I settori della Federazione sono ambasciatori dello stile di vita italiano. Negli ultimi anni, il successo raggiunto dall’export di determinati prodotti è innegabile. Con 8 miliardi di export per i vini, 1,7 miliardi per gli spirits e una crescita delle esportazioni del 15% per gli aceti, i tre settori rappresentano uno dei pilastri principali della bilancia commerciale italiana e il loro valore economico costituisce un’importante risorsa per l’Italia.
I fattori che hanno contribuito alla crescita delle esportazioni sono tre:
- L’andamento del cambio Euro-dollaro che ha permesso di compensare gli aumenti dei costi di produzione e recuperare competitività sui mercati legati al dollaro come Usa e Canada;
- La ripresa del turismo a livello globale, che ha dato impulso ai consumi nel canale Horeca fortemente penalizzato durante la pandemia;
- La diversificazione dei mercati, come strategia adottata da molte aziende che guardano ai Paesi emergenti come Tailandia e Vietnam, dove nei primi 8 mesi del 2022 il valore dell’export del vino è cresciuto rispettivamente del 158% e 82%.
I dati sulla performance del nostro export evidenziano l’importanza di guardare a nuovi mercati e di programmare con maggiore lungimiranza le strategie di internazionalizzazione. Alla leva promozionale va aggiunta una maggiore proattività dell’Unione Europea nel concludere accordi di libero scambio con Paesi extra UE.
Dieci anni fa, i mercati dell’UE pesavano per circa il 57% sul valore dell’export, dopo la Brexit nel 2021, si è arrivati al 39%. Questa variazione ha determinato un diverso approccio ai mercati di destinazione e ha sollecitato un allargamento degli spazi commerciali da presidiare verso nuove realtà emergenti.
Inoltre, il canale commerciale della grande distribuzione organizzata è un prezioso alleato e uno strumento imprescindibile per promuovere e far conoscere le eccellenze dei nostri settori all’estero. Le Aziende hanno bisogno di rafforzare il dialogo ed il rapporto con il consumatore per sviluppare un’empatia verso i territori attraverso una riscoperta della ricchezza della nostra offerta.
L’export di vini e mosti
Nel 2022 il vino ha toccato il record di 8 miliardi di Euro di export. I dati analizzati raccontano una frenata delle esportazioni negli ultimi mesi dell’anno, che a consuntivo segnano comunque una crescita importante: +12% rispetto all’anno precedente. Si fanno sentire, soprattutto nella seconda parte dell’anno, gli effetti dell’inflazione, cha ha portato ad una contrazione dei consumi in ogni settore, compreso il vino.
La fiammata dei prezzi è stata accentuata anche dallo scoppio della guerra russo-ucraina, con pesanti conseguenze economiche, essendo la Russia un mercato di destinazione molto importante per l’Italia, in particolare per alcune produzioni, nonché mercato prioritario per le risorse energetiche del nostro Paese.
Resta positivo anche il dato sui volumi di vino esportati nel 2022: 23 milioni di ettolitri con un calo di appena -0,9%.
La centralità delle DOP e IGP nel sistema agroalimentare italiano, che è leader in Europa, si nota anche nel suo export. Infatti, i vini DOP e IGP rappresentano circa il 75% delle esportazioni di vino italiano e negli ultimi anni aumentano sempre più il loro valore con una crescita ben maggiore rispetto agli altri vini. La qualità è il vero valore aggiunto e nel mondo globalizzato di oggi rappresenta il tratto distintivo che ci differenzia dai compe- titors.
I buoni risultati ottenuti dall’export di vino italiano sono dovuti anche ad una consistente crescita dei consumi da parte degli stranieri e ad un crescente interesse verso la cultura e la convivialità del bere italiano.
Come è facile immaginare, esistono differenze sensibili tra un mercato e l’altro e se i mercati di riferimento – Stati Uniti, Gran Bretagna, Canada e Svizzera – hanno chiuso positivamente il 2022, da Brasile, Germania, Norvegia e Cina arrivano invece dati poco performanti.
Gli Stati Uniti, primo mercato al mondo per importazioni e consumi di vino, si confermano mercato leader delle esportazioni con una variazione in positivo di +15% rispetto al 2021 con circa 2 miliardi di Euro. La Germania si conferma anche quest’anno al secondo posto con una flessione pari a -7,3%, mentre calano i volumi del -8%. La Gran Bretagna, dopo le difficoltà vissute a seguito della Brexit e aggravate dalle complessità generate dalla pandemia, chiude positivamente con una crescita record sul 2021 del +46,5%. Buono, l’andamento in termini di crescita del Canada, che ha segnato un ottimo +18%, performance con cui certifica il sorpasso sulla Svizzera come quarto mercato di destinazione del vino italiano. Infine, la Svizzera – uno dei Paesi più ricchi al mondo, dove i fine wine trovano una collocazione ideale – cresce di meno (+3,6%), ma si conferma quinta meta per il vino italiano, nonostante un calo dei volumi del -6%.
Lascia qualcosa per strada il Brasile, che perde il -4% rispetto all’anno precedente. Anche la Norvegia, chiude l’anno in negativo: -1,3%. Infine, la Cina perde ancora posizioni, chiudendo con un calo del -7,6% sul 2021.
Import totale vino
- VAL % VALORI- GEN-DIC 2022 VS GEN-DIC 2021:
L’ export di acquaviti e liquori
Esportazioni in crescita del 25% per gli spiriti nel 2022. Con la categoria liquori e amari che traina in maniera sostanziale le vendite per un valore di 530 milioni di Euro e una variazione in valore del +20% rispetto al 2021. La Grappa realizza una percentuale di crescita del +16% per vendite da 60 milioni di Euro.
È infatti un’ascesa a doppia cifra quella che riguarda la vendita all’estero delle bevande spiritose. Per quanto riguarda i mercati, il 23% dei liquori nazionali vola negli Stati Uniti, seguiti dalla Germania (18%) e dall’UK (12%), ma la crescita più interessante in termini sia di valori che di volumi, la registrano i Paesi Bassi (rispettivamente +57% e +39% rispetto al 2021), pur pesando solo per il 5% nelle vendite. La Grappa invece riscuote successo soprattutto in Germania, che assorbe il 59% dell’export per questa tipologia di prodotto, mostrando una performance di crescita interessante a valore (+24%). Seguono, in termini di market share, Svizzera (14%), Austria (5%) e, a pari merito, Canada e Usa (3%). Proprio questi ultimi due mercati registrano anche interessanti percentuali di crescita a valore, rispettivamente + 13% e +31% rispetto al 2021.
L’export degli aceti
Il settore degli aceti, che non ha subìto negli anni precedenti la crisi dell’export dovuta alle restrizioni legate alla pandemia, supera i valori del 2021, registrando una ripresa della curva di crescita per le esportazioni del settore: +15% rispetto al 2021 con un valore di 124 milioni di Euro.
In Unione Europea il primo mercato di destinazione per l’Aceto Balsamico di Modena è la Germania con circa 20 milioni di Euro. A livello extra UE negli Stati Uniti raggiunge un valore pari a quasi 31 milioni di Euro. Terzo mercato di destinazione la Francia con 9 milioni di Euro.
Aceto balsamico e altri aceti
- % SUI VALORI E VOLUMI (GEN-DIC 2022 VS GEN-DIC 2002) E MKT SHARE A VALORE (2022):
+ INFO: www.federvini.it/