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Nella vita ci sono poche certezze. A casa una bottiglia di grappa Nardini nella credenza non mancava mai. Il ricordo da bambino, di quando papà al mare ordinava a fine pasto non una grappa, ma direttamente una Nardini. I primi assaggi da ragazzo di nascosto, l’odore della vinaccia a inebriare il naso, la bocca che pizzicava di magia. Piccoli frammenti autobiografici, come saranno tantissimi i ricordi degli appassionati della storica Distilleria Nardini che compie 240 anni.

Insieme al Presidente Angelo Nardini, settima generazione della famiglia alla guida dell’azienda, abbiamo voluto fare un viaggio lungo 240 anni. Tra leggende, aneddoti, curiosità, un anfitrione speciale per portarci dentro alla storia di una gloriosa azienda famigliare, la ditta Bortolo Nardini è molto più di una semplice distilleria, è parte di noi, del nostro vissuto quotidiano, della nostra storia e identità.

RIVOLUZIONE NARDINI

La Distilleria Nardini nasce nel 1779. Dieci anni prima della rivoluzione francese, tre anni dopo la rivoluzione americana di George Washington. Bortolo Nardini, originario del Trentino, decise di fermarsi a Bassano e di aprire la sua distilleria. Una rivoluzione anche questa, perché sino ad allora la grappa era un’attività che veniva fatta di maso in maso su dei calessi.  La leggenda vuole che si fermò in quel di Bassano per via di un incidente che non gli consentì di rientrare in Trentino. Come riportato in alcuni cimeli storici ritrovati nell’archivio di Nardini, è il 16 aprile 1779 quando Bortolo Nardini trasforma un’antica pratica contadina in una nobile arte distillatoria, fondando nell’allora Bassano Veneto la prima distilleria d’Italia con annessa Grapperia per produrre grappa con un alambicco in pianta stabile e rivenderla. Un cambio epocale, per la prima volta non era il distillatore e recarsi dai contadini con il suo alambicco mobile per distillare, ma erano i contadini a recarsi alle porte del Ponte Vecchio di Bassano a portare le vinacce.

NARDINI A VAPORE

Una tappa fondamentale nello sviluppo della Distilleria Nardini fu senza dubbio il 1860. Anno di moti e di tumulti dal punto di vista storico, che coincisero con l’inaugurazione del primo alambicco a vapore in casa Nardini. “I primi alambicchi a vapore dell’epoca vennero inventati da un chimico, Enrico Comboni, professore nelle scuole enologiche di Conegliano e Asti, che diede avvio alla distillazione a vapore- spiega Angelo Nardini-Questo fu un fatto importantissimo per la produzione di grappa, visto che sino ad allora le vinacce venivano riscaldate a fuoco diretto, un riscaldamento dell’alambicco con fonte di calore sotto la camera di combustione rischiando di bruciare tutto, mentre con la distillazione a vapore non si correva il rischio di bruciare le vinacce nell’arte della distillazione”. Altre tappe importanti dal punto di vista produttivo: nel 1910 con l’ideazione della grappa riserva, nel 1919 l’adozione della doppia rettifica, mentre nel 1963 la distillazione sottovuoto a vapore. Nardini seleziona in prevalenza vinacce di uve a bacca rossa tipiche della Pedemontana Veneta e Friuliana, come Cabernet, Sauvignon e Merlot, caratterizzate da un profilo aromatico intenso e complesso, creando un blend unico insieme ad uve a bacca bianca come Pinot Bianco e Friulano. Il controllo della qualità della grappa inizia fin dalla selezione della vinaccia che avviene seguendo. Oggi l’innovazione è la grappa in miscelazione.

