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Arriva in libreria con EDT, “Il grande libro del Vermouth e dei liquori italiani” a firma di Giustino Ballato. Esperto di botaniche, ideatore ed organizzatore di Flor è sicuramente uno dei protagonisti della rinascita del Vermouth di Torino, grazie anche alla riscoperta dello storico marchio Carlo Anselmo. Il talento, il genio e la sua creatività unite ad una bella verve e lungimiranza, lo hanno spinto a scrivere un libro sul Vermouth, e non semplicemente “di Torino”; 192 pagine che non vogliono diventare un esempio di rintracciabilità storica dei fatti ma dei momenti belli e di piacere per il lettore, come il concedersi un buon drink o un liquore.

 

 

Nel libro c’è certamente ampio spazio per la storia, raccontata con una specifica interpretazione temporale. Perché se le leggende che echeggiano nei salotti e oltremare sono moltissime, a guardare i documenti tutto inizia in Germania nel XV secolo con i vini all’assenzio, tutto fuorché ricreativi e, peraltro, amari chiamati Wermutwein. Ci si deve confrontare con le colline toscane, si torna al 1773 con il medico e botanico Giovanni Cosimo Villifranchi e alla sua Oenologia toscana, per ritrovare la descrizione di un vino aromatizzato con erbe (tra cui compare l’assenzio) chiamato Wermut, una “delizia delle tavole” a base di vino moscato che troverà poi a Torino, una città ricca di botteghe, la realizzazione più compiuta con l’aggiunta di alcol e zucchero. Superando il vuoto spazio-temporale della comunicazione i un lampo siamo nel centro di Torino e quasi nell’Ottocento (1786) insieme al liquorista Luigi Marendazzo al quale subentrerà Carpano.

 

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Il Vermouth è cool, c’è “l’ora del Vermut” si beve liscio o tutt’al più con ghiaccio. E giusto per stuzzicare c’è anche la faccenda dei fratelli Cora, i primi che inizieranno ad esportarlo in America, dove diventerà un insostituibile base per cocktail. Si pensi al Manhattan, per esempio, nato nell’omonimo club della grande mela. Il vermut è in piena fase si sviluppo, Anselmo, Cinzano, Gancia, Martini e Rossi…è il successo!

Una così pregiata bevanda dunque, sospesa trai i ricordi in antichi scaffali dei cafè sabaudi, custodi di tradizioni e ricette, viene raccontata senza filtri accompagnata dalle immagini di Otto Marco Campeotto. Un ciclo di vita torinese che ha coinvolto anche la Camera di commercio di Torino e il progetto Maestri del Gusto e Torino Doc i quali, come in questo libro, hanno lo scopo di evidenziare i drink a base di vermut. Non marginale anche l’ampio capitolo dedicato alla descrizione delle pratiche per prodursi il proprio vermut in casa passando per un elenco dettagliato di erbe e droghe senza le quali “non si combina nulla” come dice Ballato.

 

 

In ultimo ad incuriosire c’è la storia dei liquori, cosi domestici e parte dell’Italia tutta…un prezioso omaggio che inizia nel 1962, anno in cui compare per la prima volta questa parola nello Stivale.

Un libro tutto da leggere, per rimanere sbalorditi dal gusto della storia.

 

Informazioni:
In libreria dal 8 novembre
Costo: € 35
ISBN 978-88-5924-801-9
Approfondimenti: EDT edt.it

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