Caffetteria, è il momento di rivitalizzare l’offerta. Si riducono i consumi e si moltiplicano i locali: la competizione si fa sempre più serrata. I torrefattori rispondono aumentando l’offerta formativa a vantaggio dei baristi e puntano su cialde e capsule per servire i locali basso vendenti. E’ quanto emerge dall’analisi di Nadia Rossi pubblicata su www.bargiornale.it del 15.10.13
Se è vero che il bar italiano si diversifica sempre più, cogliendo e lanciando nuove tendenze, focalizzate in primo luogo sull’offerta alimentare e sull’intrattenimento, è altrettanto vero che la caffetteria rimane il punto di forza del locale medio, di cui rappresenta un terzo circa del volume d’affari. Nonostante l’ampia eco ricevuta sui media, non ha preso piede l’iniziativa della tazzina low cost (a 50-60 centesimi, per incentivare i consumi). Intanto la domanda cala e l’offerta aumenta. La contrazione dei consumi continua, ma non disincentiva l’apertura di nuove imprese.
In base ai dati forniti da Competitive Data, il 2012 si è chiuso con un -1,1% di fatturato per il caffè al bar. E i dati di InfoCamere segnalano un incremento del numero dei bar, arrivati a 165.948 a giugno 2013, il 3,5% in più rispetto a 12 mesi prima. La presenza di imprenditoria femminile è significativa e in crescita, con 57.038 esercizi (+3,7%), come pure i bar gestiti da stranieri, che risultano 12.700 con un incremento del 12,1% e una decisa concentrazione al Nord, con il 36,2% nel Nord-Ovest, il 33% nel Nord-Est.
In un mercato così difficile, per un gestore è fondamentale tenersi aggiornato e sviluppare competenze e capacità gestionali. Le differenti varietà di caffè, per esempio, offrono un’infinita gamma di possibilità di diversificare la proposta in gran parte inesplorata. Basti pensare alle diverse declinazioni di gusto, aroma e intensità dell’espresso che si ritrovano nelle diverse località italiane.
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