ETICHETTA NARDINI

Un’etichetta bianca, B.Lo (diminutivo di Bortolo) Nardini, Distilleria a Vapore, la scritta Aquavite, senza la c. “Un vezzo non solo stilistico, ma per far risaltare il legame con la vite e con la vita della grappa, un distillato unico”. Un’etichetta che non è mai stata cambiata nel corso di questi 240 anni, tranne che con l’edizione limitata celebrativa dell’anniversario del 2019 con il clou dei festeggiamenti in questi giorni. Un’etichetta che venne concepita in origine nel 1779 dalla gloriosa stamperia Remondini, dei veri maestri della stampa che lavoravano nel centro di Bassano. Un’azienda che allora impiegava circa 2.000 addetti, secondi per utilizzo di manodopera in zona solo all’Arsenale di Venezia. Un concept grafico come diremmo oggi perfettamente riuscito, se pensiamo che l’etichetta è arrivata sino ai giorni nostri. “Bisogna ringraziare i nostri antenati che, nonostante il passare degli anni, decisero di non cambiare mai questa etichetta, facendola diventare un simbolo e punto di riferimento per i consumatori che potevano riconoscere la grappa Nardini”.

NARDINI E BASSANO

Una cittadina adagiata sulle rive del Brenta, un crocevia di mercati e di passaggi, da una parte all’altra, il Ponte Vecchio che unisce due sponde, riprogettato dal genio del Palladio nel ‘500. La Serenissima arriva da queste parti all’inizio del ‘400, la storia di Nardini si intreccia con quella della città, quando nel 1796 Napoleone sconfigge gli austriaci a Bassano. In Grapperia sono ancora visibili i segni della famosa Battaglia di Bassano. Sino al 1928 si chiamava Bassano Veneto, il nome venne cambiato in Bassano del Grappa nel 1928 dal governo fascista in memoria di 23.000 soldati sepolti nell’ossario sul Monte Grappa. Ci piace pensare che forse almeno in parte si tratti anche di un omaggio alla grappa intesa come distillato. Nardini ha sempre avuto un fortissimo rapporto con Bassano. La Grapperia sul Ponte è la sede storica della Nardini, la più antica distilleria d’Italia e l’unica originaria di Bassano, annoverata fra i Locali Storici d’Italia, affacciata sul fiume Brenta è rimasta immutata nel tempo e regala ancora oggi un’atmosfera unica per vivere un aperitivo sorprendente. Nardini ha donato alla città altri simboli come le Bolle di Fuksas oppure il Garage Nardini, che rappresentano nella maniera perfetta lo spirito imprenditoriale della famiglia Nardini, fatto di un legame con il territorio e di ricerca continua verso un contesto culturale di ampio respiro. “La città di Bassano ci ha dato molto- ammette Angelo Nardini– ma credo che con la scelta di rimanere sempre nei locali storici della Grapperia, oppure recentemente con le bolle di Fuksas e con Garage Nardini anche noi abbiamo restituito parte di questo affetto che gli abitanti di Bassano hanno sempre avuto nei confronti della nostra azienda famigliare”.

NARDINI E GLI ALPINI

Un rapporto viscerale, connaturato alla storia degli Alpini. Grappa Nardini è un qualche cosa che tutte le penne nere sentono dentro. Una grappa che dava coraggio, quando non ancora diciottenni, i famosi ragazzi del ‘99, venivano scaricati a due passi dal Ponte Vecchio di Bassano, ribattezzato in seguito Ponte degli Alpini, prima di partire per il fronte per la Grande Guerra. “La visita in grapperia Nardini era un rito, un momento di sollievo che dava un po’ di coraggio per andare al fronte”. La Prima Guerra Mondiale vide Bassano teatro di battaglia, durante la disfatta di Caporetto nel 1917 in città di riversarono migliaia di soldati e civili che fuggivano. Ma anche negli anni a venire il percorso di Nardini si è intrecciato con quello degli alpini, nel 2008 è stata organizzata l’81^ Adunata Nazionale degli Alpini e in quell’occasione venne nominata capitale mondiale delle penne nere. Nardini ha spesso accompagnato questi momenti, firmando la grappa ufficiale dell’Adunata Nazionale con etichette celebrative.

