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“Una gara tra bartender, per i bartender”. È già iniziata l’edizione 2020 della Head to Head Bartender Competition, l’unica gara da strada che vede i partecipanti sfidarsi a eliminazione diretta. Roma, Milano, Firenze e Napoli le città che la ospiteranno, con gli appuntamenti della Capitale già conclusi: si sono qualificati Daniele De Angelis (Argot Roma) nella tappa allo Stadlin, e Emanuele Ansuini (Club Derriere Roma) al Drop. Il meglio deve ancora venire.

Head to Head Competition (foto Federico Priori)

In principio fu solo Roma. L’idea fu di Cristian Lorusso, che nel 2014 diede il via alla prima edizione. Dopo appena tre edizioni il coinvolgimento integrale di Daniele Cicchinelli,  Cleide Strano e Paolo Sanna, figura storica del panorama del bere capitolino, che ha portato la manifestazione a estendersi su tutto il territorio nazionale. Roma e Milano restano le tappe fondamentali, mentre negli anni sono state toccate Bologna e Modena, Verona, Treviso, Lucca, Firenze, Torino, la Sicilia. Per questo 2020, il carrozzone H2H sosterà anche a Napoli. Sessantaquattro competitors in otto tappe distinte, la finale assoluta il 6 aprile in una location d’eccezione e ancora da svelare.

Patrick Pistolesi – Head to Head Competition (foto Federico Priori)

È inoltre l’anno dei record: addirittura più di seicento richieste di partecipazione, con concorrenti che hanno accettato di iscriversi anche nelle location più lontane da casa e mettersi in viaggio e in gioco. “Una gara amichevole tra bartender, per i bartender”, come la descrive Sanna, sostenuto nell’organizzazione e nella realizzazione anche da Patrick Pistolesi, patron del Drink Kong di Roma (entrato nei top 100 bars lo scorso anno) e Alex Frezza de L’Antiquario di Napoli, presidenti di giuria; a differenza delle competizioni classiche, Head to Head si propone di essere più fruibile e meno impostata, a partire dalla assenza di brandizzazione. Si gareggia con più prodotti di più sponsor, che ci sono eccome perché attratti da un concetto fresco e dinamico, su tutti e da sempre, Campari, che dalla prima edizione insiste su quanto “sarebbe poco logico non credere in un format del genere”.

Il formato è rivoluzionario e pressoché unico: i competitors si sfidano in un tabellone tennistico, sorteggiato a inizio giornata. Una serie di scontri a eliminazione diretta quindi, che si distacca dalla linea delle competition classiche dove i partecipanti gareggiano tutti contro tutti, e un solo vincitore che tornerà a versare e stupire nella finalissima. Sopratutto un concetto di gara innovativo: ogni duello è caratterizzato da una difficoltà diversa, dall’uso della lingua inglese al divieto di usare una certa tecnica di miscelazione, dalle limitazioni nel tempo della performance ai vincoli per le dosi di prodotto da utilizzare. E i concorrenti non conoscono le regole se non al momento della loro prova: reattività, fantasia, freddezza, “Head to Head è la competizione perfetta come anticamera delle grandi gare globali” racconta Pistolesi, “perché già concentra tutto quello che un barman deve fare ed essere per soddisfare un cliente e cambiargli la serata”

L’aria nuova si respira già dalle selezioni: non ci sono ricette da inviare, a essere scelti sono i barman che dimostrano di avere personalità, un buon curriculum, un cavallo di battaglia interessante e una motivazione di ferro. Regola aurea: tutti i partecipanti devono essere under 30, motivo di enorme orgoglio per Sanna. “Negli anni abbiamo visto vincere ragazzi che adesso sono ai banconi più rinomati d’Italia e non solo, magari sono diventati brand ambassador di rilievo. Ci è sembrato giusto dare visibilità anche e forse a maggior ragione, ai giovani che non hanno ancora un nome ma hanno voglia di fare”. L’obiettivo infine è quello di varcare i confini: “È un format con potenziale enorme. Andrebbe alla grande anche all’estero, e in futuro contiamo di arrivarci”.

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