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Conoscenza, esperienza e formazione sono le basi per la produzione di un buon vino. Dave Fletcher ha lavorato duro per anni per arrivare alle competenze che oggi gli permettono di produrre dei grandi vini con la sua Fletcher Wines a Barbaresco, partendo dalla formazione come enologo in Australia e proseguendo con diverse esperienze in giro per il mondo. In Borgogna presso il Domaine Chevrot a Santenay, piccola realtà dove Dave ha visto applicare in vigna e in cantina tutte le tecniche della biodinamica, passando poi ad esperienze in America dove ha fatto l’assaggiatore di uva, un ruolo fondamentale per decidere l’inizio di una vendemmia.
NEBBIOLO LOVE Prima aveva sempre lavorato con il Pinot Noir e lo Chardonnay, ma nel 2006 dopo aver partecipato ad una masterclass sul Barolo, Dave si innamora del Nebbiolo. La definisce un’uva elegante, con un grande potenziale di invecchiamento e un’affascinante espressione del terroir. Da qui inizia a cercare un lavoro in Langa per imparare a conoscere il principe dei vitigni in tutte le sue peculiarità. Nel 2007 inizia la sua prima esperienza come stagista da Ceretto, obiettivo in quegli anni iniziare una produzione di Nebbiolo in Australia, vitigno importato nel 1950, ma non ancora diffuso. Inizia così a seguire una produzione in Australia dove lavora su terreni rossi, ricchi di granite ed un clima molto caldo. Tutti elementi che portano ad ottenere un Nebbiolo completamente diverso da quello langarolo, ricco e corposo, povero di tannini ma caratterizzato da molta dolcezza. La formazione in Langa continua da Ceretto e seguendo la produzione del Barolo presso altre piccole cantine della zona, come quella di Lorenzo Alutto a Ca du Rabajà, realtà oggi non più esistente dove seguiva la produzione del Barbaresco.
AUSTRALIA-LANGA Per un periodo segue due vendemmie di Nebbiolo all’anno, in Langa in fine ottobre e in Australia a fine marzo, nel 2012 sceglie di trasferirsi definitivamente in Piemonte, grazie a un contratto di cinque anni con Ceretto dove ancora oggi è parte integrante del team della cantina. Il desiderio di stabilirsi e iniziare una propria produzione in Langa è sempre più grande, così nel 2013 inizia la ristrutturazione di un vecchio rudere immerso nel verde e vicino al fiume: la Stazione di Barbaresco. Ci vogliono cinque anni di ristrutturazione per completare i lavori nel 2020. Per i terreni da coltivare Dave non ha pensato di comprare, ma piuttosto di affittare delle vigne. Un ettaro e trenta in affitto in diverse MGA, dove ha recentemente piantato nuove vigne non ancora entrate in produzione. In particolare a Starderi, una vigna con esposizione a sud, con filari posizionati sia in verticale che in orizzontale. Un pezzo di vigna a Montestefano affittata da Guido Rivella, anch’essa esposizione a sud dove ha creato filari molto ravvicinati: 1.80 mt di distanza tra un filare e l’altro e 80cm di distanza tra le piante per cercare una protezione dai raggi diretti del sole. Un altro terreno è situato a Roncaglie, concesso da Poderi Colla perché considerato troppo basso e con problemi di umidità per via del fiume, ma questo per Dave non è un problema, anzi i grappoli risultano protetti da eventuali ustioni. Ha poi un piccolo terreno vicino alla stazione di 3000 mt coltivati a Chardonnay.
AGRICOLTURA RAGIONATA In ogni sua nuova vigna, viene posta molta attenzione verso l’innalzamento delle temperature e del cambiamento climatico. Le uve comprate arrivano anch’esse da diverse MGA cercando sempre di comprare dagli stessi produttori per il quale controlla le lavorazioni in vigna. Su questo aspetto, Dave sottolinea un problema presente in Langa che in realtà sta emergendo sempre di più per via delle richieste del mercato che pretende ad oggi attenzioni sempre maggiori verso l’esclusione di pesticidi e trattamenti sistemici. Per questo cerca di incentivare i suoi fornitori all’utilizzo esclusivo di rame e zolfo andando verso un’agricoltura ragionata e biologica.
TANNINI SETOSI Il segreto dei vini di Fletcher Wines è trovare il momento perfetto in cui vendemmiare, un momento che dura meno di una settimana in cui i tannini passano da essere verdi ad essere maturi al punto giusto. Si individua grazie all’esperienza, con l’enologo australiano che ci tiene a seguire personalmente la vendemmia di tutte le sue uve. In cantina utilizza le vasche di acciaio inox aperte per effettuare le fermentazioni che avvengono spontaneamente partendo da una pied de cuve. No raspo, no filtrazioni, utilizzo della semicarbonica con grappolo intero solo per la vinificazione della barbera. Sì a rimontaggi e follature, per l’affinamento utilizza barrique esauste. L’annata 2019 dalle barrique, si può dire che rimane espressiva in ogni singolo cru, tutti vantano proprie caratteristiche ma accomunate da eleganza, tannini setosi e maturi, e con un frutto che regala infinita piacevolezza. Si prospettano dei grandi vini. Al momento la sua produzione è destinata al 99% all’estero ed è praticamente introvabile in Italia, ma dal prossimo anno sicuramente dedicherà una piccola distribuzione anche sul territorio per la sua gamma che va dalle 12.000 alle 15.000 bottiglie prodotte.
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