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Sarà una Giornata Mondiale dell’Enoturismo particolare quella di oggi domenica 8 novembre 2020, ideata da Recevin in collaborazione con le Associazioni nazionali delle Città del Vino europee. Un turismo del vino che prima del Covid-19 stava crescendo anno su anno, un processo che necessariamente ha dovuto riorganizzare la propria offerta,  tra feste del vino, convegni, seminari, degustazioni e mostre di prodotti tipici. I nuovi lockdown e le restrizioni ai viaggi hanno imposto una riflessione per uscire dalla crisi.

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Parola d’ordine digitalizzazione, un processo di innovazione avviato in primavera che deve andare avanti. Basta un dato per far capire il livello a cui siamo arrivati, solo il 22% delle cantine italiane vende esperienze online contro il 29% delle concorrenti spagnole. Ancora poco sfruttato è l’e-commerce sul portale dell’azienda, che pesa solo il 13% in Italia mentre rappresenta il 21% per le cantine della penisola iberica. Solo un terzo delle cantine italiane vende degustazioni virtuali, conversazioni e talk online, virtual tour, appoggiandosi spesso ad intermediari specializzati, a differenza di quanto avviene in California e Francia, dove l’e-commerce aziendale vede coinvolte la gran parte delle cantine. Giovedì 5 Novembre un webinar organizzato da Roberta Garibaldi, presidente dell’Associazione Italiana Turismo Enogastronomico con l’agenzia di comunicazione DOC-COM, per discutere sulle prospettive dell’enoturismo, con la partecipazione di Nicola D’Auria, presidente nazionale Movimento del Turismo del Vino, Donatella Cinelli Colombini, presidente nazionale Donne del Vino e Paolo Privitera, CEO di Evensi.

Il settore enoturistico ha vissuto una ripresa durante i mesi estivi – afferma Roberta Garibaldi – a conferma della sua centralità nelle preferenze dei turisti, italiani e non. Per fronteggiare la crisi sarà fondamentale rispondere e fornire soluzioni, garantire il sostegno economico da parte delle istituzioni e stimolare la digitalizzazione del settore”. La centralità di un settore come quello enoturistico è testimoniata da eventi come Calici di Stelle e Cantine Aperte in Vendemmia. “Non possiamo non segnalare un bisogno di fare quel passo digitale in avanti, a livello delle singole aziende, ma soprattutto a livello nazionale- afferma Nicola D’Auria- La crisi può essere lo stimolo giusto, sia per noi vignaioli sia per le istituzioni, per andare in questa direzione e realmente aiutare un comparto che coinvolge con reti e collaborazioni moltissimi enti”.

Il Covid-19 ha determinato un cambio di paradigma dalle cantine italiane, come emerge dall’indagine condotta dal Wine Tourism International Think Thank. Visite guidate e degustazioni negli spazi aziendali rimangono le più offerte, che scendono rispettivamente del 24% e del 22% rispetto al periodo pre-pandemico. Diminuzione del numero di dipendenti dedicati ai servizi turistici, che passa da 3,4 a 2,8. La pandemia ha portato alla crescita di altre experience all’aria parta, picnic (+9%) e degustazioni di vino nei vigneti (+6%), oltre che un aumento della vendita di vini attraverso lo shop aziendale (+4%). Il turista sta cambiando, con scelte di prossimità e per brevi periodi. Target i residenti e i piccoli gruppi di persone del luogo, i quali ricercheranno proposte e servizi ad hoc. Maggiore propensione al viaggio avranno i Millennials, che accetteranno una più alta quota di rischio Covid. Più italiani e meno stranieri, come conferma il portale Divinea, dal 53% delle esperienze era acquistato da turisti internazionali, si è passati al 70% rappresentato da italiani. L’andamento delle presenze in cantina appare correlato fortemente alla propensione a rilasciare recensioni. The Data Appeal Company ha analizzato le presenze, dopo la crescita estiva sono apparse in forte calo già nel mese di ottobre, un gradimento decisamente più alto in questi mesi rispetto ai ristoranti (92,1/100 vs 86,1/100).

Il 31% delle aziende intervistate ha dichiarato cali nella vendita di servizi turistici superiori al 70% rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente. Il 66% si è affidato alla vendita online, il 57% alla consegna a domicilio, il 31% a voucher per future visite e 22% alle degustazioni virtuali. Fondamentale che il settore sia supportato e aiutato nel processo di innovazione attraverso sovvenzioni, prestiti garantiti e formazione. La diversificazione delle proposte e il connubio con la cultura locale sono due strumenti per la ricostruzione della filiera enoturistica su basi più sostenibili e inclusive, indicati rispettivamente dall’81% e dal 78%.  Strategico raccogliere i dati di visitatori effettivi e potenziali, compresi non solo i clienti tradizionali, ma anche quelli online.

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