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Oggi 24 luglio si festeggia il “Tequila Day“, una celebrazione nata spontaneamente negli Stati Uniti e poi diffusasi a livello internazionale, dedicata al famoso distillato messicano. La Giornata  del Tequila è un momento per alzare un bicchiere e apprezzare la ricca storia e l’importanza culturale di questa iconica bevanda. Ma come è nato il tequila e come si dovrebbe festeggiare?

Che cos’è il Tequila?

Il Tequila è un distillato che viene prodotto da almeno il 51% di aquamiel fermentata che viene ottenuta dalla parte centrale (detta piña) di Agave Blu (Agave Tequilana o Weber Azul) coltivate in Messico nelle stato di Jalisco e in alcuni comuni degli Stati di Michoacán, Tamaulipas Guanajuato e Nayarit. I produttori di tequila devono ottenere due autorizzazioni, una per la produzione e l’altra per la denominazione di origine. Il distillato ha una gradazione alcolica di 35-55° e viene ottenuto tramite doppia distillazione in alambicco discontinuo. Ci sono vari tipi di tequila. Se il tequila è prodotto al 100% con la fermentazione di zuccheri provenienti dall’Agave Weber Azul è detto “Tequila 100% Agave” ed è considerato un prodotto più pregiato. Mentre se durante la fermentazione sono stati aggiunti altri zuccheri (solitamente provenienti da mais, cereali o canna da zucchero)  viene chiamato Tequila “Mixto” o semplicemente Tequila (in ogni caso almeno il 51% deve essere da Agave Blu).

Il Tequila, inoltre, può essere classificato secondo l’invecchiamento come:

  • Blanco: il più giovane che arriva direttamente dall’alambicco e viene solo diluito per aggiustare la gradazione alcolica.
  • Joven: miscela di tequila Blanco con Reposado
  • Reposado: minimo di 2 mesi di affinamento in botte
  • Añejo: minimo un anno di affinamento in botti di massimo 600 litri di capacità
  • Extra Añejo: minimo 3 anni di affinamento in botti di massimo 600 litri di capacità

Maggiore è il periodo di affinamento in botti e maggiore il colore del liquido sarà scuro.

Per maggiori informazioni: www.crt.org.mx/nuestro-tequila/

Il Tequila può essere prodotto solo nella zona di denominazione d’origine e unicamente con agave della varietà Weber Azul (Agave Tequilana). Il Mezcal, un distillato simile, è invece prodotto con altri tipi di agave e/o in diverse zone di produzione mentre il Sotol è ottenuto dalla pianta di Sotol (Dasylirion Wheeleri), appartenente alla famiglia delle Asparagaceae (come l’agave).

Si dice la Tequila o il Tequila?

Nella lingua originale viene chiamato “El Tequila” al maschile e quindi secondo alcuni la forma corretta di chiamare il distillato è il Tequila. Tuttavia nella maggior parte dei dizionari di Italiano è indicato come sostantivo femminile. Molto probabilmente terminando la parola per “a” è stata italianizzata al femminile in maniera scorretta ma c’è anche da dire che non sempre il maschile e il femminile sono uguali tra italiano e spagnolo (esempio il latte e la leche). Quindi potrebbe essere corretto chiamarlo in entrambi modi.

La Storia del Tequila

La storia del tequila ha radici antiche che risalgono a migliaia di anni fa. L’origine del tequila può essere collegata all’antica bevanda mesoamericana chiamata pulque, che veniva prodotta mediante la fermentazione del succo dell’agave, una pianta spinosa nativa del Messico chiamata anche Maguey dalle popolazioni locali.

Nell’antico Messico, le tribù indigene consideravano l’agave come una pianta sacra e utilizzavano il suo succo per scopi religiosi e altre parti del vegetale per produrre utensili e vestiti. La pianta di Maguey è associata alla dea della mitologia messicana Mayahuel (raffigurata con il corpo fatto di agave) che è la madre dei Centzon Tōtōchtin (400 conigli), le divinità dell’ubriachezza dedite alle feste e moglie di Pahtécatl, dio della medicina, nonché scopritore del Peyote e signore del pulque. Nel corso dei secoli, il processo di produzione del pulque si è evoluto. Tuttora è diffuso in Messico dove è considerato bevanda nazionale insieme al tequila.

