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Nel pieno caos milanese, si scopre un’oasi che accoglie appassionati, intenditori e chiunque voglia scoprire le bellezze ma soprattutto le bontà del territorio lombardo. Questo è lo spirito con cui si è vissuta una magnifica serata nel centro meneghino lo scorso 12 aprile, che ha visto svilupparsi una degustazione di formaggi, salumi, dolci e vini tipici delle zone meneghine e limitrofe.

 

A far da sfondo lo storico casello di Piazza Cinque Giornate, che ha interpretato a pieno il suo nuovo nome: la Porta del Vino, uno spazio nuovo che il Movimento Turismo del Vino Lombardo ha fortemente voluto, già dal 2014, come luogo incontro e scambio sulla cultura enologica. Il Movimento Turismo del Vino, in collaborazione con l’associazione Alti Formaggi, ha ospitato un’esperienza multisensoriale di livello assoluto, arricchita dal contributo di Filippo Durante, delegato provinciale ONAF (Organizzazione Nazionale degli Assaggiatori di Formaggio), che ha guidato i presenti in una interessantissima degustazione.

Due anfitrioni di rilievo per la serata, all’insegna della convivialità e dello scambio di idee: Carlo Giovanni Pietrasanta, Presidente del Movimento Turismo del Vino e titolare dell’azienda omonima, ideatore nel 1997 del format della manifestazione nazionale “Benvenuta Vendemmia” (ora “Cantine Aperte in Vendemmia”) e nel 2001 del “Giro Cantine” a livello regionale. E Vittorio Emanuele Pisani, segretario dell’Associazione Alti Formaggi. Come ha spiegato Pietrasanta: “Abbiamo a lungo desiderato avere un polo come la Porta del Vino. Un luogo dove poter fare cultura sul prodotto agroalimentare, raccontare il nostro territorio, ospitare esperienze che arrivino da fuori”. Due ore pregne di nozioni e passione, puntata “zero” di un serie di cinque che con cadenza settimanale si susseguiranno dal 17 maggio, ciascuna con un focus diverso. Una particolare fetta di territorio sotto i riflettori di questo appuntamento: il Lodigiano, il Milanese e l’Oltrepò Pavese, fertile terreno di produzione di alcuni trai migliori esempi di cultura enogastroalimentare italiana. A farla da padroni i formaggi, ma anche salumi, la cipolla di Breme (la Dolcissima), la mostarda di Voghera e una particolarissima peverata, una salsa al peperone la cui ricetta è ormai andata in disuso ma rispolverata per l’occasione.

Filippo Durante ha intrattenuto ed edotto gli astanti, accompagnandoli attraverso i passi fondamentali di una perfetta degustazione di formaggio, senza disdegnare qualche excursus di carattere storico-leggendario: pare che il gorgonzola sia nato perché l’addetto alla cagliata fu distratto da una sveltina, abbandonò il suo compito e le muffe ne approfittarono… Dall’analisi fisica a quella papillare, passando per i sentori percepiti al naso e alle sensazioni tattili: “Un vero assaggiatore non usa mai la forchetta!”. Un viaggio sorprendentemente ricco e denso di sfumature, specie per chi magari è abituato alle degustazioni di vino. Intriganti le tipologie di formaggi proposti, che hanno spaziato su tutte le caratteristiche possibili:

  • Crescenza lombarda: formaggio fresco a pasta molle e cruda di latte vaccino
  • Grana Padano DOP 24 mesi: formaggio grasso a pasta cotta di latte vaccino
  • Gorgonzola dolce DOP stagionato 70 giorni: formaggio a pasta molle, erborinato di latte vaccino

Fino a un piacevolissimo fuori programma con il Provolone Valpadana DOP, sia dolce che piccante, proposto con fierezza da Pisani. Un percorso degustativo amatoriale, votato  più al piacere che al tecnico stretto, che però non tralascia di trasmettere conoscenze utili per comprendere maggiormente cosa acquistiamo e cosa mangiamo. Salumi e dolci hanno completato l’esperienza, rendendola assoluta e coinvolgente.

Corposa anche la scelta dei vini da abbinare durante il percorso: si è partiti da un Pinot Nero per arrivare al Moscato dedicato alle torte:

  • Cruasé dell’Oltrepò Pavese DOCG “222 A.C.” (100% Pinot nero – Fratelli Guerci – Casteggio)
  • Collina del Milanese Rosso IGT “Telchì” (50% Croatina e 50% Barbera – Pietrasanta Vini e Spiriti – San Colombano al Lambro)
  • Bonarda dell’Oltrepò Pavese DOC “Puntofermo” (Croatina 100% – Azienda Agricola Montenato Griffini – Bosnasco)
  • Moscato Provincia di Pavia IGT “Elicriso” (100% Moscato – Azienda Agricola Manuelina – Santa Maria della Versa)

 

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Il Movimento Turismo del Vino stampa quindi il suo marchio su un’iniziativa che sposa i suoi principî pur allargandoli: se l’obiettivo dell’associazione è promuovere la cultura del vino attraverso le visite nei luoghi di produzione, è comunque brillante sfruttare anche zone di vita cittadina intensa, per trasmettere la passione vinicola fin nei capillari della metropoli. Sono già più di 1000 le cantine italiane che aderiscono al Movimento, selezionate sulla base di specifici requisiti, primo fra tutti quello della qualità dell’accoglienza enoturistica.

Dunque un incontro per diffondere cultura del buon cibo e la conoscenza sui prodotti e sulle tradizioni dei territori più vicini al centro di Milano. E perché no, per sfuggire una volta di più allo stress cittadino. Basta aprire la Porta del Vino.

 

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