NARDINI REGINA

Siamo di fronte alla regine della grappe con Nardini, su questo non c’è dubbio. Come ricostruzione storica è molto interessante anche il rapporto con la casa reale inglese. Anche la Regina Madre d’Inghilterra colse infatti lo spirito nobile ed unico di un prodotto puro come la Grappa Nardini, tanto da volerne una scorta da servire ai propri ospiti durante la festosa celebrazione dell’incoronazione della figlia Elisabetta II nel 1953, giusto per parlare di fine pasto regale. La Regina Madre, la madre dell’attuale regine Elisabetta, andò in visita in Grapperia nel 1987, durante la sua visita a Bassano. “Le immagini della visita della Regina Madre alla Grapperia sono molto note, forse si tratta dell’ospite più illustre che abbiamo avuto, ma da noi in Grapperia Nardini sono passati praticamente tutti quelli che sono transitati da Bassano e dintorni nel corso degli anni, un luogo trasversale e vivace dove bassanesi e turisti si incontrano per assaporare la magia di un prodotto e la storia”.

NARDINI EXPORT

La grappa è il distillato per eccellenza della tradizione italiana molto amato in Italia ma apprezzato anche all’estero. Una forte vocazione verso l’estero, che si è sempre manifestata accompagnando gli italiani in giro per il mondo. Nel periodo dell’emigrazione Nardini accompagnava nei viaggi gli italiani magari in una valigia di cartone, oggi viaggia invece in una dimensione social, abbinata al boom della ristorazione italiana nel mondo, accompagnando il dopo pasto della cucina italiana, come grande distillato nostrano a fare la parte del leone dopo cena. Un impulso all’export dato anche sin dagli albori, vista la vicinanza a Venezia, anche perché prima il Brenta sfociava direttamente in laguna, generando traffici da e verso la Serenissima, da sempre maestri del commercio internazionale ante-litteram. Oggi Nardini è esportata nel mondo, con alcuni mercati di riferimento e altre nuove vie della grappa da aprire, all’insegna del made in Italy.

FAMIGLIA NARDINI

Oggi siamo alla settimana generazione in azienda, con i cugini Angelo, Antonio, Cristina e Leonardo Nardini saldamente alle redini della Distilleria. Ci sono già l’ottava e la nona generazione pronte ai box, che stanno studiando per continuare questa storia mitica tradizione famigliare e diffondere la cultura di un prodotto iconico del beverage nel mondo. Dal 1779 Nardini è sempre stata un’azienda a conduzione familiare, entrata a far parte dell’esclusivo club delle aziende familiari bicentenarie “Les Henokiens”. Ma Nardini è una famiglia allargata, in tanti casi ci sono delle intere famiglie che hanno prestato la loro collaborazione praticamente da sempre, da 240 anni. Un record di fedeltà all’azienda che Angelo Nardini spiega così. “In Nardini credo che si stia bene perché i nostri collaboratori si innamorano di una storia, di un prodotto, della possibilità di tramandare con noi la storia della grappa, ci sono oggi dei giovani che hanno visto i loro antenati lavorare in Nardini, tramandando la tradizione della distillazione abbinando le moderne tecniche di lavorazione che nel tempo si sono succedute”.

NARDINI FUTURO

Un’azienda con radici intrise di storie che guarda al futuro. La miscelazione può essere la nuova frontiera della grappa, oppure i lunghi invecchiamenti, insieme ad altri prodotti mitici che hanno fatto scoprire Nardini ai più giovani che poi si innamorano anche loro di questa storia gloriosa. “I giovani ci scoprono con prodotti come il Mezzoemezzo, la Tagliatella e l’Acqua di Cedro. La grappa in miscelazione sta crescendo e siamo stati tra i pionieri sin dal 2006, per il nostro anniversario siamo partner del libro The Grappa Handbook che contiene più di 40 ricette di cocktail create per l’occasioni da mixologist di fama mondiale, che parte dalla storia della grappa e arriva sino ai giorni nostri con la grappa nel food pairing”. Altra chicca in occasione dell’anniversario: la nuova Grappa Riserva Selezione Bortolo Nardini Single Cask 22 anni, in edizione limitata in 3.240 pezzi, il completamento della linea ultra premium di Nardini per portare in una dimensione la grappa dai lunghi invecchiamenti. La storia continua: ora non resta che aspettare la prossima tappa e guardare al futuro- una specialità della famiglia Nardini.

 

+INFO: www.nardini.it

 

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Distilleria Nardini SpA

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