Il gigante americano delle caffetterie annuncia di aver chiuso il terzo trimestre del suo esercizio con una perdita di 6,7 milioni di dollari US contro utili per 158 milioni di dollari nello stesso trimestre del precedente esercizio. Il gruppo sottolinea che questo risultato negativo è dovuto agli oneri straordinari sostenuti per la recente ristrutturazione della rete di caffetterie negli USA ed in Australia e alla relativa riduzione del personale.
Da sottolineare che questo è il primo trimestre chiuso in rosso dal 1991, anno in cui Starbucks si è quotata in borsa. Il trimestre in questione ha fatto registrare un incremento delle vendite del 8,5% che si sono portate a 2,56 miliardi di dollari contro 2,36 miliardi del corrispondente trimestre dello scorso anno, comunque inferiore alle stime degli analisti, che si aspettavano, per questo trimestre, un fatturato a quota 2,61 miliardi di dollari.
E’ da un po’ di tempo che le cose non vanno tanto bene in casa Starbuck’s che già dallo scorso anno accusava un rallentamento di fatturato, mentre il titolo in Borsa aveva registrato addirittura una perdita di quasi il 50% nel corso del 2007. In ragione di ciò era stato licenziato il CEO, con il conferimento di tutti i poteri a Mr. H. Schultz, il fondatore della catena, che con l’inizio dell’anno ha varato un programma di taglio dei costi organizzativi e di ristrutturazione della rete.
Poche settimane fa Starbucks aveva annunciato la chiusura negli USA di circa 600 caffetterie, con una corrispondente riduzione di 12.000 posti di lavoro, mentre per il 2009 l’impegno di nuove aperture veniva ridimensionato a solo 200 nuovi locali contro il programma iniziale di 250. Le sedi da chiudere sono essenzialmente quelle che non hanno garantito un livello di profitti adeguati e che anche nel prossimo futuro non sarebbero state in grado di raggiungere questo traguardo. La chiusura dei locali è conseguenza del rallentamento dei consumi americani in seguito alla crisi dei mutui e all’impennata dei prezzi del petrolio. Starbucks dispone attualmente di ca. 7.000 caffetterie negli USA.
Più recentemente il gigante americano delle caffetterie ha annunciato la chiusura di 61 degli 84 negozi in Australia, ridimensionando drasticamente la sua presenza in questo paese. Starbucks era sbarcata in Australia nel 2000, con la presunzione di vincere facilmente la competizione con le tradizionali piccole caffetterie delle città australiane. Ma il suo modello di caffetteria non ha conquistato i gusti degli australiani che hanno continuato a preferire i loro tradizionali bar dove si serve il caffè espresso, portato dall’immigrazione italiana del dopoguerra.
INFOFLASH/STARBUCKS
Con sede a Seattle (Washington, negli Stati Uniti) Starbucks è la più grande catena internazionale di coffee house che offre ai propri clienti numerose bevande a base di caffè (oltre 30 tipi), dessert e prodotti di pasticceria. Negli Stati Uniti è considerato come luogo di ritrovo per i giovani, soprattutto se studenti o abitanti nelle grosse metropoli. Il nome “Starbuck”, appartiene ad un personaggio di Moby Dick. Il logo è una sirena stilizzata. I locali della catena sono oltre 16.000 sparsi in 45 diversi paesi del mondo con un organico complessivo di ca. 150.000 persone. Il giro d’affari del gruppo è stato nel 2007 di 9,4 miliardi di dollari. Starbucks consuma tra il 2 e il 3 per cento del totale caffè prodotto nel mondo. La catena americana, sebbene sia dichiaratamente ispirata proprio ai caffè italiani, non è ancora presente sul nostro paese. +INFO www.starbucks.com
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