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Le cene di domani per chi resta a casa oggi. Con l’iniziativa “Save One Seat” è possibile comprare, già da adesso, una cena (o un pranzo) da consumare alla riapertura dei propri ristoranti preferiti. Una sorta di “restaurant-bond”, insomma, per una causa sicuramente nobile.
Il contesto – A seguito dell’emergenza COVID-19 e delle restrizioni sulle aperture al pubblico dei locali italiani, più di 300.000 punti ristoro hanno dovuto chiudere, lasciando a casa quasi un milione e mezzo di addetti ai lavori. La missione è quella di supportare il settore della ristorazione italiana nel breve periodo fornendogli liquidità per limitare gli impatti economici delle necessarie misure di prevenzione.
Nasce così “Save One Seat” (Salva Un Posto), una piattaforma creata per supportare economicamente i ristoranti e i bar di tutta Italia durante questo periodo delicato. L’idea di base è semplice: chiunque può scegliere un ristorante e comprare oggi un buono per un pasto futuro da spendere alla riapertura del locale selezionato. I punti ristoro avranno così liquidità immediata per ripartire dopo la crisi e i clienti avranno a disposizione 12 mesi dall’acquisto per poter utilizzare il Buono SOS. I ristoratori possono registrarsi gratuitamente a questo link (saveoneseat.typeform.com/to/vurjhb) e creare un loro profilo sul sito. “Save One Seat” è un’iniziativa no profit, che non prevede quindi alcuna commissione per il servizio offerto, e sono già oltre 150 i ristoranti registrati in tutta Italia.
Il progetto – “Save One Seat” è un’iniziativa ideata e promossa dall’hub di Roma dei Global Shapers, estesa poi a tutti gli hub italiani che hanno collaborato alla realizzazione. I Global Shapers sono un’organizzazione di giovani sotto i 30 anni, nata nel 2011 per iniziativa del World Economic Forum, con hub in oltre 400 città in tutto il mondo. In Italia sono presenti in nove città (Torino, Milano, Trento, Venezia, Genova, Firenze, Roma, Bari, Palermo) e operano come associazione di promozione sociale. Formati da volontari con competenze diverse, eseguono lavori differenti e provengono da varie zone geografiche, ma sono uniti da un comune desiderio di plasmare il presente e migliorare il futuro per costruire un mondo più pacifico e inclusivo. Le attività includono progetti di promozione delle pratiche sostenibili a livello locale, progetti di educazione alla sostenibilità e all’imprenditorialità, e progetti di inclusione sociale, per esempio di migranti e di giovani detenuti.
“Vogliamo contribuire nel nostro piccolo a salvare il Paese dalle conseguenze del COVID-19. Lo facciamo senza uscire dalle nostre case, utilizzando le opportunità del digitale e della rete. Ci rialzeremo da questa crisi soltanto con la solidarietà, non solo intergenerazionale, ma anche fra chi ha un lavoro e uno stipendio assicurato, e chi, come i ristoratori e alcuni liberi professionisti, è nell’incapacità di poter guadagnare” – Maria Ida Palmieri, Curator Global Shapers Rome Hub.
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