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La Sardegna che non ti aspetti nei vini de La Contralta, la nuova frontiera enoica dell’isola, con le coordinate che puntano alla Gallura. Un’azienda giovane che fa da contraltare a una tipologia di vini semplici e freschi da bere a cui spesso è abituato il pubblico habitué di quelle zone. Con la Contralta abbiamo vini verticali, puliti, diretti, l’obiettivo è avere dei prodotti fini, eleganti e longevi partendo dai vitigni tradizionali dell’isola. “Ciò che è trasparente non ha bisogno di filtri. Questa è la nostra Sardegna”. L’occasione per conoscere meglio questi vini c’è stata in un pranzo organizzato con la stampa di settore a Milano a fine ottobre al ristorante Frades di Milano.

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STILE LA CONTRALTA Cantina giovanissima e appena partita in piena pandemia, una produzione da 22.000 bottiglie con un potenziale da 60.000 quando entreranno in produzione i nuovi impianti. Un progetto unico quello della Contralta, raccontato in prima persona dal Ceo e Winemaker Roberto Gariup che ha presentato i vini. “Sono arrivato in Sardegna nel 2006 dopo aver costruito le basi della mia carriera nella mia terra di origine in Friuli insieme ai grandi bianchisti della zona. Pensavo di fare solo qualche vendemmi e tornare a casa, invece sono rimasto tanti anni sull’Isola e mi sono innamorato di questi luoghi oltre che delle persone. Qui la natura è generosa, spesso aiuta anche dove non arriva la mano dell’uomo. La Contralta è un progetto visionario, insieme a Nicola Dettori che segue la parte finanziaria della cantina abbiamo deciso di puntare a fare dei grandi vini diversi rispetto a quello che di solito offre il territorio. Vogliamo diventare un punto di riferimento per la zona inserendoci anche come attrazione enoturistica e far capire che si può puntare alla qualità e non solo a vini freschi e profumati che spesso non superavano il periodo estivo”.

PROSSIMA SPIAGGIA La Contralta è il nome di piccola spiaggia a Palau adiacente alla tenuta, un toponimo che dà il nome anche alla cantina. La proprietà italiana che vive a Londra ha sposato subito una filosofia di investire nella terra in Sardegna in una zona non prettamente dedicata alla viticoltura. Due poderi a sud di Olbia per partire, uno a pochi chilometri a sud di Olbia in località Enas e un terreno vergine a Palau con molti muretti a secco piantando vigne ad alberello nel 2019, il classico vermentino e varietà minori come il Pascale Cagliari a bacca bianca e il Caricagiola a bacca nera. “Tutti quando parlano di vino in Gallura pensano al Vermentino, un grande vitigno ma non è l’unico- spiega Roberto Gariup-Abbiamo piantato due autoctoni come Pascale Cagliari e il Caricagiola, varietà autoctone che venivano utilizzate come uva da taglio che noi vorremmo vinificare in purezza quando entreranno in produzione i nuovi impianti. Al momento invece stiamo lavorando con la lavorazione di 5 ettari di vigne vecchie di 18 anni a sud di Olbia, oltre a Cannonau e Carignano, dove è stata costruita la cantina di vinificazione. Vogliamo accompagnare il vigneto e il vino nella loro crescita ed evoluzione senza forzature, perché c’è già tutto quello che serve. La terra che amiamo è in prestito e vogliamo lasciarla ancora più sana e più bella”.

MARCIA IN PIU’ Vini dalla Gallura con una marcia in più, appena si assaggiano si capisce subito che siamo di fronte a una Sardegna diversa. Dal Fiore del Sasso, un Vermentino di cui è in commercio l’ultima annata di un vino che fermenta in anfora, vinificato anche in diverse espressioni con gli altri vini come il Sicut Erat, Al Sol Brilla e L’Ora Grande. Etichette e nomi testimoniano anche qui una ricerca, dalle poesie di Umberto Saba al design di Costantino Nivola. Un connubio Friuli-Sardegna lo ritroviamo anche nel bicchiere, con la mano dell’enologo Gariup originario di Cividale del Friuli. “Potevamo fare dei vini semplice senza troppi fronzoli, abbiamo voluto invece cercare di fare qualche cosa di diverso, portando alla Contralta delle tecniche agronomiche e di vinificazione che esprimono le caratteristiche della terra e dell’ambiente circostante. In vigna stiamo facendo un grandissimo lavoro per valorizzazione il terroir, mentre in cantina utilizziamo solo lieviti selezionati e autoctoni. Non ci piace definirci naturali, il nostro è uno stile dove la macerazione ha un ruolo fondamentale per spingerci oltre i classici vini convenzionali verso il mondo degli orange senza chiarifiche e filtrazioni. Portiamo i vini in riduzione e battonage, il colore dipende dall’ossigenazione che viene data prima di andare in bottiglia, abbiamo dei gialli con tonalità intense che non vanno mai verso l’arancione”.

DEGUSTAZIONE Al pranzo milanese sono state portate le novità delle referenze aziendali, partendo dall’ultima annata del Dal Fiore del Sasso, il cavallo di battaglia dell’azienda, Vermentino di Gallura Docg Superiore da cui arriva circa il 50% della produzione attuale della cantina. Dopo la vendemmia manuale il mosto ottenuto da una pressatura soffice fermenta in acciaio per 20 giorni, rimane sulle fecce fini mentre una piccola parte pari al 20% fa ripetuti battonage in piccole botti di rovere. Seguono due espressioni diverse che ci fanno capire l’impronta di Gariup. Al Sol Brilla, Isola dei Nuraghi IGT Vermentino il mosto sta a contatto con bucce per quindici giorni, mentre il Sicut Erat dopo la vendemmia a mano l’uva dopo la diraspatura e la pigiatura viene messa in anfora a contatto con le bucce per 67 giorni. Alla cieca non diresti mai che siamo di fronte a dei vermentini sardo. Sono vini più ciccioni, grande complessità al naso con note mielose e di mandorla dove sentiamo anche dei sentori primari, in bocca una bella struttura e polpa, vini lunghi per bilanciati dall’acidità, due espressioni interessanti. In assaggio anche L’Ora Grande, il Cannonau di Sardegna, un vino che ha già conquistato la critica con i 3 Bicchieri del Gambero Rosso. Un grande rosso elegante, meno potenza e alcolicità rispetto ad alcune versioni a cui eravamo abituati alla Doc simbolo di Sardegna, ma qui si vuole avere un profilo olfattivo più fine con un naso speziato di piccoli frutti rossi e sentori balsamici, in bocca una maggiore piacevolezza di beva, ideale per accostamenti territoriali come il pairing con un maialino al latte.

INFO www.lacontralta.it

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