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Durante il Vinitaly 2024 sarà presente per la prima volta una grande novità, un padiglione tutto dedicato alla birra artigianale da filiera agricola. X-cellent Beers: 800 metri quadri interamente dedicati alla bevanda di Cerere.

 

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Birrifici da tutte le regioni Italiane presenteranno i loro prodotti sotto il cappello del Consorzio Birra Italiana, la prima alleanza produttiva su scala nazionale tra produttori di luppolo, cereali, malterie e birrifici indipendenti. Sono previste degustazioni guidate di birre artigianali anche abbinate a prodotti del territorio. In particolare, animerà il padiglione lo spazio dedicato al pairing con la pizza farcita prodotta con farine da filiera agricola italiana. Malti d’orzo coltivati nel sud e nel centro Italia, luppoli dal Veneto, dall’Abruzzo, dall’Emilia Romagna, grani antichi dalla Liguria, Umbria, Campania e Sicilia si miscelano con i prodotti del territorio come il riso carnaroli del Piemonte, la castagna della Garfagnana, i fichi del Cilento e le arance di Sicilia in oltre mille birre speciali per raccontare la ricchezza e la biodiversità della tradizione Made in Italy.

 

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Si parlerà inoltre di turismo brassicolo, fenomeno in grande espansione che interessa un turista su 5. Il numero di turisti che si definiscono enogastronomici è passato dal 21% del 2016 al 58% del 2023 con una crescita del 37% È quanto emerge dalla prima indagine del Consorzio della birra artigianale italiana diffusa in occasione del Vinitaly dove il Consorzio nel Padiglione I ha raccolto produttori di eccellenza con birre 100% italiane per raccontare il proprio territorio in un bicchiere. Negli ultimi tre anni, nonostante la pandemia, quasi un viaggiatore su cinque ha visitato un birrificio o ha partecipato a un evento legato alla birra. In particolare, il 21% dei turisti di sesso maschile ha visitato uno stabilimento di produzione di birra, mentre tra la popolazione femminile la percentuale scende al 17%.

Cosa si aspetta un turista nel corso di una visita in birrificio: 2/3 intervistati considerano fondamentale l’abbinamento tra la birra prodotta all’interno dell’azienda e i piatti del luogo (65 % del campione). In tal senso il Consorzio Birra Italiana, lo scorso Agosto 2023, ha promosso un evento di portata nazionale, Luppoleti Aperti 2023, per avvicinare i consumatori e i turisti alla filiera agricola della birra artigianale italiana. Il Consorzio Birra Italiana rilancia l’evento annunciando l’arrivo di Birrifici Aperti, un evento nazionale di promozione dei birrifici da filiera agricola italiana.

 

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E il turismo da birra sceglie gli agriturismi. Sono tanti, infatti, i viaggiatori che preferiscono sostare in uno dei 2.500 agriturismi di Campagna Amica promossi da Terranostra, utilizzati come base di partenza per poi visitare i birrifici della zona: “Il brassiturismo – spiega Dominga Cotarella, presidente di Terranostra – è un fenomeno in grande crescita che mira a valorizzare una produzione agricola in espansione nel nostro Paese. Unire il piacere di sperimentare nuovi birrifici, con l’esperienza di ospitalità contadina dei nostri agriturismi, credo sia una miscela vincente che nel tempo può essere rafforzata con diverse attività congiunte su cui stiamo lavorando insieme al Consorzio anche finalizzate alla promozione dei prodotti del territorio”.

La biodiversità che caratterizza la birra artigianale italiana, rendendola unica e apprezzata in tutto il mondo, è infatti un patrimonio che va tutelato partendo proprio dalle materie prime che offrono i territori – spiega il Consorzio – come i grani Biancolilla, Timilia, Saraolla, Risciola, Senatore Cappelli, Perciasciacci e Russello sono solo alcune delle varietà di cereali coltivate in Italia ed utilizzate per produrre birra o come le differenti varietà di luppolo che donano profumi e sentori diversi alla birra a seconda del luogo di coltivazione, dal sentore floreale a quello erbaceo piuttosto che l’aroma di frutta tropicale. Ad arricchire le produzioni Italiane – spiega il Consorzio – troviamo la ricchezza del nostro territorio: carrube, scorze di mandarino di Ciaculli o limone di Sorrento, fichi del Cilento, mirto di Sardegna, Pompia sarda, castagne degli Appennini, canapa ed altri ingredienti che gli artigiani della birra nazionale hanno scelto per raccontare il proprio territorio.

La filiera della birra artigianale italiana conta infatti 1182 attività produttive in tutto il territorio nazionale che, dal campo alla tavola, danno lavoro a circa 93.000 addetti, per una bevanda i cui consumi sono destinati quest’anno a superare il record storico di circa 38 litri pro capite per un totale – spiega il Consorzio – di 2,2 miliardi di litri generando un volume di fatturato che, considerando tutte le produzioni, vale 9,5 miliardi di euro. A fare da traino – continua il Consorzio – sono le birre artigianali realizzate con l’utilizzo di ingredienti particolari, non pastorizzazione nè microfiltrate per esaltare la naturalità di un prodotto apprezzato da tutte le fasce di età, con i giovani che sempre più cercano la degustazione di qualità più che di quantità. 2 boccali su 3 riempiti con produzioni nazionali, secondo il Consorzio della birra italiana, nato con l’appoggio di Coldiretti per rappresentare il meglio delle produzioni artigianali della penisola.

La scelta della birra come bevanda – continua il Consorzio – è diventato negli anni sempre più raffinato e consapevole con specialità altamente distintive e varietà particolari. Si tratta di produzioni molto spesso realizzate da giovani con profonde innovazioni come la certificazione d’origine a chilometro zero, il legame diretto con le aziende agricole, la produzione di specialità altamente distintive o forme distributive innovative come i “brewpub” o l’apertura di banchi presso i mercati degli agricoltori di Campagna Amica.

Si stanno creando anche nuove figure professionali – evidenzia il Consorzio – come il “degustatore professionale di birra” che conosce i fondamentali storici dei vari stili di birre ed è capace di interpretarne, tramite tecniche di osservazione e degustazione, i caratteri principali di stile, gusto, composizione, colore, corpo, sentori a naso e palato e individuarne gli eventuali difetti, oltre a suggerire gli abbinamenti ideali a tavola. Non mancano neppure addetti coinvolti nello sviluppo del turismo con il progetto di creare almeno una strada della birra in ogni regione d’Italia per esaltare la scoperta dei territori e delle produzioni locali.

Un sistema di qualità e varietà delle produzioni che però – continua il Consorzio – è minacciato dai cambiamenti climatici con siccità ed eventi meteo estremi che, nel 2023, hanno fatto segnare un -40% nel raccolto di orzo da birra rispetto al 2019. Mentre l’omologazione e la standardizzazione delle produzioni a livello internazionale mettono a rischio – conclude il Consorzio – anche gli antichi semi della tradizione italiana sapientemente custoditi per anni da generazioni di agricoltori.

+info: www.consorziobirraitaliana.it

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