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Il frutto dell’amore. Per sé stessi, per gli altri, per la famiglia, per il lavoro e, ovviamente, anche per il buon vino. Questa è l’essenza di “TJ”, la nuova doppia novità lanciata dall’azienda agricola toscana Tamburini insieme al friulano Michele Jermann.

Estesa su un’area di 50 ettari che comprende meravigliosi vigneti nel Chianti e nell’area di Montalcino, oltre a oliveti e splendide aree boschive, la celebre cantina di Gambassi Terme ha lanciato il suo primo rosato e, al contempo, anche il suo primo vino con tappo a vite Stelvin. Figlio dell’unione professionale e privata di Emanuela Tamburini, titolare dell’azienda toscana e presidente del Movimento Turismo del Vino Toscana, e suo marito Michele Jermann, “TJ” è l’omaggio alla vita di due giovani produttori di vino ormai da generazioni: Tamburini e Jermann, da qui appunto il nome del vino con un’etichetta che ricorda nel suo giallo acceso i bianchi friulani di Michele e nel suo rosso il Sangiovese con cui è prodotto e che contraddistingue le origini di Emanuela.

Il rosato “TJ” completa una linea che già annovera quattro IGT (bianchi e rossi), due DOCG Chianti, una DOCG Brunello di Montalcino e un vinsanto del Chianti. Una gamma ampia e variegata, impreziosita ulteriormente con l’introduzione del tappo a vite Stelvin, volto a esaltare la freschezza di questa nuova proposta a tinte rosa. “Nella linea di produzione dell’azienda, si tratta di una novità in quanto è il primo vino rosato che produciamo e, altra novità, con chiusura tappo a vite. Da tempo volevamo misurarci con questo tipo di vinificazione, che si è trasformata in un progetto più ampio con la decisione di una chiusura con tappo a vite”, racconta Emanuela Tamburini. “Volevamo una piccola rivoluzione nella gamma dei prodotti, per questo abbiamo optato per il tappo a vite, che mantiene integre le qualità organolettiche dei nostri vini, sia per il rosato ‘TJ’ sia per il bianco ‘Il Castelluccio’, in seno a un restyling dell’immagine aziendale col nuovo logo Tamburini”, le fa prontamente eco Michele Jermann. È proprio nella sua testa, d’altronde, che è maturata l’idea di sfatare tanti luoghi comuni andando a utilizzare un tappo che all’estero, a differenza della nostra Italia, gode già da tempo di grande riconoscimento e autorevolezza.

Il frutto dell’amore, dicevamo. Non solo per la terra e per la rispettiva professione, perché “TJ” è dedicato non a caso alla piccola Mariadele, fiocco rosa – come il vino – che in un periodo non facile per l’intero settore ha portato nella famiglia Tamburini-Jermann una gran bella ventata di felicità e fiducia in vista del domani. Le uve, raccolte a mano, rimangono a contatto con le bucce per circa 24 ore, permettendo l’estrazione del colore e delle componenti aromatiche più delicate e preservando la freschezza e l’aromaticità del Sangiovese. Il mosto fermenta poi in acciaio inox a 16°. Annata 2020, con una tiratura iniziale di 6000 bottiglie, “TJ” esprime equilibrio, piacevolezza e potenza aromatica, oltre a una persistente freschezza e longevità.

Di colore rosa tenue, al naso spiccano profumi di fragola fresca, un richiamo delicato alla viola e note di buccia di agrumi. Al palato questo vino è vivace con audace freschezza, sapido, armonioso ed equilibrato. Caratteristiche che, come da noi stessi appurato durante il pranzo di presentazione organizzato nella storica “Trattoria Da Burde” della famiglia Gori a Firenze, lo rendono un ottimo aperitivo con pane, salumi, focacce e pizza, ma – per i più audaci – anche un degno partner di piatti più elaborati e saporiti come il lampredotto in inzimino, la francesina e altri tipi di carni ben condite.

agricolatamburini.it

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