Nel fitto programma di eventi promossi a Rimini da Unionbirrai nel corso di Beer Attraction, di particolare interesse è stato l’incontro “OBIArt Università Firenze e Unionbirrai: una fotografia ad alta risoluzione del panorama brassicolo italiano”.
Grazie all’intervento del Professor Silvio Menghini – coordinatore scientifico dell’Osservatorio Birre Artigianali Italiane e ordinario di Scienze e Tecnologie Agrarie, dell’Ateneo fiorentino – è stato tracciato un quadro inedito del mondo delle imprese brassicole e del consumatore di birra artigianale. Anticipando solo in parte i risultati di uno studio che verrà presentato più avanti, il Professore ha offerto importanti spunti di riflessione agli operatori del settore.
Il primo riguarda la crescita del comparto brassicolo, anche sul fronte dell’occupazione. In tre anni, dal 2015 al 2017, i lavoratori delle imprese produttrici di birra che impiegano più di 50 addetti sono aumentati del 4%, mentre quelli delle imprese che danno lavoro a un numero di addetti compreso tra 1 e 5 sono cresciuti del 60% (847 al 2017); dato che sale addirittura al 90% per le aziende che occupano tra 6 e 9 addetti (70 al 2017), per un totale di 917 che rappresentano una stima attendibile della quasi totalità dei birrifici artigianali. È la conferma che a trainare la crescita, pure sul fronte occupazionale, sono proprio i microbirrifici artigianali.
Dall’analisi emerge inoltre che su 1000 persone che consumano birra, il 69,7% si pone in modo consapevole nei confronti dei prodotti artigianali. “Questo significa che circa il 70% dei consumatori di birra beve le artigianali con una certa regolarità, almeno una volta al mese”, ha spiegato Menghini. “Questi consumatori – ha proseguito – sono maturi per un consumo seriale di birra artigianale. Per farlo hanno bisogno di uno sprone in più, soprattutto sul fronte dell’informazione”. Per il Professore, infatti, le azioni di tutela del settore artigianale, con controlli e sanzioni, vanno accompagnate ad un’opera di ‘educazione’ dei consumatori. Insomma, il diritto di tutti i produttori ad esistere sul mercato deve andare di pari passo con la tutela del diritto di conoscere da parte del consumatore. E, di conseguenza, con il dovere di informarlo.
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