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La nostra Italia è cosi bella, cosi ricca che in ogni angolo ci si ritrova a celebrare una nascita, una rinascita o un anniversario. E infatti al Castello di Meleto, immersi nel verde, catapultati nel medioevo, si respirano le antiche tradizioni e si ripercorre la storia festeggiando il 50° anno della fondazione della Viticola Toscana.
Tutto ruota intorno al concetto di fondazione, opzione dell’esistenza, del creare, da soli o in gruppo che, come in questo caso, vede l’impegno massivo e inaspettato di braccia generose tutte proiettate ad un unico progetto rivolto alla natura e allo sviluppo territoriale dall’animo storico e sicuramente turistico. Tutto inizia nel 1968 quando l’editore Gianni Mazzocchi fondatore dell’Editoriale Domus, anticipa quello che oggi viene chiamato crowdfunding attraverso la sua rivista Quattrosoldi. La chiama “Operazione Vigneti” ed è subito un successo. Chiede ai suoi lettori una chiara partecipazione materiale per salvare la terra del vino. Raggiunti i 150 milioni di lire ci si poteva fermare ma il progetto piacque cosi tanto che si arrivò in soli due mesi ad oltre mezzo miliardo con la sottoscrizione di quote dal valore di 10.000 Lire con ogni adesione pari ad “almeno una minima unità azionaria coltivatrice” corrispondente a 100 azioni, per un valore minimo di 1 milione di Lire. Nasce così la Vitivinicola Toscana e subito si procede all’acquisto del magico Castello di Meleto a Gaiole in Chianti (di proprietà dei Ricasoli) e con lui, ai suoi 1.400 ettari di terreno circostante, di cui 180 destinati a vigna.
Lucia Pasquini, Presidente Viticola Toscana, non nasconde l’emozione ed eppur ferma racconta l’iter che ha portato alla nascita di questo efficiente modello aziendale che conta oggi 1600 azionisti. Il terreno vocato e le preziose forze economiche messe in atto creano una ricetta vantaggiosa per felici produzioni di olio extra vergine d’oliva biologico, miele e vino, con il Chianti Classico a far da bandiera. Oltre a tre tipologie (annata, riserva e gran selezione) si affiancano uno spumante metodo classico da Sangiovese, un bianco da Vermentino, due rosati (da Sangiovese e Canaiolo Nero) e ancora un uvaggio di Sangiovese e Merlot, una Malvasia Nera e un Merlot in purezza; infine, il tradizionale Vin Santo del Chianti Classico. Insomma un bel ventaglio di profumi che vengono sempre proposti con semplicità ed umiltà che traspare, in ogni momento.
Ma anche con orgoglio perché tra i tanti obiettivi quello di “cambiare la vita e l’economia della zona” di Gaiole in Chianti è stata mantenuta grazie all’avvio di un processo virtuoso di sviluppo, mai fermato. Con la cinquantesima candelina spenta c’è anche l’occasione di presentare il lavoro della Fondazione Pieve di Spaltenna, un progetto speciale finalizzato al restauro proprio della Pieve di Santa Maria a Spaltenna, l’antica chiesa dell’XI° secolo all’interno della proprietà del Castello che una volta ristrutturata tornerà a far gioire la comunità di Gaiole.
Il gran finale è ghiotto anzi perfetto, perchè prima della mezzanotte un Chianti Classico DOCG 2016 limited edition (25 euro) dedicato a questi 50 anni è servito. E complice la bella annata troviamo un’intensa carica di frutti rossi affinati in botti grandi (usate magistralmente!) che fanno bella mostra di se al palato in una trama salina sostenuta insieme a fini tannini da una buona freschezza.
Info: castellomeleto.it
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