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Che fosse un momento d’oro per il bere italiano non era certo cosa nascosta. Dal sempreverde star system del vino, passando per gli ottimi risultati nella mixology e la riscoperta di prodotti storici come vermouth e liquori del territorio. Ma Nonino, azienda fondata nel 1897 a Percoto (UD) ha raggiunto un livello ancora superiore: è stata infatti insignita del Wine Enthusiast Award al Palace of Fine Arts di San Francisco, lo scorso 27 gennaio.
Nello specifico, Nonino è stata decretata come vincitrice nella categoria “Spirit Brand / Distiller of the Year 2019”, in quella che di fatto è la più importante kermesse mondiale relativa al mondo del vino e dei distillati. Un traguardo enorme, evidenziato dalla commozione di Giannola Nonino al momento del ritiro del premio: lei che negli anni ’70, insieme al marito Benito, aveva iniziato a incidere il solco della produzione della grappa di qualità, snellendo e donando eleganza a un prodotto fino ad allora ritenuto grezzo e artigianale nel senso negativo del termine. Una visione rivoluzionaria, si legge nella motivazione del conferimento, votata alla “capacità di ridisegnare un distillato tradizionale per l’era moderna, tanto da rappresentare the Best of Made in Italy. Un continuo impegno verso l’eccellenza basato sulla ricerca dell’innovazione, nel rispetto della cultura e dell’identità del territorio”.
Si respirava storia già all’inizio della tradizione Nonino, quando Antonio, padre di Benito, sposa nel 1927 Silvia Milocco, che sarà la prima grappaiola d’Italia. Breve il passo fino al 1973, forse vera pietra miliare dell’azienda, l’avvio della produzione di Monovitigno® Nonino, distillando separatamente le vinacce dell’uva Picolit. “Questo premio conferma come tutto sia possibile”, racconta Elisabetta Nonino, figlia di Giannola e con lei sul palco per la premiazione. Una prima volta assoluta per un brand di grappa, il coronamento di un percorso che porta il prodotto “da umili origini a Regina dei distillati. È stato l’obiettivo della nostra vita”. E adesso è realtà.
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