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Originario delle catene montuose dell’Asia Centrale il noce oggi trova diffusione in tutto il mondo. E’ in Cina, dove si concentra la maggiore produzione mondiale e si raccolgono oltre 1 milione di tonnellate di noci. Circa 500.000 t si producono negli Usa che detiene una produzione per ettaro record, pari a 6 t/ha. In Italia oggi la produzione si aggira intorno alle 12-14.000 t, una offerta capace di soddisfare meno del 20% del fabbisogno nazionale stimato in circa 50.000 t. La copertura della quota mancante è soddisfatta prevalentemente da paesi extra UE, in particolare dagli Stati Uniti, da Cile, Argentina e Australia, mentre i principali fornitori europei sono la Francia, e ultimamente l’Ucraina e la Bulgaria. Nel nostro paese la produzione media per ettaro è si attesta intorno alle 2,5 tonnellate e le regioni maggiormente interessate a questa produzione sono la Campania, il Veneto, la Basilicata, il Lazio e le Marche.

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Alla fine degli anni ’80 il nostro paese era il principale produttore Europeo con una produzione di oltre 70.000 tonnellate di noci. L’elevato costo della manodopera e il suo difficile reperimento e la scarda redditività, hanno, di fatto, ridotto drasticamente le coltivazioni, che oggi trovano un rinnovato interesse nelle regioni del Nord Italia, dove imprese medio grandi hanno sviluppato la meccanizzazione e un sistema produttivo, commerciale ed organizzativo piuttosto dinamico e competitivo. In passato la noce ha avuto un ruolo molto importante nell’alimentazione umana, (pane e noci) perché il frutto è energetico e facilmente conservabile. Anche in questo caso il successo ed il rinnovato interesse per il consumo delle noci è stato determinato dalle informazioni scaturite da recenti studi che confermano come la noce contribuisca in maniera determinante a ridurre il rischio di malattie cardiache, abbia effetti benefici sulla riduzione del colesterolo, sia ricca di grassi insaturi ricchi di Omega 3 ecc.. L’aumento della richiesta da parte dei consumatori, di fatto, ha favorito anche un aumento delle importazioni. Lo sviluppo della meccanizzazione, di nuove tecniche produttive e di nuovi modelli organizzativi, ha fatto sì che la coltivazione del noceto fosse rivalutata sotto il profilo tecnico, commerciale e alimentare occupando così nuovi spazi per una frutticoltura alternativa e moderna, capace di nuovi investimenti ed anche di importanti risultati economici.

 La tavola rotonda organizzata dal CSO al MACFRUT Mercoledì 25 settembre 2013 ore 14.00 Sala Agricoltura – vuole essere uno stimolo per gli imprenditori che sono alla ricerca di nuove alternative produttive, e che intendono conoscere meglio questa specie, vecchia per tradizione ma nuova per la tecnica di coltivazione e per le scelte varietali oltre che per l’organizzazione d’impresa che richiede.

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