© Riproduzione riservata
Nel mondo operano diverse migliaia di birrifici sparsi in tutti i continenti, tra cui moltissimi di piccola dimensione (microbirrifci). E tuttavia i grandi gruppi, con produzioni di milioni e milioni di ettolitri, assorbono la gran parte della produzione mondiale. Secondo quanto pubblicato nell’ultimo Barth Report del 2018, i primi quattro grandi gruppi birrai assorbono il 54,5% della totale produzione mondiale di birra, mentre i primi 40 gruppi concentrano il 72,7% del totale. I primi 40 gruppi censiti da Barth Report, hanno prodotto 1.723 mioni di hl, pari ad oltre l’88% dell’intera produzione mondiale.
Con il 2017 si sono completate tutte le operazioni derivanti dall’assorbimento del Gruppo SAB Miller da parte del gigante AB InBev che ora svetta al primo posto nella classifica dei produttori birrai con una quota di ben il 31,4% pari a 613 milioni di hl. AB InBev ha sede in Belgio, ma in realtà esso rappresenta un articolato agglomerato di birrerie e società sparsi su tutti i continenti, con punte produttive particolarmente elevate nel continente americano, esprimendo un giro d’affari di oltre 56 miliardi di euro, il che la pone al primo posto tra i grandi produttori di bevande al mondo. Nel corso del 2018 si è anche completata la joint venture ABI inBev – Efes in Russia che pone il nuovo gruppo al secondo posto su questo importante mercato geografico, subito dopo la Baltika del gruppo Carlsberg.
Al secondo posto nella graduatoria mondiale si consolida il gruppo olandese Heineken con una quota dell’11,2% (pari a 218 milioni di hl) ed un giro d’affari di 22 miliardi di euro. Il gruppo olandese ha rafforzato notevolmente la sua posizione sul grande mercato brasiliano con l’acquisizione di Schincariol (precedentemente posseduto daila Kirin), divenendo il secondo più grande competitore su questo importante mercato regionale, dietro solo ad Ambev (ABI InBev). Al terzo posto, con una quota a volume del 6,5% (cioè 126 milioni di hl) si conferma China Res. Snow Breweries, il più grande produttore cinese, noto per il brand Snow, la marca di birra più venduta al mondo. Segue il gruppo danese Carlsberg con una produzione di oltre 113 milioni di hl pari ad una quota del 5,8% ed un giro d’affari 2017 di 62 miliardi di corone danesi. Al quinto posto si collocano i nord americani del gruppo Molsom Coors con 117 milioni di hl e un giro d’affari di 11 miliardi di dollari.
Da notare come nelle prime 10 posizioni siano presenti ben 5 gruppi dell’Estremo Oriente (le cinesi Snow, Tsingtao e Yanjing e i due gruppi giapponesi Asahi e Kirin), segno che la produzione birraria si è notevolemente spostata sul continente asiatico. Per quanto riguarda gli altri grandi gruppi europei, va segnalata la nona posizione del gruppo francese BGI/Groupe Castel , leader nella produzione di vini in Francia ma molto attivo anche nel settore della birra con la BGI, che in realtà esprime i maggiori volumi produttivi di birra sui mercati dell’Africa francofona. Al 13.mo posto si colloca il gruppo turco Efes, molto forte in Turchia, sui Paesi dell’Europa Balcanica e in Russia. Va inoltre citato Il Gruppo Diageo Giuness, che si colloca al 16.mo posto della graduatoria.
In posizioni più defilate si collocano numerosi produttori tedeschi che sono riusciti finora a mantenersi indipendenti rispetto alle grandi multinazionali birrarie: Radeberger Gruppe che controlla una numerosa galassia di birrerie tradizionali tedesche (11,5 mio/hl), Oettinger (8,6 mio/hl), TCB Beverages (il più grande prduttore di birre a private labels con 8,5 mio/hl), Bitburger e Krombacher (entrambi con oltre 6 mio/hl). Da segnalare inoltre i due grandi gruppi birrai indipendenti spagnoli: Mahou San Miguel (12,6 mio/hl) e Damm (10.6 mio/hl).
Successivamente alla mega acquisizione di SABMiller da parte di ABI, le attività di fusioni e acquisizioni sono drasticamente diminuite. E tuttavia si segnala un certo dinamismo nell’acquisizione di birrifici artigianali da parte dei grandi gruppi. Tra le varie operazioni in questo segmento si segnala Sapporo che ha comprato il leggendario birraio Anchor di San Francisco in California, noto anche per la produzione della birra vapore (steam beer), A sua volta ABI ha acquisito il birraio australiano 4 Pines, mentre Heineken ha preso una partecipazione nel birrificio Brixton a Londra. I produttori di birra artigianale continuano a mostrare grande interesse per i grandi gruppi dal momento che producono particolari prodotti che vanno quasi tutti a collocarsi nella fascia delle birre speciali, in crescita su tutti i mercati.
+INFO: The Barth Report 2018
© Riproduzione riservata