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Dal tetto del mondo del bar, al luogo simbolo dell’aperitivo. Il filo rosso è l’italianità tradizionale ed eccellente, quella di Agostino Perrone e Giorgio Bargiani, che rispettivamente da Como e Pisa sono arrivati al primo posto nella classifica dei 50 bar migliori al mondo, alla guida del Connaught di Londra. E che per una sera lunedì 25 ottobre sono stati dietro al bancone (uno fisso, l’altro itinerante…) del Camparino in Galleria, che mette un altro tassello di qualità nella sua serie di guest shifts inaugurata a inizio mese.
Luci, basse e d’atmosfera, puntate sul Connaught Martini, il classico dei classici, che con la griffe del duo italiano rivive ogni volta a seconda dei gusti dell’ospite, il must del Connaught. Prima nella masterclass del pomeriggio, poi nella serata vera e propria, Perrone è in passerella a indossare una replica dell’iconico carrello (fornito dal Drinc di Luca Marcellin) con cui al Connaught è solito aggirarsi in sala: il rapporto con chi è lì a visitarlo si fa intimo, amichevole ma mai amicale (“un cinque stelle lusso fa sentire a casa, ma non va oltre”). È l’ospite a farsi disegnare il Martini addosso.
Bargiani e Perrone permettono ai clienti di provare le tinture idroalcoliche disponibili (Dr.Ago, cardamomo, fava tonka), le minuscole pennellate con cui dipingere il ritratto di ciascuno nella coppetta, poi il blend di vermouth creato appositamente (parti uguali di extra Dry, Dry, e secco), prima del trionfo dell’artigianalità di classe. Il gin usato al Connaught è infatti creato da zero dai due bartender, una super coppia con Perrone è Head Mixologist, Bargiani è direttore della miscelazione. Dieci botaniche raccolte, lavorate, infuse, distillate e infine confezionate in una bottiglia altrettanto realizzata ad hoc, con una livrea che richiama i pannelli di legno degli interni del Connaught, tre secoli di storia e non sentirli.
Mescolato, non agitato, alla faccia di James Bond (Pierce Brosnan è un habitué del Connaught), e soprattutto con lo spirito d’ospitalità che si rivela sempre l’unica, vera chiave del successo. Stir up with style, and don’t forget to smile: classe e sorriso, perché come segnala Bargiani, arrivato alla corte di Perrone otto anni fa (Ago aprì il bar nel 2007), “non è importante cosa fai, ma come”. È per l’atmosfera, l’esperienza, l’opportunità che ogni giorno il Connaught è gremito di reali, attori e very important people, prima ancora che per l’eccellenza dei cocktail (in anteprima hanno presentato anche l’Eclipse, meraviglioso twist sul Negroni realizzato in un bicchiere di cristallo in bianco e nero, di per sè una chicca strepitosa).
In lista anche tre alte creazioni, che rivisitano gli immortali Campari e certificano al tempo stesso la duttilità di ricette senza tempo, e il talento della semplicità: su tutte un altro punto di vista sul Negroni, con una nota di cacao ad ammorbidirlo e renderlo sognante, eseguito anche grazie al prezioso supporto del dream team del Camparino in Galleria, guidato da Tommaso Cecca e Mattia Capezzuoli (nella foto in apertura con Perrone e Bargiani). L’italianità eccellente, nel più italiano dei bar d’eccellenza.
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