioni è il ruolo dei bar d’hotel nel nostro paese. In Italia infatti questi magnifici cocktail bar non hanno ancora il ruolo centrale nella vita mondana delle città che invece gli appartiene in tutte le grandi capitali del turismo mondiale. Il bar d’hotel è di per se un punto di riferimento fondamentale nel mondo della mixology, ma da noi troppo spesso lo si vede come qualcosa di distaccato, lontano dai cittadini e maggiormente dedicato a chi è di passaggio.
L’Atrium Bar pare negli ultimi anni essersi imposto la missione di sgretolare questo stereotipo, entrando sempre di più nella vita fiorentina. L’instancabile lavoro del bar manager Tommaso Ondeggia ha portato in poco tempo questo tempio segreto ad essere luogo simbolo della mondanità fiorentina, e parte integrante delle maggiori manifestazioni legate alla cultura del buon bere presenti in città.
Pitti Taste è un’ottima occasione per rimettere in discussione le nostre solidità intelletuali, e farlo durante le serate organizzate nella magnifica cornice del Four Seasons è sicuramente un occasione da non perdere.
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