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Racchiudere in una serata e in un cortile milanese, tutto il fascino dell’Amazzonia e di un Gin proveniente da queste terre lontane e stupende di cui si sente parlare molto. Questa in pillole la presentazione di Canaïma, il Gin made in Amazzonia lanciato a Milano a margine di un Gin Day dove è stato tra le grandi novità. Molta attesa per il lancio serale con un party Al Cortile di Milano, perché a fare da cicerone al prodotto un nome notissimo nel mondo della barindustry come Simone Caporale, che in questo progetto ci ha messo anima e corpo.
“Qualche anno fa ero uno dei bartender più fortunati al mondo, perché avevo tutto a disposizione. Allora ho pensato di vedere come mi sarei sentito a non avere niente a disposizione e sono andato Amazzonia in Perù per una settimana. Tutti l’abbiamo vista almeno una volta l’Amazzonia, questa distesa verde di piante e di frutti bellissima, purtroppo quando si va direttamente sul luogo ci sono delle cose che sono sempre tenute molto occulte per questioni che possiamo immaginarci tutti che stanno venendo alla luce con i disastri che stanno provocando gli incendi di questi giorni”.
PARTE DI AMAZZONIA In quel momento è scattata la molla e Simone Caporale, un laghè originario di Ossuccio trapiantato a Londra da una decina di anni, parla con passione, di un progetto quello di Canaïma che è molto più di un lancio di un Gin che viene dall’Amazzonia, è una vera e propria filosofia di vita. “Per facilitare il messaggio abbiamo categorizzato questo prodotto come Gin, ma in questa bottiglia di Canaïma c’è il 95% di una parte dell’Amazzonia, per il resto posso mettere la mano sul fuoco, e in questo periodo in Amazzonia di fuoco ce n’è tanto, sono sicuro che non avete mai sentito una sensazione simile del palato, ricorda il ginepro e le sensazioni di agrumi ma è qualche cosa di unico”. E’ un fiume in piena Simone, un Rio delle Amazzoni, sul predellino analizza il fenomeno della deforestazione e il perché fosse giunto il momento di fare qualcosa di importante per l’Amazzonia anche come industria del beverage. “La differenza tra essere endemico ed essere nativo si capisce quando parliamo dell’anacardo o del frutto della passione, elementi che sono parte delle botaniche che vengono utilizzate per la produzione di Canima. Il nome viene dal Parco nazionale del Venezuala, uno stato dove c’è una parte della foresta Amazzonica che non è solo Brasile ma una serie di paese di Sud America. In natura non ci sono confini o visti turistici”.
SOSTENIBILITA’ Un progetto con una finalità importante e sostenibile, pensato per coinvolgere le popolazioni native della foresta, gruppi etnici che vivono in simbiosi con l’ambiente circostante da milioni di anni che negli ultimi centocinquanta anni stanno rischiando l’estinzione per colpa dell’uomo. “Tutti parlano di sostenibilità e di materiale riciclabile, con Canaïma abbiamo fatto un packaging con degli elementi direttamente biodegradabili, con delle etichette che sono fatte in un materiale decomponibile, vetro e legno vengono realizzati con basso impatto ambientale, mentre tutto il merchandising collegato abbiamo coinvolto le popolazioni native che producono i sotto bicchieri fatti a mano, braccialetti e altri materiali, coinvolgendoli attivamente nel progetto”. In Amazzonia adesso significa oggi, oggi una settimana, per questo dall’idea nata quattro anni fa è passato del tempo sino a oggi perché il prodotto venisse prodotto e commercializzato. Canaïma Gin è prodotto dalla distilleria venezuelana Dusa, proprietà del produttore di Rum Diplomático, caratterizzato da un ricco e complesso profilo di gusto e da una gradazione importante di 47°. Alla presentazione di Milano sono stati serviti drink a base di Canaïma Gin: Amazonian G&G, Canaïma Cobbler, Canaïma Fruit Punch, Gin Sour, Last Word, a testimonianza di una grande versatilità del prodotto.
19 BOTANICHE Un prodotto classificato Gin con molte caratteristiche che lo rendono unico, a partire dalla sua origine e dalle sue materie prime. Un mix di 19 botaniche, composto da 10 tradizionali dei gin, come bacche di ginepro, scorza di arancia, bucce di limone, coriandolo, radice di angelica e comino e 10 di origine amazzonica, in primis l’anacardo amazzonico, la noce di acagiù, l’açaï, una bacca dai grandi poteri ossidanti, moriche, o uva di palma, conosciuto dagli indios come frutto dell’amore, il túpiro, una solanacea sudamericana con un elevato contenuto di ferro, il seje, il frutto della palma amazzonica, e il copoazú, un clone del cacao, chiamato anche cacao bianco. Il processo produttivo prevede invece che ogni botanica venga macerata e distillata singolarmente in un pot still in rame in piccoli lotti da 500 lt, con i singoli distillati che vengono uniti in proporzioni diverse dal master distiller dando vita così al prodotto, imbottigliato in bottiglie da 700 ml. “Siamo subito saliti a bordo di questo progetto perché ci abbiamo creduto sin da subito- spiega Edelberto Baracco, Ceo Compagnia dei Caraibi distributore in esclusiva per l’Italia- è un prodotto vero così come è autentica la storia che ci sta dietro, con una forte connotazione di sostenibilità”. L’appello di Simone Caporale, che sarà in Colombia nella foresta Amazzonica tra dicembre e inizio anno per piantare degli alberi, punta alla sostenibilità. Con Saving The Amazon, un’applicazione che mette insieme tecnologia e capitale umano, sarà possibile donare un albero, magari un’idea originale per Natale, per contribuire alla reforestazione della foresta Amazzonica e seguire passo il programma di rimboschimento della regione, attraverso la donazione di alberi che vengono piantati dalle stesse comunità.
INFO www.compagniadeicaraibi.com
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