Nel 2020, l’anno della crisi del Covid-19, il volume di vino consumato cala del 3% e la produzione di vino scende poco al di sotto della media per il secondo anno consecutivo. Gli ultimi dati sulla Cina mostrano la fine della rapida crescita del settore vitivinicolo cinese. Si affacciano, tuttavia, nuove opportunità.
I DATI PRINCIPALI DEL SETTORE VINICOLO NEL 2020
La superficie del vigneto mondiale nel 2020 è stimata in 7,3 Mio ha stabile dal 2017. In leggera crescita, ma sempre nei limite consentito del 1% annuo, le superfici vitate di Francia (797 kha, +0.4% /2019) e Italia (719 kha, +0.8% /2019). Si riducono di qualcosa invece i vigneti di Spagna (961 kha, -0.6% /2019), Portogallo (194 kha, -0.2% /2019), Romania (190 kha, -0.4% /2019), Bulgaria (66 kha, -1.8% /2019) e Ungheria (65 kha, -3.9% /2019). Stabile a 104 kha il vigneto della Germania.
La produzione mondiale di vino, esclusi succhi e mosti, nel 2020 è stimata in 260 Mio hl (+1%/2019), un livello leggermente al di sotto della media per il secondo anno consecutivo. Nel volume totale globale l’UE conta per 165 milioni di ettolitri: +8% (o +12 milioni di ettolitri) rispetto al 2019.Primo produttore al mondo nel 2020 è ancora l’Italia (49.1 mhl), seguita da Francia (46.6 mhl), e Spagna (40.7 mhl); i primi tre produttori contano per il 53% di tutta la produzione mondale 2020.
Il consumo mondiale di vino 2020 è stimato in 234 Mio hl, in calo del 3% rispetto al 2019, toccando il livello minimo di consumo dal 2002. Stabile rispetto allo scorso anno il consumo registrato in Francia (24,7 Mio hl), ma in calo del 7,8% rispetto alla media quinquennale. In Italia invece si registra per il 2020 il consumo più elevato dell’ultimo decennio: 24,5 milioni di ettolitri (+7,5% vs 2019 e +10% sulla media quinquennale). Consumo di 19,8 milioni di ettolitri in Germania (+0,2%). Diminuito il consumo in Spagna (9,6 Mio hl, -6,8% vs 2019); Portogallo (4,6 Mio hl, -0,6% vs 2019).
Negli Stati Uniti, primo mercato del vino di tutto il mondo, registrato consumo 2020 di 33 milioni di ettolitri (in linea con il 2019). Per quel che concerne invece la Cina, consumi per 12,4 milioni di ettolitri lo scorso anno (-17,4% vs 2019); Nel 2020 il mercato mondiale delle esportazioni di vino si è contratto leggermente in volume, toccando i 105,8 Mio hl (−1,7%/2019), segnando invece un calo relativamente consistente in valore, con 29,6 Mrd EUR (−6,7%/2019). L’Italia è il primo fornitore mondiale di vino in termini di volume con 20,8 Mio hl (-2,4% vs 2019), pari al 20% di tutto il mercato globale; seguono Spagna, (20,2 Mio hl, -5,9%), Francia (13,6 Mio hl, -4,9%) e Cile (8,5 Mio hl, -2,2%). La Francia si conferma invece primo fornitore per valore con un fatturato di 8.7 miliardi di euro, ma perde 1,1 miliardi di euro rispetto al 2019 (-10,8%). Export valore dell’Italia attestato in 6,23 miliardi di euro (-154 milioni di euro o -2% vs 2019).
PRINCIPALI TENDENZE OSSERVATE
Comportamenti di consumo eterogenei nel 2020 nei diversi paesi, legati a fattori quali le abitudini nazionali di consumo (peso del vino rispetto al totale delle bevande alcoliche, peso del canale Ho.Re.Ca. ecc.), la durata e la severità delle misure di lockdown e delle politiche associate, quali i divieti di vendita, e il peso del turismo sul consumo di vino nazionale.
Cambiamento del canale di distribuzione: la chiusura totale o parziale del canale Ho.Re.Ca. ha prodotto una caduta del valore delle vendite e, in misura minore, del loro volume, solo parzialmente compensata dall’aumento delle vendite di vino tramite e-commerce e grande distribuzione.
Volume vs. Valore: i vini premium sono quelli che hanno maggiormente sofferto delle chiusure dei ristoranti e delle sale di degustazione, mentre i grandi produttori, che detengono il canale off-premise con controparti della grande distribuzione, hanno ottenuto buoni risultati. Ad eccezione del prosecco, il vino spumante è la categoria di vini maggiormente colpita nel 2020. Al contrario, le vendite di vino bag-in-box sono cresciute notevolmente, sebbene il loro volume complessivo si mantenga basso.
Cambiamenti degli schemi del commercio mondiale dovuti alla combinazione delle previsioni di contrazione della domanda globale a causa del Covid-19 e dell’imposizione di nuove barriere al commercio (dazi ritorsivi degli USA, dazi sui vini australiani della Cina, Brexit).
UN MOMENTO DI NUOVE OPPORTUNITÀ
Nel suo intervento conclusivo, il direttore generale dell’OIV ha ricordato che per i produttori di vino esiste, e continuerà a esistere, la necessità di adattarsi alla diversificazione dei mercati e dei canali di distribuzione. Il direttore generale ha evidenziato le difficoltà che questa situazione va ad aggiungere a un sistema già complesso di per sé, commentando che solo coloro in grado di adattarsi continuamente rimarranno in piedi.
“Il settore è altamente concentrato, e pertanto rischioso. Ciò dimostra che la diversificazione è necessaria, a partire dal consumo”, ha affermato. L’OIV ha tra i suoi obiettivi rendere il vino un bene di consumo più universale. Secondo Pau Roca, “L’Asia, continente nel quale il consumo è in crescita, rappresenta una delle sfide principali del settore vinicolo”.
OIV
L’OIV è l’organismo intergovernativo a carattere scientifico e tecnico avente una competenza riconosciuta nel settore della vite, del vino, delle bevande a base di vino, delle uve da tavola, dell’uva passa e degli altri prodotti della vitivinicoltura. Si compone di 48 Stati membri.
+Info: www.oiv.int