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Alzi la mano chi almeno una volta non ha storto il naso, al solo sentir parlare di birra analcolica. Come se la sola assenza di alcool, al netto di una fragranza assolutamente intatta, comportasse un’automatica diminuzione della bontà del prodotto. Un mito da sfatare, insomma, e un colosso come Carlsberg ha deciso di convincere i consumatori di tutto il mondo, partendo dall’Asia. E dal prezzo.
L’azienda danese, leader mondiale, ha infatti lanciato a metà luglio la propria linea di birra analcolica, nelle versioni pilsner e wheat beer, sul mercato di Singapore. Si tratta del primo passo di Carlsberg nel settore dei prodotti analcolici in Asia, e per incentivarne il consumo, il brand ha proposto agli acquirenti online delle capsule d’assaggio al prezzo simbolico di 0.10 dollari singaporegni (0.07$). Con buoni frutti: “Molti consumatori si sono detti sorpresi di riscontrare un sapore pressoché identico alla birra tradizionale”, racconta Olivier Dubost, general manager di Carlsberg Singapore. “Sempre più persone si informano e si allineano a uno stile di vita sano, sia in casa che fuori, e noi ci siamo sentiti in dovere di proporre loro alternative che fossero sullo stesso piano”.
Entrambe le varianti hanno meno dello 0.5% d’alcool al loro interno: la Carlsber Acohol Free Pilsner conferma i sentori dell’iconica Pilsner danese del brand, con aromi di pino, luppolo e nocciola, più ruvidi. La Carlsberg Alcohol Free Wheat è invece più fruttata e agrumata, meno impegnativa e amara, quasi più simile a una bevanda gassata analcolica. Il responsabile del mercato analcolico Carlsebrg nel mondo, Kristoff Lundgren, sostiene che Carlsberg sia “il primo player in Singapore a lanciare due varianti sotto lo stesso brand, per incontrare i favori di diverse fasce di consumatori”.
Il processo produttivo differisce leggermente da quello tradizionale. Nella Pilsner analcolica, ad esempio, gli ingredienti rimangono gli stessi con malto, luppoli, acqua e lieviti; ma il calore apportato è più gentile, per conservare l’aspetto organolettico ma eliminare l’alcool. Nella wheat beer, la fermentazione viene interrotta in una determinata fase, diversa da quella tradizionale. La sede manifatturiera è in Svizzera, e il contenuto calorico è minore rispetto alle alternative classiche: 66kcal per la pilsner e 108 per la wheat beer, a fronte delle 189kcal della Carlsberg standard. Secondo Lundgren, l’azienda punta a inserire la variante analcolica in tutti i propri mercati, entro il 2022.
Dubost ha raccontato a FoodNavigator Asia di come il trend delle bevande analcoliche sia aumentato esponenzialmente in Europa, con incrementi addirittura in doppia cifra: “In mercati come Spagna e Svezia, le birre senza alcool ammontano al 12-13% del totale vendite”. E le previsioni parlano di numeri simili nel futuro del mercato asiatico: in Giappone siamo già al 4%. “La presa di coscienza sulle abitudini sane, e l’impatto del Covid-19, hanno portato i prodotti analcolici a moltiplicare il proprio potenziale. Singapore potrà essere un’enorme conferma, crediamo molto in questo paese”. La Carlsberg 0.0%, presente in Europa, non è ancora disponibile in Asia. Nello stato di Singapore le lattine di birra analcolica saranno vendute nel formato classico (33cl) sia individualmente che in cartoni da 4.
fonte: beveragedaily.com
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