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Per la Valpolicella il 2021 si è chiuso con un balzo senza precedenti delle vendite (+16% l’incremento tendenziale in valore) grazie in particolare a uno scatto della domanda italiana del 31% e a un export in crescita dell’8% con un prezzo medio in forte ascesa, secondo dati Nomisma Wine Monitor presentati ad “Amarone Opera Wine”, anteprima promossa dal Consorzio tutela vini Valpolicella con presentazione dell’annata 2017.

 

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Cresce l’imbottigliato di Amarone, che si avvicina a quota 19 milioni di bottiglie, e vola il Ripasso, ormai quasi a 35 milioni, mentre il Valpolicella registra un rimbalzo (sfiorando i 20 milioni di bottiglie) dopo anni in caduta. I numeri della Valpolicella relativi al 2021 – presentati a Verona in occasione di Amarone Opera Prima – raccontano di una denominazione in salute, che con quasi 8.600 ettari di vigna e una produzione complessiva a 73,6 milioni di bottiglie sviluppa un valore alla produzione di circa 500 milioni di euro, di cui quasi la metà relativi alle vendite di Amarone.

E i dati dei primi cinque mesi 2022, anticipa all’ANSA il presidente del Consorzio vini Valpolicella, Christian Marchesini, “confermano l’andamento 2021 dimostrando come i grandi rossi veronesi siano entrati sempre più nelle case degli italiani. La nostra presenza nei canali della distribuzione moderna, un tempo da taluni criticata, ci ha fatto mantenere durante l’emergenza sanitaria le posizioni nonostante la chiusura imposta dalla pandemia dei ristoranti e wine bar.”

 

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Ed è cresciuto il mercato interno, con i vini della Valpolicella protagonisti nel carrello della spesa. Sono dati di mercato che dimostrano che – ha osservato – abbiamo tre cavalli da corsa: l’Amarone, il Valpolicella, e il Ripasso che è un campione soprattutto sui mercati esteri. Con le degustazioni promosse in questa edizione estiva dell’Anteprima stiamo inoltre dimostrando che l’Amarone è un vino versatile a tavola, che ben si sposa con le diverse cucine del mondo nonché col pesce, e che ha versioni più fresche che possono essere bevute in tutte le stagioni dell’anno. Il paradosso è che il mercato l’ha capito già bene e per l’annata 2017 c’è il rischio dei magazzini vuoti, ne abbiamo poco – ha sottolineato Marchesini – perché noi veneti abbiamo la tendenza a vendere tutto, mentre andrebbe conservata in azienda la storicità delle produzioni. E’ quanto raccomandiamo di fare per l’annata 2018″.

 Fonte: www.ansa.it/canale_terraegusto/www.consorziovalpolicella.it/ 

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