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Stessi volti, stesso mood, stessa filosofia. Ma con un nuovo, nuovissimo progetto che vuole avvicinare ancora di più ai propri ospiti (fiorentini, italiani, internazionali) la grande bellezza di Firenze. Con gli occhi, con lo spirito… e col palato.
“Golden View”, storico ristorante panoramico al lato del Ponte Vecchio, non ha perso tempo durante questi due anni di chiusure e, proprio come una grande impresa, ha visto nella crisi nuove opportunità di crescita. E anche – perché no? – un momento per guardarsi dentro in profondità, cercando spunti e prospettive differenti da quelli offerti dalla routine quotidiana.
Sono state proprio queste le basi teoriche dell’importante ristrutturazione degli spazi voluta dal patron Tommaso Grasso, che ha visto le proprie idee diventare realtà grazie al magistrale lavoro dell’architetto Nicola Maggiaioli (MIARCA Architecture). Il risultato? Un “Golden View” 2.0, che coniuga l’effetto scenografico e “golden” del panorama con la preziosità della semplice eleganza. Il tutto, col cibo parimenti protagonista rispetto alla vista.
I 550 metri quadrati del locale sono stati riorganizzati con l’obiettivo di valorizzare sia la luce in arrivo dalle sponde dell’Arno sia la funzione di ogni ambiente, e dunque del ruolo di ciascun professionista del gusto salito a bordo di quest’avventura iniziata ormai vent’anni fa. Materiali a forte tradizione italiana e toscana, come le spesse lastre di marmo di Carrara o i tavolati di legno di ulivo, mettono non a caso in rilievo la ricca proposta del “Golden View” fin dalla soglia del locale in via de’ Bardi. Seguono la pescheria con i prodotti ittici dei nostri mari, la zona salumi e formaggi, la vetrina dei sottoli, l’area pasticceria e panificati…
Detto in altri termini: il commensale viene accolto e guidato, quasi per mano, attraverso un vero e proprio itinerario del gusto tra eccellenze gastronomiche e oltre 8.000 qualificate etichette di vino, selezionate dal proprietario insieme al Wine Hunter Paolo Miano, che vanno ad arricchire l’esperienza gourmet proposta dallo chef Paolo Secci e per le quali è stata progettata una struttura refrigerante a vista in grado di gestire temperature e umidità specifiche.
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