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La crisi dei consumi di birra è arrivata anche in Italia, uno dei pochi mercati europei che aveva mostrato negli ultimi tempi dei segnali di crescita. Secondo i dati di Assobirra, l’Associazione degli industriali della birra e del malto, nel 2008 sono stati consumati oltre 760.000 hl di birra in meno rispetto al 2007. I segnali per i primi due mesi del 2009 sono ancora peggio ed in questa situazione tragica alcuni deputati hanno cercato di far deliberare un ulteriore aumento delle imposte sulla produzione e il consumo delle birre

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Assobirra segnala una perdita dei consumi nel 2008, corrispondente a circa 230 milioni di lattine o bottiglie da 330 ml, con una conseguente diminuzione di ca. il 4% rispetto all’anno precedente. In tal modo i consumi pro-capite ritornano ora sotto la soglia dei 30 litri/anno, in coda a tutti gli altri mercati birrari europei. Il trend negativo non sembra arrestarsi neanche nella prima parte del 2009. Nel bimestre gennaio-febbraio, infatti, sempre secondo le valutazioni Assobirra, le vendite hanno fatto registrare valori di segno negativo superiori al -13%, con un picco del -22% nel solo febbraio.

Nel contesto di una crisi congiunturale dei consumi così marcata, Assobirra esprime la propria viva preoccupazione per la competitività del settore birrario. L’industria della birra e’ presente in Italia da quasi due secoli e genera un’occupazione indiretta equivalente a 135.000 posti di lavoro, di cui 120.000 nel settore della ristorazione e ricettività. Nelle 14 fabbriche di birra e negli oltre 250 birrifici artigianali dislocati in Italia vengono prodotti oltre 13 milioni di ettolitri di birra, andando a coprire il 72,7% dei consumi interni. Il settore birrario costituisce inoltre un’importante fonte di reddito per la produzione agricola del Paese, poiché le malterie lavorano tutto l’orzo da birra coltivato in Italia e la filiera birraria utilizza anche rilevanti quantitativi di mais di produzione interamente nazionale, oltre a rappresentare uno dei maggiori clienti dell’industria italiana del vetro e dell’alluminio.

Di fronte al tentativo di alcuni deputati (per fortuna andato a vuoto) di introdurre un ulteriore aumento della tassazione della birra, l’associazione degli industriali birrai italiani ricorda che la tassazione della birra in Italia è già assestata su livelli fra i più elevati di tutta l’Europa continentale e nel solo biennio 2004-2006 l’imposta è stata innalzata di oltre l’80% (l’uccisa è anche gravata di IVA), arrivando a pesare fino al 30-35% sul prezzo di vendita finale, con un’incidenza di circa 25-35 centesimi di euro per litro. Non è un caso, allora, che la crescita dei consumi di birra in Italia, (31,1 litri pro capite nel 2007) sia coinciso con il boom delle importazioni, salite del 30% negli ultimi 3 anni. Il settore birrario è infatti già messo a dura prova da un fortissimo differenziale fiscale rispetto agli altri Paesi europei che favorisce le importazioni in evasione d’imposta e genera non di rado comportamenti elusivi dell’accisa, anche grazie alla scomparsa delle barriere doganali all’interno dell’Unione Europea.

fonte: www.agroalimentarenews.com del 18.03.09

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