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La popolazione di bevitori di vino negli Stati Uniti si è ripresa dai minimi dell’era del Covid. Vi è stato, infatti, un aumento del numero di bevitori regolari di vino e una forte persistenza della tendenza di premiumizzazione, con un forte slancio che proviene principalmente dagli under 40. Tuttavia, le sfide a lungo termine riguardanti il calo dei volumi e il calo della conoscenza del vino persistono, spingendo i proprietari dei vari marchi a ripensare le strategie di go-to-market.

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Ciò, in parte, è dovuto al fatto che i bevitori di vino mensili più giovani ne bevono occasionalmente, nonostante tendono a spendere molto di più nel momento in cui acquistano una bottiglia. Infatti, mentre i volumi totali di vino sono diminuiti negli Stati Uniti nel 2022, il segmento premium-and-above è cresciuto del 6% secondo i risultati preliminari dell’IWSR.

I bevitori di vino più coinvolti guidano la premiumizzazione, una tendenza notevole nel panorama vinicolo statunitense. Gli Stati Uniti stanno diventando sempre di più un mercato del vino su due fronti:

  • Da un lato i consumatori meno coinvolti, spesso più anziani, e maggiormente sensibili al prezzo, stanno riducendo la loro attività o stanno abbandonando del tutto la categoria;
  • Dall’altro i consumatori più impegnati della Generazione X e dei Millennial rappresentano quasi il 60% della spesa totale per il vino.

I cambiamenti demografici appena descritti hanno avuto un impatto significativo sugli acquisti da parte dei bevitori di vino statunitensi, delineandone diversi cambiamenti, tra cui: un forte calo dei volumi del vino fermo e dell’intera categoria; una forte crescita prevista per i prossimi cinque anni per quanto riguarda i segmenti più pregiati, come lo Champagne, e, inoltre, un grande aumento per i vini analcolici. In base a questi dati, infatti, il vino ha iniziato a sfruttare gli attributi di salute e benessere, riducendo gli zuccheri e le calorie.

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Il ritorno del settore del consumo del vino fuori casa, in particolare nei bar, ha contribuito ad avvicinare i giovani adulti alla categoria del vino: i livelli di consumo “on-trade” sono ora superiori a quelli precedenti la pandemia. Però, sebbene la spesa per bottiglia in questo specifico settore sia aumentata a due cifre negli ultimi tre anni, è stata, per la maggior parte, superata dall’inflazione.

I dati dell’IWSR suggeriscono, in conclusione, che è attualmente in atto una strategia di conservazione della qualità, poiché i consumatori tentano di allungare il budget familiare con acquisti meno frequenti di vini di qualità migliore.

FONTE: www.theiwsr.com

 

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