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Il presidente di AstraRicerche Enrico Finzi, tornato con piacere e con la simpatia di sempre all’ultimo “GOOD”, la manifestazione enograstonomica della Fiera di Udine, ha illustrato al pubblico quali sono le motivazioni e le spinte (anche interiori e molto personali) che portano al consumo e all’acquisto di un vino piuttosto che di un altro. “Il vino oltre il vino”, o meglio i valori simbolici e intangibili del prodotto vino, sono stati al centro dell’incontro realizzato in collaborazione con il comitato Vinum Loci e la partnership di FriulAdria Crédit Agricole. Il vino – non solo e non tanto come alimento, bensì come patrimonio ed eccellenza di un territorio, ma anche veicolo di relazioni e di valori – non poteva mancare in una manifestazione come Good dove anche Slow Food Fvg ha presentato la Guida “Slowine”.

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Oltre ai dati e alle percentuali statistiche dei consumi raccolte dall’indagine demoscopica, l’intervento di Finzi ha focalizzato alcuni aspetti molto interessanti. Se da un lato negli ultimi decenni è sensibilmente calato il consumo pro capite di vino, dall’altro è aumentato il numero dei consumatori e i nuovi soggetti che hanno generato questo ampliamento del numero di persone che consumano vino; sono le donne che nel giro di un ventennio – così stima l’indagine – raggiungeranno i maschi. Non solo: sono in aumento i giovani che dichiarano di bere vino e questo a discapito di bibite come Coca Cola e altre simili. Non c’è dubbio, come ha sottolineato Finzi, che il consumo di alcol tra i giovani e i giovanissimi vada fortemente contrastato, anche quando questo fenomeno – così come emerge della ricerca – avviene sempre più spesso fuori casa. La dimensione conviviale che il vino ha assunto è molto importante e in netta crescita. Inoltre, si beve sempre meno vino a pranzo (complice anche i ritmo della vita e del lavoro) e molto più spesso a cena e fuori casa.

 Ma da chi accettiamo più facilmente consigli per acquistare e consumare un vino che non conosciamo? Prima di tutto dai famigliari, amici e conoscenti, poi dagli esperti, a seguire dalle guide e poi dai ristoranti e questo a confermare che l’Italia resta un Paese in cui conta ancora molto il passa parola tra la cerchia delle conoscenze più strette. L’indagine ha poi sondato quali sono le regioni che maggiormente si contraddistinguono nel turismo del vino: il primo posto è occupato dalla Toscana mentre il Fvg compare al 6° posto: una posizione “discreta” ma che deve e può fare da pungolo per risalire la classifica, facendo leva sulla qualità dei nostri vini regionali che, sotto questa voce di indagine (la qualità), guadagnano quota e posizioni anche rispetto ai blasonati vini toscani, piemontesi e siciliani.«Una fiera come Good – ha aggiunto infine Finzi – contribuisce senza dubbio ad un sempre miglior posizionamento dei vini Fvg nelle classifiche della conoscenza, dei consumi di qualità e del turismo legato ad un prodotto così antico e così alla moda».A fronte dei risultati ottenuti, frutto di un impegnativo lavoro di squadra, il presidente di Udine e Gorizia Fiere Luisa De Marco ha avanzato l’ipotesi di trasformare l’appuntamento biennale in un evento annuale sottolineando che il settore enogastronomico è uno dei pochi che tiene e cresce in un contesto in cui gli altri comparti economici e produttivi segnano non poche difficoltà.

FONTE: www.ilfriuli.it/articolo/Gusto/Good_chiude_in_bellezza/10/126124

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