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Chi c’è già stato sa di cosa stiamo parlando, chi invece non l’ha ancora provata potrà convincersi a farlo. Stiamo parlando di Osteria Alla Concorrenza, un locale in stile osteria milanese aperto ad aprile 2021 che sta riscuotendo grande successo a Milano. “Fisicamente abbiamo aperto ad aprile 2021, ma il progetto originario è stato concepito nel 2019 poi è arrivato il Covid e abbiamo rallentato- spiega Enricomaria Porta- Abbiamo avuto un bell’impatto sulle scena milanese, anche perché una formula così come la nostra non credo ci fosse. Ci sono posti che fanno salumi formaggi che accompagnano al vino, noi nella nostra semplicità abbiamo costruito un locale dove mettiamo i vini che piacciono e una selezione di prodotti. Non c’è cucina, ma una siamo dei selezionatori e dei ricercatori di eccellenza tra allevatori, casari e macellai”.
La gente va nel locale con l’idea di bere qualcosa, ma oggi la parte food riesce a supportare anche una mescita davvero interessante. “Il 50% di chi viene da noi lo fa per bere, il restante 50% per mangiare anche se non abbiamo una cucina vera e propria. Siamo specializzati nella proposta di vini, stiamo facendo appassionare anche i meno esperti e la risposta si sta alzando con grande interesse”. Un’osteria che giro intorno al vino, nell’accezione dove si andava a bere e l’oste portava il vino a tavola, mentre oggi la filosofia centrale è quella di portare anche delle cose buone da mangiare. Ma parliamo invece della lista vini, quando si è partiti all’Osteria alla Concorrenza c’erano 200/300 vini, un dato che corrispondeva però solamente a quelle esposte e ai buchi da riempire. “Oggi abbiamo anche una cantina nostra dove conserviamo i vini, dal giorno di apertura a oggi a rotazione abbiamo avuto 1.600 etichette, oggi ne abbiamo 1.100. Considerato che non c’è una carta dei vini fissa, molte le stocchiamo e non le apriamo subito ma ci divertiamo a farle invecchiare per magari organizzare una verticale, quindi non tutte le nostre etichette oggi sono disponibili ma abbiamo un’ampia scelta”.
Un locale diventato subito un cult, tre i soci impegnati nell’attività insieme a Enricomaria Porta che è di fatto l’unico operativo ci sono due personaggi noti nella ristorazione milanese come Diego Rossi patron di Trippa e Josef Khattabi che ha lanciato format di successo come Kampai. Enrico ha un background da buongustaio dopo una quindicina di anni di lavoro d’ufficio girando l’Italia da nord a sud assaggiando cose buone. “La mia esperienza è dall’altra parte del bancone a parte qualche esperienza saltuaria anche all’interno dei locali, provare molti ristoranti in giro per il nostro paese mi ha permesso assaggiare quasi tutti i vini che sono a disposizione, così come per la sezione del cibo”. Un nome che si è subito distinto sulla scena milanese, che nasce quasi per caso. “Stavano guardando alcune foto della vecchia Milano non tanto per la scelta dei nomi ma per gli stili delle vetrine come erano arredate, brancolavamo nel buio per arrivare a un nome che mettesse d’accordo tutti anche perché di norma le osterie hanno tre filoni, il nome del proprietario, quello legato a un animale o a un quartiere. Mentre sfogliavamo queste foto è uscita una foto di una ferramenta in Darsena che si chiamava Alla Concorrenza, abbiamo capito che la nostra osteria si sarebbe chiamata così”.
In un contesto come quello descritto si inserisce anche il catalogo di Elemento Indigeno, che un oste come Enrico sa come presentare per fare capire la filosofia che ci sta dietro. “In realtà noi non proponiamo un catalogo, ma i singoli vini e i produttori raccontati più da un punto di vista romantico che commerciale. Quando capiamo che abbiamo di fronte un commensale particolarmente interessato raccontiamo meglio anche tutta la storia di Elemento Indigeno e la differenza che c’è rispetto a un altro distributore di vino più tradizionale. Sicuramente quando propongo un vino armeno c’è molta curiosità sulla provenienza, allora spieghiamo alcuni dettagli di Elemento Indigeno, il lavoro di ricerca e di scouting che c’è dietro”. Per un locale specializzato alla mescita, avere la possibilità di coprire buona parte dei paesi del mondo con Elemento Indigeno aiuta. “Di solito siamo avvezzi a fare assaggiare i vini che prima di tutto piacciono a noi, con Elemento Indigeno abbiamo in aggiunta anche la possibilità di far fare un giro intorno al mondo parlando di un vino dal Libano, Georgia, Armenia, Cile, Giappone, Repubblica Ceca, Grecia, Austria per esempio. Sicuramente è un progetto ambizioso con un posizionamento interessante, sarà da capire come Alessandro insieme ai ragazzi di Elemento Indigeno svilupperanno la gamma di proposte, magari concentrandosi più su alcune zone o invece cercando di coprire più paesi possibili”.
A Osteria Alla Concorrenza hanno tante cose nel calderone, ma per il momento si concentrano sul fare bene giorno dopo giorno cercando anche di combattere anche alcuni comportamenti dei clienti non proprio in linea alla buona educazione che si riesce a tamponare anche grazie al fatto di essere in una zona ad alta densità di frequentazione come via Melzo. “Cerchiamo di fare bene il nostro mestiere giorno dopo giorno, la zona va bene e ci aiuta cosa soprattutto contro una piaga importante del nostro settore che è il no show, oppure il problema quando il cliente prenota per due e si presentano in otto. L’altra sera ho avuto una trentina di cancellazioni senza preavviso, se fossi stato in una zona più defilata non so come l’avrei gestita, per fortuna c’è un tale via vai nella via che ho subito rimpiazzato queste prenotazioni mancate”.
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