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Ci sono dei personaggi che legano il proprio nome indissolubilmente a quello dei loro vini. Così è stato per Lino Maga, scomparso all’età di 90 anni, il cui nome è associato al Barbacarlo, uno dei cru più famosi del vino italiano. Classe 1931, viticoltore che amava sottolineare il fatto di aver superato le 84 vendemmie in Oltrepò Pavese, produttore di vino autentico diventato negli anni una leggenda e simbolo di qualità di uno dei territori dalle grandi potenzialità, ma spesso maltrattato come l’Oltrepò. Un’icona degli amanti del vino naturale, ma di chi ama soprattutto il vino di qualità, uno dei cult nel catalogo Triple A.

Il 1896 è l’anno di fondazione della cantina, gli antenati della famiglia Maga intitolarono il vigneto di famiglia e tutta una collina alla memoria dello zio Carlo, Barbacarlo in dialetto pavese.  Barbacarlo e Montebuono sono i cru protagonisti dell’azienda, vini che prendono il nome dalla terra, su collina che si estendono rispettivamente su 4  e 3 ettari. Terreni collinari dove sono presenti uvaggi di Croatina, Uva Rara e Vespolina. Il Barbacarlo riassume storie di lotte e sudore contro la burocrazia, per arrivare a conquistare un suo riconoscimento in quanto sotto-denominazione, solo propria della famiglia Maga.

Vini unici e sempre vivi, di gran longevità e corposità, capaci di durare anche cinquant’anni quelli di Maga, con tanti estimatori tra gli appassionati del mondo del vino, dove spiccano su tutti Luigi Veronelli e Gianni Brera, fra i primi a innamorarsi del Barbacarlo. Ma basta dare un occhio ai social in questa domenica 2 gennaio per capire quanto fosse popolare questo vignaiolo lombardo anche tra i giovani di oggi, con messaggi di cordoglio e attestazioni di stima. Lino Maga s’è andato nella notte di Capodanno, il testimone del Barbacarlo è nelle mani del figlio Giuseppe che porterà avanti con la stessa passione uno dei simboli del vino italiano.

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