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Nel mondo del vino ci sono molti anzi moltissimi punti di vista, interpretazioni di gusto nonché approcci alla degustazione. E quella anche nota come “alla cieca”, è certamente la più mirifica, rappresenta lo stupore estremo del risultato del confronto con il solo vino nel bicchiere. Un dialogo solitario con lui, senza briefing pregiudizievoli di miti o di etichetta.

A Roma, il gruppo di giornalisti della testata Vinodabere capitanata da Maurizio Valeriani ha voluto condividere 89 bottiglie di Brunello gentilmente inviate da una quarantina di produttori per mettere a confronto le annate 2014 e 2013. I risultati del panel (23 degustatori provenienti da tutto lo Stivale) hanno visto un sostanziale ed inaspettato pareggio tra i due millesimi con medie pari a 86 (2013) e 85,80 (2014).

Annate molto diverse caratterizzate nel 2013 per un andamento tradizionale, una sorta di ritorno alle origini con escursioni termiche che hanno favorito la buona maturazione delle uve, e tempi di raccolta simili a quelli degli anni 80-90. Un millesimo dalla bella capacité de garde, come direbbero i francesi. Mentre nel 2014 si viaggia nel tempo, si ritorna alla fine degli anni ’70 quando l’uva arrivava in cantina alla fine dell’estate. Ottimismo anche qui nonostante l’andamento climatico più altalenante per vini che comunque si mostrano eleganti e di buona potenza.

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Dall’assaggio sul podio troviamo:

Castello di Argiano – Brunello di Montalcino 2013: balsamico e ritmico con note spiccate di salsedine ad accendere la curiosità. All’assaggio è la potenza a sovrastare su tutto, sempre con garbo ed eleganza che così sfoggiata sfila oggi su un tappeto salino e squisitamente compatto.

Fattoria dei Barbi – Brunello di Montalcino 2014: se al naso appare timido, al palato si lascia trasportare dalla sua stessa incredibile finezza. Succoso e materico, è di energia detonante in un finale salato e più tannico, ancora, tutto da scoprire, nel tempo.

Pietroso –  Brunello di Montalcino 2013: c’è il sole caldo a scaldare una roccia. È di una precisione e di una sensazione tannica chirurgiche con il volume del frutto a disegnare un quadrato tannico e piacevolmente fresco.

 

A questi aggiungo:

Terre Nere – Brunello di Montalcino 2013: giovane, è tanto giovane e lo dimostra sfacciatamente: prima tannico, poi fruttato e ancora tannico. Un flipper potente, un esserle slegato che dimostra il suo bel potenziale di invecchiamento.

Lisini – Brunello di Montalcino 2014: un classico esempio di sangiovese che, marcato dai suoi tannini è fuso nel suo frutto abile a ritornare sempre protagonista nella sua vita.

Corte dei Venti – Brunello di Montalcino 2014: un naso come felpato, sovrascritto da una buona struttura tannica, sempre elegante. Misurato e mai invasivo nel suo gusto, è di sostanziale freschezza e sapidità.

Tassi – Franci – Brunello di Montalcino 2013: il suo colore brillante e le note di tubero, come appena raccolto, di bosco, anticipano un palato dritto, fitto, ancora chiuso in se stesso. Nel tempo si assaporeranno ancora di più le note agrumate, già persistenti. E più resta nel bicchiere e più si comprende la profondità del frutto.

La Gerla – Brunello di Montalcino 2014: c’è il susseguirsi dei frutti e dei piccoli tannini. Multisonante ed espressivo ha note fresche (eucalipto) e balsamiche. Si distende al palato arrivando a mostrarsi in tutto il suo essere elegante e di bella beva.

*Un ringraziamento all’Osteria Mangiafuoco per l’ospitalità.

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1 Commento

  1. Monaci clara Reply

    Infinitamente grazie a tutta la testata e a tutti i presenti ai lavori

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