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Non è certo una novità: la crescita dell’e-commerce è evidente ormai da una decina d’anni, con il progresso tecnologico che rende possibile l’acquisto di qualsiasi prodotto, a qualsiasi ora e da qualsiasi luogo. La pandemia di COVID-19 ha però incentivato questi meccanismi, influenzando le abitudini dei consumatori che si sono rivolti a piattaforme di commercio online anche per beni di prima necessità. E il settore beverage non ne è rimasto escluso, anzi.

Annuario Birre Italia Birritalia 2023-24 Beverfood.com
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Secondo una ricerca di giugno 2019 di Statista, con proiezioni per gli anni 2015-2023, le vendite online equivalevano al 14.1% delle vendite totali nel mondo. Con la continua espansione dell’eCommerce (+4-6% l’anno negli ultimi quattro anni), le previsioni parlano di un 22% del totale entro il 2023. L’aumento del trend è stato pressoché esplosivo durante la pandemia, grazie soprattutto agli strumenti che il digitale offre agli addetti ai lavori: secondo Tim Ahlenius, vice presidente per le strategie dell’agenzia di digital marketing Americaneagle.com, “è molto più facile per noi ottenere dati e statistiche, perché è tutto tracciabile online. Possiamo vedere chi acquista, quando, le preferenze, le abitudini, e utilizziamo questi dati per ritagliare le nostre offerte di conseguenza”.

Stante l’enorme utilizzo di telefoni cellulari per gli acquisti online, le agenzie di comunicazione e pubblicità si trovano adesso con numerose opportunità per raggiungere i consumatori: tempo di navigazione e agilità nel passare da un’offerta all’altra sono tutti elementi che rendono il commercio su internet piuttosto vantaggioso. Ciononostante, gli ostacoli ci sono eccome: “Il mercato online è saturo. Buona parte degli acquirenti si fida dei primi risultati che trova su Google, cosa che penalizza quelle attività che non implementano una buona strategia SEO”. E la sicurezza è un altro tema caldissimo: “I protocolli sono cruciali per qualsiasi business online, perché lo spazio dell’eCommerce si muove a velocità sostenuta, nulla rimane com’è per troppo tempo ed è facile incappare nei cosiddetti bug”. Altro snodo importantissimo, mantenere le promesse: “Le consegne puntuali saranno sempre più problematiche perché i materiali potrebbero scarseggiare e i problemi logistici sono evidenti, in questo momento”, motivo per cui il suggerimento è quello di essere il più trasparenti possibile.

Secondo Ahlenius, l’impatto del COVID-19 sull’eCommerce ha coinvolto il mondo del bere a causa delle chiusure dei punti vendita. “Per fare esempi pratici, Costco (grandi magazzini USA, ndr) ha visto un’impennata di ordini, mentre Starbucks un’importante decrescita, dato che tutti ormai lavorano da casa e nessuno si ferma per un caffè”. Quanto agli alcolici, il passaggio dalle enoteche all’online è stato drastico: “L’ormai stabile utilizzo del commercio in rete riorganizzerà l’intero sistema e gli equilibri di potere tra produttori, distributori e venditori: le aziende storicamente forti di una buona rete di distribuzione avranno sempre meno influenza”. Ci si aspetta invece un balzo in avanti per i negozi online, come Drizly.com, perché dotati di immense banche dati che “permetteranno loro di essere flessibili e adattarsi ai bisogno di ciascun singolo cliente”. 

Secondo dati Nielsen, l’eCommerce relativo a prodotti alcolici ha visto le proprie vendite decollare di un impressionante +234% tra marzo e aprile, e il rapporto sui consumatori del 2020 di Drizly.com indica che questo aumento è destinato a durare: anche con la riapertura dei punti vendita, gli acquirenti ormai abituati a bere a casa continueranno a farlo, “almeno per il prossimo anno”. Categorie come distillati e vini premium saranno più inclini a essere acquistati online, rispetto a birre, sidro e simili, e il comparto dei cocktail ready to drink è da tenere d’occhio. Ahlenius segnala inoltre che entro il 2022 la spesa online (inteso come beni di primo consumo) negli Stati Uniti varrà cento miliardi, grazie all’utilizzo di piattaforme con ordini automatici, carrelli flessibili, abbonamenti e simili (si prenda ad esempio Amazon Smart Shelf). “I negozianti dovrebbero intercettare il trend e attrezzarsi con un proprio shop online, e iniziare a pensare a un piano di digital marketing, sia nella propria comunità che oltre i confini locali”. 

 

 

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