Mural de Mayahuel en Ciudad de Tequila, Jalisco México - credits Juan Carlos Fonseca Mata
Mural de Mayahuel en Ciudad de Tequila, Jalisco México – credits Juan Carlos Fonseca MataLicense

La produzione di tequila come bevanda distillata è iniziata con l’arrivo dei conquistadores spagnoli nel XVI secolo. Gli spagnoli portarono con loro tecniche di distillazione provenienti dalla Spagna e iniziarono a distillare il pulque ed a sperimentare con la pianta di agave ottenendo un liquore antico parente del Tequila. Questo distillato era fatto utilizzando la pianta agave e veniva consumato sia come medicina che come bevanda alcolica.

Nel corso dei secoli, il processo di distillazione e produzione del tequila si è affinato, grazie all’introduzione di alambicchi di rame e a una migliore comprensione delle tecniche di fermentazione. Nel 1666, durante il periodo coloniale spagnolo, la città messicana di Tequila fu fondata nella regione oggi conosciuta come Jalisco, diventando un importante centro di produzione di tequila.

Nel corso del XIX secolo, vari produttori si sono stabiliti nella regione di Tequila e hanno contribuito a stabilire le tradizioni e i metodi di produzione che caratterizzano il tequila. Uno dei nomi più noti nell’industria del tequila è José Cuervo, che ha fondato la sua distilleria nel 1758 e che è ancora oggi uno dei marchi più rinomati.

Come si produce il Tequila?

La produzione della tequila inizia con la coltivazione dell’agave blu, una pianta succulenta che troviamo nelle regioni aride del Messico. Non si tratta di un processo semplice o rapido: l’agave richiede infatti diversi anni  per raggiungere la maturità e poter essere utilizzata nella fabbricazione di questa bevanda alcolica. La pianta muore una volta utilizzata per la produzione del tequila. Bisogna quindi procedere a rimpiazzare le agavi utilizzate e aspettare per anni la maturazione.

Durante questo tempo, le piante vengono attentamente monitorate per garantire che crescano in modo sano e siano protette da parassiti e malattie. Una volta raggiunto il punto di maturità, l’agave viene raccolta a mano dai lavoratori locali noti come “jimadores”. Questi esperti lavoratori utilizzano utensili chiamati “coas” per tagliare le foglie spinose dell’agave e rivelare il “cuore” della pianta, o “piña”, che può pesare anche fino a 50 kg.

Le piñas vengono poi cotte per diversi giorni in forni speciali per trasformare i carboidrati complessi in zuccheri semplici. Il succo zuccherino ottenuto viene quindi fermentato e distillato per creare il tequila. Questo processo di fermentazione e distillazione varia a seconda del produttore e del tipo di tequila che si intende produrre. Per alcuni, la fermentazione viene fatta in modo naturale grazie alla presenza di lieviti selvatici nell’aria; altri preferiscono controllare il processo aggiungendo specifiche varianti di lievito. Una cosa però è certa: indipendentemente dal tipo di tequila, la produzione richiede tempo, pazienza e un profondo rispetto per l’arte della distillazione.

Il mercato del Tequila e prospettive di crescita

Nel 2023, il mercato globale del tequila ha raggiunto un valore di circa 16,5 miliardi di dollari, con previsioni di crescita fino a 42,5 miliardi di dollari entro il 2032. Questo rappresenta un tasso di crescita annuo composto (CAGR) dell’11,09%, indicando una robusta espansione del settore. Tuttavia, nello stesso anno, il volume delle esportazioni di tequila è sceso a 401,4 milioni di litri, una diminuzione del 4,2% rispetto al 2022, interrompendo una serie di 13 anni consecutivi di crescita record. Gli Stati Uniti rimangono il principale mercato di esportazione e consumo, con 321,6 milioni di litri importati nel 2023, una riduzione del 5% rispetto all’anno precedente. Altri mercati importanti includono Spagna (8,3 milioni di litri, -7,1%), Germania (8,1 milioni di litri, -21,9%), Francia (6,2 milioni di litri, +16,2%) e Regno Unito compresa Irlanda del Nord (5,5 milioni di litri, +6,8%).

Nel 2023, l’Italia ha importato oltre 4,3 milioni di litri di tequila, classificandosi all’ottavo posto tra i mercati di esportazione del tequila. Questo rappresenta un leggero aumento rispetto al 2022, quando l’Italia aveva importato 4,2 milioni di litri, segnando un anno record con un incremento del 103% rispetto al 2021. La continua crescita delle importazioni italiane riflette un interesse crescente per la tequila di alta qualità e un’espansione della cultura dei cocktail nel paese.

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