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Il 1954, un anno che ha fatto epoca negli Stati Uniti nella musica, nel cinema, nel vita mondana. E nel bourbon. Elvis si affacciava alle classifiche mondiali, Marlon Brando trionfava agli Oscar con “Fronte del Porto”, Marilyn Monroe sposava Joe Di Maggio. E Jimmy Russell iniziava la sua carriera nella distilleria Wild Turkey. Momenti iconici che hanno formato la storia degli Stati Uniti e in qualche modo del mondo intero.
Sono passati sessantacinque anni da quel 1954 – il 10 settembre, per la precisione, Jimmy varcò le soglie della distilleria – ma la sua eredità continua a vivere. Giusto celebrare il Mastro Distillatore dall’attività più lunga che mai sia vissuto. Non ha bisogno di presentazioni, pressoché l’ultimo esponente della sua categoria. Una leggenda, il Buddha del Bourbon, il Mastro Distillatore dei Mastri Distillatori. Marito, padre, nonno, bisnonno. Amico. La personificazione dell’eleganza del Sud degli Stati Uniti, appassionato della vita e del whiskey. Non avremmo mai assistito al boom del bourbon senza Jimmy e i suoi compari, che hanno risollevato il distillato in un momento di declino. Jimmy le ha viste tutte, e Wild Turkey è il testamento della sua perseveranza.
Quest’anno si sta rivelando particolarmente entusiasmante per il clan Russel. Eddie ha da poco rilasciato la sua quarta Master’s Keep, il Cornerstone Rye, accolto con enorme favore; Bruce è tornato in Kentucky per prendersi il suo posto come global ambassador e occuparsi della barricaia; JoAnn sta seguendo le orme di Jimmy come portavoce del mantra Wild Turkey (distribuito da Campari), viaggiando per discuterne e divulgarlo. Jimmy? Più spesso di quanto si pensi lo si trova sulla sua sedia preferita nel Centro Visite della distilleria, assalito dai fan, a firmare bottiglie e farsi fotografare. Chissà quanti brindisi gli saranno stati dedicati in azienda, quest’anno.
Fonte: fb101.com
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