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Anno 1928: provate a immaginare il mondo quando venne dato avvio all’attività di distribuzione di Sagna. Non è semplicissimo calarsi nella realtà dei tempi che furono. Dando uno sguardo agli avvenimenti storici di quell’anno, l’occhio cade sulla Linea Maginot. Nello stesso anno in cui il Barone Amerigo Sagna partì con la sua distribuzione di vini, fin dagli albori specializzata nell’importazione e distribuzione di vini, liquori e distillati d’altissima qualità, iniziava la costruzione della Linea Maginot. Considerata inespugnabile, con un complesso di fortificazioni, opere militari, mitragliatrici, munizioni e linee difensive che dovevano garantire sicurezza alla Francia. Chissà quante volte in questi novant’anni la società Sagna si è trovata di fronte a una sorta di Linea Maginot, come a un valico insormontabile da oltrepassare, superando le barriere culturali per far conoscere i vini stranieri, francesi in primis, in Italia.

Credit photo Franco Borrelli

STORIA

Il Barone Amerigo Sagna fondò la società in un periodo storico non certo facile. Siamo tra le due guerre mondiali, in un momento delicato in cui tutto quello che veniva importato dall’estero era visto come fumo negli occhi, con l’attività focalizzata sulla distribuzione di prodotti stranieri. Fra tante difficoltà si arrivò agli anni ‘60 quando il figlio Ernesto Sagna subentrò al padre Amerigo. Uomo di grande stile, di grandissime vedute, a tutti quelli che hanno lavorato con lui diede la consapevolezza di far parte non solo di un gruppo speciale ma di una vera e propria famiglia. Anni carichi di dinamismo, progettando le linee guida e creando le basi per la continuità stessa dell’azienda. La solidità e la lungimiranza con un  gruppo compatto di professionisti, agenti e rappresentanti, alcuni dei quali legati da sempre a Sagna, che hanno consentito di tracciare il futuro. Nel frattempo con l’entrata in scena di Massimo Sagna e della terza generazione, ancora oggi alla guida dell’azienda, si arrivò nel nuovo millennio. In un mondo dominato da colossi multinazionali, un produttore indipendente per veder prosperare la propria distribuzione, deve produrre la più alta qualità possibile e rivolgersi a quei consumatori raffinati che aspirano ad uno stile di vita superiore. Così ad esempio intorno agli anni ‘80, in un periodo di possibile crisi per via del fatto che alcune aziende rappresentate da Sagna diventano parte di gruppi multinazionali, nascono nuove opportunità. “Alla fine si rivelò un bene per la nostra azienda, perché ci permise di acquisire la distribuzione di vini ancor più blasonati come quelli della Maison di Champagne Roederer, fondata a Reims nel 1776”- spiega il Presidente di Sagna Giusto Lusso, una della colonne della società che ha attraversato gli ultimi cinquant’anni.

CRISTAL BRUT MILLÉSIMÉ 2008

Revigliasco il 27 giugno per una notte diventa l’ombelico del mondo. Una di quelle sere in cui non si può mancare. Non un semplice compleanno, ma una grandissima serata tra clienti, produttori, agenti, giornalisti e amici. Al centro il piacere di stare insieme e la voglia di festeggiare un anniversario speciale. Qualche indiscrezione era trapelata alla vigilia. C’è il Cristal 2008,  alla sua prima uscita ufficiale in Italia. Un legame quello di Sagna con Roederer che proprio nel 2018 festeggia i trent’anni di collaborazione. “Mi aveva promesso un millesimo all’altezza del nostro novantesimo- scherza sul palco Massimo Sagna insieme allo chef de cave di Roederer, Jean-Baptiste Lécaillon. E davvero l’annata è straordinaria, uno champagne da 99/100 di cui ci si innamora al primo sorso, finezza e freschezza impari in cui assaporare i frutti raccolti da una gestione biodinamica. “E’ un millesimo straordinario, il migliore degli anni duemila, paragonabile all’annata 2002– afferma lo chef de cave Lécaillon- destinato a diventare un vino di culto per tutti gli amanti del Cristal”. Leonardo Sagna ci confida che in queste prime due settimane di distribuzione sono già stati subissati di richieste. “Tutti sembrano volere il Cristal 2008, sapevamo del grande interesse attorno a questo millesimo ma non ci aspettavamo delle richieste così alte in pochissimi giorni”.

