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La vita è troppo breve per tenere chiuse le migliori bottiglie. Che sia un Chianti Classico acquistabile solo dopo un giro in una vigna nascosta in Toscana, o un Cabernet della Napa Valley che vi è stata regalata per un momento importante. O ancora un acquisto folle, una chicca inseguita per mesi, un lusso che per una volta vi siete concessi. Qualsiasi sia la circostanza, non è improbabile ritrovarsi bottiglie altisonanti ferme a prendere polvere sugli scaffali, in attesa del momento giusto. Ecco, notizia fondamentale: è sempre il momento giusto, e vanno dimenticate le solite scuse.

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DEVE INVECCHIARE – Contrariamente a quanto si pensa, la maggior parte del vino andrebbe consumato entro qualche anno dall’imbottigliamento; per non parlare del vino frizzante, che invece è pronto subito. Ronald Buykuliev, sommelier dell’Estiatorio Milos at The Cosmopolitan a Las Vegas, a raccontato a liquor.com come non abbia senso pensare che un vino abbia un solo momento di eccellenza per essere degustato: ” Il vino si esprime con vari gradi di qualità massima in diversi momenti. Se lo aprite e vi piace, vuol dire che è in uno di questi momenti”. Robert Daugherty, enologo per Winc, è d’accordo. “Il vino è arte commestibile in continua evoluzione. Anche senza essere al meglio, mostrerà sempre qualcosa da apprezzare”. E c’è un trucco per gli impazienti: “Far decantare i vini giovani. Funziona”.

ASPETTARE UN’OCCASIONE SPECIALE – Un vino speciale può essere esso stesso un’occasione speciale. La giusta bottiglia può esaltare una pizza o la carne macinata del vostro hamburger allo stesso modo di come farebbe con tartufo e ostriche. “A volte la spontaneità ci offre un pretesto per festeggiare, ed è la migliore delle occasioni”.

È UN SOUVENIR DI UN VIAGGIO SPECIALE – Il vino in sé può essere effimero, ma può rendere immortali i ricordi e le esperienze a cui si accompagna. “Aprire una bottiglia riporta alla mente momenti precisi. Il momento in cui si stappa è un viaggio nel tempo, va assaporato come se si stesse rivivendo un attimo nel passato”. Per non parlare della delusione che un’attesa troppo lunga potrebbe comportare, come spiega Amy Racine, beverage director di JF Restaurants: “Tenere una bottiglia chiusa troppo a lungo potrebbe farci dimenticare il gusto che aveva quando lo avevamo assaggiato durante il viaggio”. Una regola andrebbe sempre tenuta a mente: l’effetto “Rosè di Provenza”, per il quale due bottiglie identiche di vino non avranno lo stesso sapore se consumate in due luoghi diversi. Il contesto è tutto.

NON C’È IL GIUSTO CIBO DA ABBINARE – Non lasciatevi abbindolare da usi ormai dimenticati: il vino rosso con la carne, il vino bianco con il pesce. A dirla tutta, a volta il cibo non è nemmeno necessario. “Moltissimi vini sono strepitosi da degustare da soli, senza accompagnamento di pietanze” spiega Michael Biddick, proprietario e sommelier del Blend 111 di Vienna, in Virginia. “In Francia esiste una distinzione apposita, il vin de soif, vino per la sete”. Se siete in cerca di uno snack, arrangiatevi con qualsiasi cosa, potreste rimanere sorpresi dal risultato. E ricordate che il miglior accompagnamento per un vino è in realtà una persona speciale.

NON È ALLA GIUSTA TEMPERATURA – Si tende a servire il rosso troppo caldo e il bianco troppo freddo; il primo mostra quindi una spinta alcolica esagerata, il secondo perde la carica aromatica. Niente panico: basta mettere il rosso in frigo e il bianco a temperatura ambiente per qualche minuto: se non avete tenuto in fresco la vostra bottiglia, è sufficiente metterla in acqua e ghiaccio per quindici minuti.

IL TAPPO È SECCO, QUINDI IL VINO NON È BUONO – Il turacciolo si rapprende per vari motivi: custodire il vino per mesi in frigo, o in un posto caldo, o in verticale invece che in orizzontale. Un tappo secco permette all’ossigeno di entrare nella bottiglia e potenzialmente rovinare il vino, ma gli effetti non saranno sempre catastrofici, una minima ossidazione può portare addirittura benefici. “Spesso apro bottiglie andate a male che però acquistano un colore o una struttura eccezionali”, racconta Daugherty. Il vino evolve in modi affascinanti.

NON SAPETE COSA SIA, COME LO ABBIATE AVUTO E DA QUANTO TEMPO LO AVETE – Il regalo di un ospite per una festa del 2016? Il Babbo Natale segreto in ufficio lo scorso anno? Magari non avete idea di come una bottiglia di vino sia finita nella vostra cantina, figurarsi se si tratti di una patacca commerciale o una rarità estrema. Potreste giocarvi tutto e aprirla, o magari fare un po’ di compiti e buttarvi in una minima ricerca, tra app e esperti. Non si sa mai abbiate tra le mani un gioiello unico.

STATE ASPETTANDO IL VOSTRO AMICO ESPERTO PER APRIRLO INSIEME – Per quanto sia senz’altro meraviglioso avere qualcuno che beva con voi mentre usa espressioni come “struttura tannica” o “macerazione carbonica”, ogni tanto va anche bene abbassare i toni. “Il miglior giudizio è capire se piace o non piace”, dice Ward. “Non è necessario analizzare il vino come farebbe un esperto, è un prodotto soggettivo, personale. Invitare amici per condividere una bottiglia è sempre una buona idea, è invece inutile conservare una bottiglia per un esperto che ti spieghi perché quel vino è buono”. I vignaioli producono vino perché la gente ne goda. Non perché sia tenuto in una teca come al museo.

fonte: liquor.com

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