Il cambiamento climatico ridurrà la produzione nel settore del caffè e colpirà aree significativamente importanti a causa del surriscaldamento globale e dell’instabilità climatica. Al riguardo, Illy propone una fondazione che finanzi la transizione climatica con partnership tra pubblico e privato. È quanto riferisce un recente articolo del Il Sole 24 Ore (www.ilsole24ore.com).
“Il riscaldamento globale potrebbe ridurre della metà le coltivazioni di caffè Arabica entro il 2050”. A lanciare l’allarme è un nuovo studio pubblicato su Plos One che presenta la prima valutazione globale dell’idoneità del caffè Arabica, dell’anacardio e dell’avocado combinando fattori climatici e impatto sul suolo. Il caffè si è rivelato più vulnerabile ai cambiamenti climatici con impatti negativi significativi in tutte le regioni, principalmente a causa dell’aumento delle temperature.
Ma per affrontare efficacemente il problema del cambiamento climatico nel settore della produzione del caffè si richiedono iniziative di ampio respiro con adeguate risorse finanziarie. Al riguardo Andrea Illy, presidente dell’omonima azienda, in occasione dell’ultima edizione dell’Ernesto Illy International Coffee Award 2023, ha proposto la creazione di una World Coffee Foundation che, attraverso partnership tra pubblico e privato, finanzi la transizione delle piantagioni di caffè verso un’agricoltura a più alta produttività e più resistente al cambiamento climatico.
Spiega Andrea Illy: «I Paesi più piccoli sono quelli più vulnerabili alle conseguenze del cambiamento climatico, ma sono anche quelli che hanno la minore capacità finanziaria per far fronte a questi stessi cambiamenti. Si tratta, inoltre, di Paesi dove è facile incontrare ostacoli amministrativi e giuridici all’investimento. Per questo servono partnership pubblico-private: si tratterebbe di un investimento precompetitivo, per salvaguardare la competitività nell’interesse di tutto il settore. Quello del caffè potrebbe diventare un settore portabandiera di un nuovo modo di fare sviluppo nel mondo».
Ma quanti soldi servirebbero? «Occorrono investimenti nell’ordine di 10 miliardi di dollari nei prossimi dieci anni – sostiene Illy – oggi invece nelle aziende di caffè si investono solo 350 milioni all’anno in sostenibilità: equivale a poco più di 30 dollari per ettaro. C’è bisogno almeno di triplicare questa cifra» Per resistere al cambiamento climatico, le piantagioni di caffè devono investire:
· nell’adeguamento delle pratiche agronomiche dotandosi di sistemi di irrigazione per proteggersi dalla siccità;
· aumentando il numero delle piante adombranti per ridurre la temperatura dei terreni;
· rinnovando le piantagioni stesse con varietà selezionate per essere più resistenti alla siccità e alle malattie portate dall’eccesso di pioggia.
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Altrimenti, il rischio è che la coltivazione del caffè migri verso latitudini o altitudini più elevate, lasciando intere aree del mondo senza reddito. L’altro fronte di investimento è quello nell’agricoltura rigenerativa: «Si basa sull’arricchimento del suolo con carbonio organico, che favorisce la fertilità del terreno e la difesa dai patogeni e, di conseguenza, riduce al minimo il ricorso alla chimica», spiega Illy, che è un grande sostenitore di questa pratica. «Abbiamo cominciato ad applicare questo metodo nel 2019 e oggi il 70% dei nostri produttori lo utilizza».
+ info: www.ilsole24ore.com – journals.plos.org – gruppoilly.it