“Il patrimonio idrominerale dell’Umbria è parte integrante del suo territorio e porta sulle tavole delle famiglie italiane la qualità delle sue acque e del suo ambiente, la sua storia e identità. Nonostante la crisi colpisca anche questo settore, c’è un incremento della produzione che dimostra, insieme alla bontà delle acque minerali, quella delle scelte operate per la loro tutela e valorizzazione”: l’assessore regionale Silvano Rometti riassume così i risultati della relazione sull’utilizzazione delle acque minerali e termali che riporta consuntivi e dati statistici dal 2010 al 2012. Le acque umbre poste in commercio, secondo quanto emerge dalla relazione, sono 19; sono dieci gli stabilimenti di imbottigliamento, presenti a Gualdo Tadino, San Gemini, Orvieto, Nocera Umbra, Acquasparta, Cerreto di Spoleto, Gubbio, Sellano, Massa Martana, Scheggia-Pascelupo”
“Il triennio preso in considerazione – rileva Rometti in un comunicato dell’ente – si caratterizza per un ulteriore aumento di produzione di acque imbottigliate, in controtendenza rispetto al dato nazionale. Si passa dai circa 1.248 milioni di litri del 2010 a oltre 1.365 milioni di litri del 2012, anno in cui la crescita è stata del 2 per cento. A causa della crisi economica, sono i produttori che si rivolgono al mercato di primo prezzo a incrementare i propri volumi. Le acque posizionate in fascia alta di mercato scontano le difficoltà economiche in cui versano i consumatori che, anche non rinunciano al consumo di acqua minerale, scelgono prodotti più economici”.
“Il 2013 si è rivelato un anno complicato – sottolinea Rometti – Aziende storiche, quali Sanfaustino e Tione, hanno attraversato un periodo di fermo produttivo, superato con l’ingresso di nuovi proprietari, mentre per la Sangemini ci sono importanti manifestazioni di interesse che auspichiamo in tempi brevi si concretizzino definitivamente nel passaggio di proprietà necessario per uscire dalla crisi aziendale. L’assessorato all’Ambiente, cui spetta la concessione dell’autorizzazione all’utilizzo delle acque minerali sulla base di un piano industriale ed economico, segue con particolare attenzione lo stato delle trattative. Tutte le strutture regionali sono impegnate a sostenere lo sviluppo produttivo e occupazionale di queste e delle altre aziende del settore, di grande importanza per l’economia dell’Umbria”. I riflessi della crisi si sono fatti sentire anche sotto l’aspetto occupazionale: a fronte di una situazione tutto sommato stabile nel triennio esaminato nella relazione, con 361 occupati diretti nel 2010, si è comunque registrata una contrazione degli occupati che sono diminuiti nel complesso di 24 lavoratori. La stima dei lavoratori dell’indotto è di almeno altrettante unità, impiegate nel trasporto, distribuzione e commercializzazione del prodotto, oltre ai lavoratori stagionali assunti con contratto a termine nei periodi di maggior produzione.
Per spronare ripresa e sviluppo, agli investimenti per interventi di tutela e salvaguardia del patrimonio idrominerale e termale, con risorse assegnate ai Comuni, la Regione ha aggiunto interventi mirati per il recupero di sorgenti di acque termali chiuse da anni e due marchi istituzionali, “le acque dell’Umbria” per la promozione delle acque minerali imbottigliate ed “essere bene” per le acque termali. “Puntiamo sulla maggiore promozione delle acque minerali e termali del ‘cuore verde d’Italia’ sull’intero territorio nazionale – afferma Rometti -. A questo scopo e’ stata anche costruita una App per I-phone e I-pad, nell’ambito del progetto di comunicazione ‘Umbria App’, dedicata al settore delle acque minerali e termali. Oltre a spiegare le caratteristiche di ciascuna acqua minerale o termale umbra, consente di individuare i territori in cui queste acque sgorgano e di visitarli in un viaggio virtuale”.
Fonte: www.agi.it/perugia/notizie/201312191331-cro-rt10140-regioni_nasce_marchio_le_acque_dell_umbria