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“Better Gin, safer Elephants”. È questo il motto di Elephant Gin, realtà nata nel 2013 con l’obiettivo dichiarato di portare sul mercato un distillato di qualità Premium e, al contempo, di fare qualcosa di concreto per aiutare un animale sempre più a rischio, prodotto distribuito in Italia da Compagnia dei Caraibi.
Una mission davvero nobile, che Beverfood.com si è fatta raccontare direttamente dal Brand Ambassador e Brand Manager dell’azienda, Igor Pazienza: “Elephant Gin produce una linea di Gin pluripremiati, realizzati artigianalmente con rari ingredienti africani che vanno così a conferire loro un profilo aromatico unico. Sebbene la sua storia sia cominciata in Sudafrica, Elephant Gin viene prodotto a mano in Germania con un focus sugli standard di produzione di altissima qualità. Il gruppo vuole restituire qualcosa a ciò che lo ha ispirato e devolve quindi il 15% dei suoi profitti alle fondazioni africane che supportano la conservazione della natura selvatica africana come www.sheldrickwildlifetrust.org, biglife.org, thewildlifespirit.com”.
Com’è nata l’idea di un Gin ispirato all’Africa?
“L’idea di un Gin ispirato all’Africa è nata pensando al Sundowner, una specie di aperitivo serale che si sorseggia al tramonto dopo una giornata trascorsa nelle savane sudafricane. I suoi cocktail rappresentano una grande tradizione in Sudafrica e il più delle volte consistono in un ‘semplice’ Gin Tonic. Direi così che i presupposti per la realizzazione di Elephant Gin sono stati l’amore per la natura selvatica africana e le sue piante esotiche, con la convinzione che queste sarebbero diventate un ingrediente interessante in un prodotto Premium, insieme a botanici tradizionali come ginepro, scorza d’arancia e mela”.
Quali botaniche tipiche del continente africano si possono trovare in Elephant Gin?
“Ce ne sono parecchie, penso ad esempio a baobab, coda di leone, artiglio del Diavolo, artemisia africana e bucco”.
Ingredienti diversi che danno vita a Gin nettamente diversi…
“Esattamente. Dal 2013 l’azienda produce: Elephant Gin London Dry, 45 ABV con note aromatiche quali ginepro, mela fresca e bucco; Elephant Strength Gin, 57 ABV, con ginepro, scorza d’arancia, pino mugo e coda di leone; Sloe Gin, 35 ABV, con prugnolo selvatico in aggiunta alle caratteristiche del London Dry. Ogni tipologia di Gin è diversa dalle altre per colore, etichetta interna, nome del rispettivo elefante e collo della bottiglia. Un’interessante curiosità è poi il fatto che i Masai Beads posti sulla bottiglia di Sloe vengono prodotti direttamente da donne di una tribù Masai”.
Qualità come parole d’ordine. Qual è il processo produttivo che si nasconde dietro alla realizzazione di ogni bottiglia di Elephant Gin?
“Il processo di distillazione avviene lentamente e tutti i botanici macerano per un giorno prima della distillazione all’interno dell’alambicco, estraendo così il livello ottimale di sapori e aromi. L’utilizzo di un tradizionale alambicco di rame e la lavorazione in piccoli lotti da 600 bottiglie garantiscono la migliore qualità possibile in ogni bottiglia. Tutte le bottiglie sono poi scritte ed etichettate a mano, riportando il numero di lotto e il nome di un elefante che fa parte delle nostre fondazioni”.
Non solo alla salvaguardia degli elefanti, Elephant Gin è molto attento anche al tema della sostenibilità ambientale e a tante altre iniziative benefiche/sociali.
“Cerchiamo di adottare un approccio olistico a tutto ciò che facciamo, producendo il nostro gin nel modo più ecologico possibile. Il focus costante è sulla qualità, non sulla quantità, e sull’innovazione col fine di trovare ogni volta soluzioni efficaci per riutilizzare al meglio i prodotti ‘di scarto’ della nostra distilleria. Abbiamo anche abbandonato la plastica nei nostri imballaggi, ricicliamo tutti i materiali e proviamo a procurarci i componenti dei nostri prodotti localmente, ove possibile”.
Merita un cenno speciale anche il progetto “Wednesday for Wildlife”: ce lo racconti?
“Questo progetto è partito a inizio 2020, in tutta Europa sono stati selezionati dei bar per effettuare un’iniziativa a scopo benefico e in Italia siamo su Milano, Roma e Firenze. Ogni mercoledì raccogliamo fondi per il progetto Wildlife Warrior e i bar/ristoranti che ottengono più di 250 euro ricevono uno speciale certificato insieme a una targa. L’evento oggi è purtroppo sospeso per motivi di forza maggiore, ma vi assicuro che riprenderà il prima possibile”.
Chiosa, non certo per minor importanza, sulla tua carriera professionale: come sei arrivato a collaborare con un marchio così all’avanguardia in campo spirits?
“Ho mosso i miei primi passi come bartender all’eta di 17 anni nei bar dei Castelli Romani. Dopo aver passato vari anni in piccoli locali e, alla fine della mia ultima stagione estiva sul litorale romano, nel 2011 ho deciso di spostarmi a Londra iniziando una delle mie esperienze di lavoro più significative e formative nel cuore di Mayfair. Poco dopo il compimento del mio secondo anno in questo locale, ho intrapreso una nuova avventura in Australia, dove, prima a Perth poi a Sydney, ho vissuto due anni a miscelare dietro i banconi australiani. Terminata l’esperienza australiana, sono stato chiamato per gestire il roof top bar di un private member club nel centro di Auckland. Nel 2016 ho scelto di rientrare in Europa e, dopo un breve periodo di transizione, sono tornato in scena nella città di Barcellona. Il richiamo di casa è stato forte e, a inizio 2017, sono stato richiamato a Roma per lavorare a un nuovo progetto nel centro della mia città. Nel 2018 mi sono preso quindi carico del bancone del Caffè Propaganda, da gennaio 2018 ho iniziato la collaborazione con Elephant Gin come Brand Ambassador per la città di Roma e da marzo come Brand Manager per il Centro-Sud Italia, ma anche per Grecia, Portogallo, Olanda e Croazia. A giugno 2020, come co-proprietario, ho aperto infine Tale Cocktail Bar a Roma nel cuore di Talenti insieme a William Santamaita, Valerio Tullo e Ludovico Lembo”.
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