Jean-Baptiste Lécaillon e Massimo Sagna
Jean-Baptiste Lécaillon e Massimo Sagna

 

ROMANÉE-ST-VIVANT GRAND CRU 2014

Si è bevuto davvero alla grandissima, grazie all’ospitalità della famiglia Sagna. La location sede dell’azienda e della villa di famiglia è stata adibita a festa. Nel giardino della Baronessa Roberta Sagna in mezzo al verde in una splendida sera d’estate, tra querce secolari e bottiglie di gran valore. Catering stellare, menù dei novant’anni curato dallo chef Gabriele Torretto, patron del ristorante La Valle di Trofarello. Non mancano le bollicine con Roederer protagonista assoluto, l’angolo dei bianchi è da paura, tra Chablis e Montrachet domina l’accento francese. Ci spostiamo più in là nel banco di degustazione dei vini rossi. Anche qui tanta Francia, dalla Borgogna a Bordeaux si traccia una linea Maginot del vino davvero insuperabile. Cerca la resistenza nostrana il Barolo Riserva Pianopolvere Soprano annata 2007, così come il Barbaresco Castello di Neive. Al tavolo con noi una coppia di coniugi produttori francesi. Lui in Champagne con Gonet-Médeville, lei in Sauternes con Château Gilette. Un mariage formidable, non da meno la collaborazione con Sagna. Uno dei tanti esempi di relazioni che durano. Massimo Sagna le elenca tutte, rapporti duraturi e ultra-decennali. Come con alcuni suoi agenti. Dall’agenzia Salvini che lavora con Sagna dal 1964 arriva un regalo speciale con tanto di dedica sul palco citando il padre del fordismo. “Nei bilanci non appaiono due cose fondamentali: la reputazione e gli uomini”. E qui Sagna gioca in casa, con questo stile un po’ sabaudo di una classe e di un’eleganza unica. Noblesse oblige, si diffonde la voce tra i commensali che sarà servito un vino del Domaine de la Romanée-Conti. Una delle aziende simbolo della Borgogna importate in esclusiva da Sagna, vini costosissimi, non facili da vendere perché sono talmente richiesti che vanno centellinati. Tutto vero, arriva finalmente Romanée-ST-Vivant Grand Cru. Per qualcuno è una prima volta, ci si lascia subito ammaliare dal fascino di un grandissimo vino. Definita la “grande seduttrice”, ogni anno regala vini che sono un miracolo di femminilità e di delicatezza. I suoi profumi avvolgono e seducono, nascondendo una potenza in equilibrio perfetto.

Credit photo Franco Borrelli

FUTURO

Come riassumere in sintesi questi novant’anni? “Forse è giunta l’ora di fare un passo di lato, lasciando spazio ai giovani- spiega Massimo Sagna- Il mondo sta cambiando e c’è bisogno di essere veloci e di capire al volo determinate situazioni. Sono fortunato ad avere la quarta generazione  già in azienda, con mio figlio Leonardo che è molto bravo e meticoloso, sono sicuro che siamo in ottime mani, mentre il secondo figlio Carlo Alberto sta lavorando in un’importante realtà nel mondo della birra ed è un grandissimo commerciale più di suo padre, chissà che un giorno non decida di rientrare a casa, senza dimenticare il terzogenito Gabriele che vuole fare lo chef, in un abbinamento cibo-vino ideale, mentre il più piccolo Amedeo sta studiando giurisprudenza all’università”. Un futuro che passa necessariamente da un cambio di paradigma, se lo Champagne rimane uno dei cavalli di battaglia di Sagna, i distillati in miscelazione sono un’altra frontiera su cui lavorare. Dall’altra parte un mondo di barman assetati di prodotti di qualità, al novantesimo compleanno due alfieri della miscelazione come Luca Picchi e Samuele Ambrosi hanno deliziato gli ospiti con drink dedicati. Dal “90…..e non sentirli, al Negroni “Sparko”, al Sous le Soleil de Normandie. Il futuro è già oggi: buon compleanno Sagna.

INFO: www.sagnaspa.com

 

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