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Serata ricca di fascino al Palazzo del Touring Club di Milano martedì 26 marzo 2024, per conoscere da vicino i vini del Domaine Alexandre Bonnet, con il loro approccio storico e culturale. Non solo degustazione dei vini davvero molto interessanti, ma spazio al cortometraggio Les Riceys en Champagne, che racconta il territorio, protagonista della rinascita della Cote des Bar. Passione, comunità, radici, uno spirito autentico che poi si ritroverà anche nel bicchiere, in grado di apportare alle Cuvées più nobili del sud della Champagne un valore inestimabile, una delle zone tra le più ricercate della regione attualmente.

Un omaggio del Domaine Alexandre Bonnet al suo terroir, dopo un anno di riprese che ha coinvolto tutta Les Riceys. Tre villaggi, una comunità unita e una storia che parla di vite, con la tradizione della Borgognona si fonde con il microclima del sud della Champagne e il suo animo sauvage, per un prodotto unico nel suo genere. “Nel nostro modo di fare vino e nella nostra cultura ci sono molti elementi che richiamano alla Borgogna, visto che questo territorio sino a qualche centinaia di anni fa faceva parte della Borgona”– racconta Arnaud Fabre, alla guida del Domaine dall’agosto 2019. Grazie a un italiano praticamente perfetto e ad una vasta esperienza in campo vinicolo, Arnaud Fabre ha condotto in maniera magistrale la serata, comunicando in maniera diretta un territorio eccezionale come quello di Les Riceys, il più grande comune viticolo della Champagne, con le sue tre D.O.C. (Champagne, Coteaux-Champenois e Rosé des Riceys). “A Les Riceys abbiamo tutto quello che si può desiderare, storia, territorio, persone, che sono la vera anima della nostra regione, una comunità che lavora per continuare a promuovere nel mondo una zona fantastica”.

Arnaud Fabre, President Domaine Alexandre Bonnet

Un territorio a lungo sospeso tra le regioni della Champagne e della Borgogna, il borgo di Les Riceys mantiene il savoir-faire e l’eredità culturale di quest’ultima combinandolo ad un terroir e ad un microclima unici, con suolo calcareo diverso rispetto al gesso. Una ricca storia familiare vitivinicola, iniziata nel 1934, fa da sfondo al Domaine, che omaggia la Champagne. “Lavoriamo circa 50 ettari vitati con una produzione che si attesta annualmente su circa 200/250.000 bottiglie, chi conosce le rese della Champagne capisce bene che siamo al di sotto della nostra capacità produttiva massima, perché utilizziamo solamente la prima spremitura, il resto lo vendiamo. Abbiamo poi la fortuna di avere un vitigno eccezionale come il Pinot Nero che rappresenta circa il 90% della produzione, un uvaggio eccezionale che dà ottimi risultati nei vini ma che soprattutto è quello che si è meglio adattato al nostro clima”.

La degustazione vede in mescita quattro etichette rappresentative del Domaine.  Si parte con un Rosé, 100% Pinot Noir, questo rosé, assemblaggio di uve di diversi contrées della proprietà, esprime la generosità del Pinot Nero di Les Riceys. A seguire un Blanc De Noirs, un assemblaggio di vari Pinot Noir provenienti da diverse contrées del Domaine, l’espressione fine e fruttata del terroir di Les Riceys, entrambi i vini esprimono la versatilità del Pinot Noir e l’essenza della Maison, vini eleganti, fini ed equilibrati, non viene usato il legno per la fermentazione ma l’acciaio per dare maggiore precisione. Spazio poi all’etichetta 7 Cépages, una Cuvée unica dei 7 vitigni storici della Champagne coltivati nella stessa contrée, La Géande, “un caleidoscopio di consistenze e sapori” lo definisce Arnaud Fabre, l’etichetta bandiera del Domaine Bonnet. Come esempio di vino fermo invece è la volta del Rosé La Foret, erede della lunga storia bourguignonne che evidenzia la ricchezza del terroir con tre denominazioni che fanno ritorno alla sua espressione più profonda.

Vini che hanno un posizionamento medio-alto in Francia e nel resto del mondo, con una quota dell’80% della produzione che prende la via dell’export, in mercati strategici come Usa, Giappone, Corea, Europa dove trovano spazio anche in Italia grazie al lavoro di distribuzione di Sarzi Amadè.Il legame con l’Italia è speciale grazie al nostro importatore Sarzi Amadè che fa un ottimo lavoro sul posto. Sono dei vini gastronomici, che si abbinano bene al cibo per tutti coloro che hanno voglia di giocare e sperimentare, gli italiani hanno un palato molto evoluto come noi francesi, hanno la capacità di capire il valore che sta dietro a questi prodotti che sono un lusso accessibile, sono magari un po’ più cari rispetto ad altri competitor, ma non sono uno Champagne da discoteca”. Chiosa finale anche sul tema del cambiamento climatico, che non sta facendo male alla zona di Les Riceys e sulla situazione geo-politica. “Qualche grado in più e meno pioggia ci hanno regalato delle ultime vendemmie molto interessanti, dobbiamo capire che ci troviamo a nord quindi il cambiamento climatico sta giovando a questi vini, anche se la situazione va monitorata. Rispetto alla situazione attuale la nostra è una generazione che da sempre si è confrontata con periodi di crisi, finanziarie o politiche. Noi cresciamo anno su anno, le persone magari stanno un po’ più attente ma si tolgono comunque qualche sfizio, anche se è chiaro che speriamo che torni la pace in zone dove c’è la guerra”.

+ info www.alexandrebonnet.com; www.sarziamade.it

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