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È sempre vivo il dibattito sugli effetti sulla salute della taurina, ingrediente spesso utilizzato nella produzione di energy drink. Di seguito riassumiamo le risultanze di uno studio scientifico fatto su topi e scimmie che ha evidenziato risultati sorprendenti. Si aspetta, però, una verifica testuale sull’uomo prima di pronunciarsi definitivamente circa i benefici della taurina.

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La ricerca pubblicata sulla rivista Science e guidata da Vijav Yadav, dell’Università Columbia, con la collaborazione di Giorgia di Lorenzo e Francescopaolo Iavarone dell’Istituto Telethon di Genetica e Medicina di Pozzuoli ha indicato come la taurina, un amminoacido prodotto dal corpo umano e noto per essere contenuto in molti alimenti, potrebbe contrastare gli effetti dell’invecchiamento.

Dopo che gli scienziati hanno condotto l’esperimento somministrando ai topi una dose giornaliera di taurina, hanno di seguito pubblicato i risultati sul Journal of Science, evidenziando come la durata della vita dei topi maschi sia aumentata, dopo l’assunzione della taurina, di circa il 10% e per le femmine del 12%.

Taurine may be a key to longer and healthier life
medicalxpress.com/news/2023-06-taurine-key-longer-healthier-life.html A study led by Columbia researchers finds that deficiency of taurine, a molecule produced in our bodies, drives aging, and taurine supplements can improve health and increase lifespan in animals. Video Credit: Columbia University Irving Medical Center Subscribe: www.youtube.com/c/Science-X-Network Join Science X channel to support our mission: www.youtube.com/c/Science-X-Network/join Thank you for helping our YouTube channel reach new heights! Hitting subscribe aids us in our mission to bring you the latest and greatest research news in science, medicine and technology">

 

Ad ogni modo, una risposta concreta per valutare i reali benefici sull’uomo sarà possibile solo con trial clinici specifici, che avranno bisogno di anni per essere completati.

“L’unico modo per determinarlo sarà fare un trial clinico rigoroso, in doppio cieco, su molti soggetti. A differenza di un tipo selezionato geneticamente e la cui vita media è di poche decine di mesi, sull’uomo occorrerà aspettare almeno 30 anni per poterne misurare gli effetti. Un lavoro lungo e costoso, ma che confido sarà il prossimo passo dello studio”, così conclude Fabrizio d’Adda di Fagagn, dell’Istituto di genetica molecolare e dell’Istituto Airc di Oncologia Molecolare.

FONTI: it.euronews.com/
www.ansa.it/

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