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Lorenzo Dabove (in arte Kuaska), il più grande esperto di birre artigianali in Italia, ha condotto per conto di Beverfood.com un’ampia panoramica sui microbirrifici emergenti in Italia dal 2008 al 2018, intervistando i titolari/fondatori di ciascun Birrificio. Questo articolo è dedicato al birrificio Del Vulture con una intervista ad Ersilia D’Amico ( www.birrificiodelvulture.it )
Ersilia D’Amico coadiuvata dal marito Donatello è una valente birraia dalle idee chiare. Per il suo Birrificio del Vulture a Rionero del Vulture nel potentino ha iniziato con birre beverine per poi gradatamente aggiungerne di più strutturate ma sempre all’insegna dell’equilibrio e della piacevolezza della bevuta. Partecipa spesso a importanti manifestazioni per far conoscere le sue buonissime birre e la sua amata terra lucana. Lascio ora la parola a questa giovane donna dall’aspetto mite e timido che invece rivela una grinta davvero notevole.
Quali birre/birrai/birrifici, sia italiani che stranieri, sono stati la vostra fonte d’ispirazione?
Quando abbiamo iniziato a conoscere il panorama italiano erano ancora pochi i birrifici che vantavano delle produzioni con una qualità sempre continua e non altalenante, tra questi consideriamo sicuramente Birrificio Italiano, Grado Plato, Lambrate, Toccalmatto, Ducato… e insieme a questi abbiamo assaggiato De Dolle, Cantillon, e ancor di più birrifici americani come Great Divide, Flying Dog, Sierra Nevada… ecco diciamo che i nostri stili si avvicinano più a quelli angloamericani e soprattutto quando parliamo di stout e porter, che poi sono tra le nostre birre preferite.
Differenze, nel bene e nel male, tra l’epoca della vostra partenza e quella attuale con particolare riferimento all’aria che tirava e che tira oggi.
Quando abbiamo aperto sentivamo che nell’aria c’era qualcosa che stava cambiando, il numero dei birrifici stava crescendo, molto spesso ci siamo resi conto che chi si avvicinava a questo mondo non era un vero appassionato, con la conseguenza che i prodotti che si affacciavano sul mercato erano abbastanza discutibili. Questo ha i suoi pro e i suoi contro, da una parte allontana la gente dalla birra artigianale, ma per un altro verso eleva i birrifici che producono con passione, perché chi si ritrova a bere un prodotto nettamente di qualità e ha bevuto sempre prodotti scadenti, anche se non è un intenditore, riconosce la differenza ed il valore di quello che ha bevuto.
Avete qualche sassolino nelle scarpe?
Fortunatamente prima o poi i sassolini ce li togliamo tutti, non le mandiamo a dire!!! Cerchiamo di creare un ambiente collaborativo nella nostra regione, ma ci siamo trovati a confrontarci con persone che non hanno avuto atteggiamenti corretti nei nostri confronti, queste cose sono particolarmente fastidiose, soprattutto in un contesto in cui abbiamo bisogno di crescere insieme. Comunque noi continuiamo testardi per la nostra strada e nessuno ci fermerà!
Cosa vi fa andare avanti e quali sono le prospettive future?
Ci piace quello che facciamo, abbiamo fatto tanti sacrifici e continueremo a far crescere questa nostra creatura, siamo motivati anche da tanti riscontri. Il nostro obiettivo è di implementare la nostra produzione, siamo partiti con un piccolo impianto ma cresceremo sicuramente.
Una battuta per concludere: “Quale birra avreste voluto creare voi e che invidiate ai vostri colleghi, sia italiani che stranieri?”
Non è un segreto, lo sanno tutti, me la conservano e me la regalano spesso: la Yeti di Great Divide!! La adoro!!!
+info: www.birrificiodelvulture.it
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