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Bene l’export ma attenzione alla crisi energetica che potrebbe mangiarsi il margine generato dalle esportazioni. A lanciare l’allarme l’Unione italiana vini (Uiv), che anticipa un’inchiesta del Corriere Vinicolo con alcuni dati più significativi. L’export del vino italiano nel mondo è cresciuto del 13% nei primi 10 mesi del 2021, con una previsione di chiusura per l’anno passato superando per la prima volta il tetto dei 7 miliardi di euro. Ma il caro bollette che visto il 2022 partire con un rincaro medio a carico delle aziende del 10% a bottiglia, uno tsunami energetico che peserà per 1,3 miliardi di euro di costi aggiuntivi, tra aumenti monstre di bollette, materie prime e trasporti.

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Per l’associazione, che rappresenta l’85% delle esportazioni italiane del settore, si temono forti ripercussioni nel commercio con l’estero. Un disastro competitivo per un settore campione del made in Italy sia in ottica export che di consumi interni, costretto a modificare i listini per non lavorare in perdita. L’Italia è uno dei paesi più esposti al rincaro di gas naturale ed energia rispetto ai concorrenti francesi e spagnoli che possono contare su mix energetici differenti e policy di contrasto più efficaci. Il rischio concreto è di perdere quote di mercato, non solo a vantaggio dei Paesi del nuovo mondo produttivo ma anche dei competitor europei. Lunedì 31 gennaio un’inchiesta del Corriere Vinicolo tratta il surplus complessivo della “nuova” bolletta elettrica – stimata in quasi 350 milioni di euro in più rispetto a 2 anni fa – da aggiungere al complesso dei rincari di trasporti, carta, vetro, legno e altro, misurati in circa 1 miliardo di euro.

“Il decreto licenziato dal Governo la scorsa settimana non basta, nel breve periodo andrebbe affiancato dal taglio dell’Iva sulle bollette e da misure per calmierare anche il costo del gas, non previste dal testo- il commento del segretario generale di Unione italiana vini, Paolo Castelletti– In ottica di risparmio, nel medio periodo la parola chiave per un settore che è un buon consumatore di energia è quella degli investimenti. Macchinari più efficienti in vigneto e in cantina, autonomia energetica con fonti rinnovabili, materiali più sostenibili sono gli strumenti sui quali le aziende puntano. In tal senso, nuove opportunità arriveranno con il capitolo agricolo del Pnrr che prevede un budget di oltre 2 miliardi di euro per questo tipo di azioni. Chiediamo pertanto al ministro Patuanelli – ha concluso Castelletti – quali siano le tempistiche di attuazione dei primi investimenti del Pnrr e degli incentivi su parco solare, innovazione e meccanizzazione”.

INFO ww.uiv.it

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