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Alex Frezza, pluripremiato bar tender e mixologist, racconta il “Liquore Strega”. Tra presente, passato e proiezioni future, su questo iconico liquore beneventano potremmo d’altronde scrivere un libro.

Nato nel lontano 1860, evocando un’antica leggenda che vedeva Benevento come ritrovo di tutte le streghe del mondo, il digestivo inventato dal lungimirante imprenditore Giuseppe Alberti ha conquistato in poco tempo ogni tipo di palato. In che modo? Grazie al suo sapore unico e originale, dovuto alla presenza di circa 70 erbe e spezie come ginepro, chiodi di garofano, anice stellato, cannella, iride, angelica e menta, con l’aggiunta di note agrumarie e contraddistinto naturalmente da quello zafferano che gli fornisce il suo tipico colore giallo.

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Così, dopo un interessante excursus sulla storia e la raffinatezza delle materie prime, la masterclass di Frezza è andata poi ad analizzare ai raggi X gli elaborati processi di distillazione e tintura che conferiscono allo “Strega” proprio le sue speciali (e segrete) caratteristiche organolettiche. Fino ad arrivare alla raffinazione del prodotto, filtrato e trasferito in tini di legno di rovere o di frassino, dove i picchi aromatici dei suoi numerosi componenti si amalgano e danno vita a un autentico simbolo della cultura italiana.

Definirlo un semplice liquore non gli renderebbe infatti giustizia. Dalla letteratura (il celebre “Premio Strega” fu istituito nel 1947 proprio da Guido Alberti, allora proprietario dell’azienda) al cinema, passando per la musica, il “Liquore Strega” negli ultimi due secoli è diventato uno dei fiori all’occhiello del made in Italy. Gustoso tanto da solo quanto in mixology. Arte che Frezza conosce nel dettaglio e che giovedì scorso, dopo la lezione di teoria mattutina, ha esibito dal vivo sempre tra le mura di “Ditta Artigianale”, delizioso punto di riferimento per gli amanti del caffè, del gin e non solo nell’Oltrarno fiorentino. Con cocktail gustosi e dinamici che si addicono a ogni stagione.

+info: stregamixology.strega.it/

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