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Nell’ambito del settore soft drinks le bevande naturali a base di frutta rappresentano la categoria più nobile, in quanto la presenza significativa di frutta dovrebbe dare al prodotto una migliore connotazione nutrizionale e salutistica. Si tenga conto che una parte dei consumi di succhi avviene con prodotto non confezionato (quindi al di fuori del circuito dell’industria di imbottigliamento); il riferimento è alle spremute di frutta fatte direttamente dai consumatori a casa propria o dai barman nei locali di mescita partendo dalla frutta fresca; queste volumi, in quanto non riferiti a prodotto industriale-imbottigliato non vengono conteggiati nel valore del mercato industriale. In ogni caso bisogna inquadrare il consumo delle bevande fruttuose nel più ampio contesto dei consumi di frutta che possono avvenire per l’appunto in forma liquida (succhi, nettari e fruit drinks) o in forma solida (frutta fresca).

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Secondo le indicazioni estimative di Global Drinks, la produzione ed il consumo mondiale di succhi, nettari e altre bevande naturali a succo (fruit drinks) preconfezionati sono valutabili per il 2012 complessivamente in ca. 61,5 miliardi di litri, con un tasso di incremento medio negli ultimi anni intorno all’1,5%. Il consumo pro-capite medio a livello mondiale è stimabile intorno agli 8,8 litri/anno, ma con notevoli diversità tra le varie regioni e i vari Paesi.

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Annuario Acquitalia Acque Minerali Beverfood.com acquista ora o scarica gratis il pdfTIPOLOGIE PRODOTTI
All’interno del settore bevande frutta, i succhi interi (100% di frutta) hanno storicamente rappresentato la tipologia di maggior peso con il 39% del totale e 3,4 litri/anno di consumo pro-capite medio. In considerazione però di un trend più statico rispetto alle altre categorie, i succhi sono stati ora raggiunti e superati in termini di volumi consumati dai “Fruit Drinks” che hanno un minore tenore di frutta (meno del 25%).

La gran parte dei succhi interi è rappresentata da succhi di frutta a lunga conservazione ottenuti per diluizione di succhi concentrati. L’Europa per la gran parte dei succhi di frutta è deficitaria di materia prima. Secondo le valutazioni AIJN, nella UE il succo più consumato (arancia) è alimentato per due terzi da importazioni di concentrati dal Brasile. L’UE assorbe inoltre più della metà delle esportazioni di concentrati di ananas thailandese e, dopo gli Stati Uniti, è la seconda fonte classificata dei proventi delle esportazioni per i produttori cinesi di concentrato di mela. Circa il 96% del succo concentrato di pompelmo importato nell’UE proviene da cinque mercati: in primis Israele, seguito da USA, Cuba, Messico e Sud Africa. Ecuador è la principale fonte di puree di frutto della passione. Quasi tutte le puree di mango provengono dal Sud-Est Asiatico, soprattutto India e Pakistan. Il succo concentrato di Cranberry è principalmente proveniente da Stati Uniti, dove sono coltivati circa due terzi dei mirtilli del mondo. Pesca e guava provengono da diversi mercati tra cui Cina, Turchia e India e -per il guava- anche la Malesia.

Nel comparto succhi 100% si sono sviluppati negli anni recenti i c.d. “succhi freschi” (“Chilled Juice), ottenuti dalla spremitura immediata dei frutti ovvero da succhi congelati, senza far uso di concentrati. Questa prodotti conservati e distribuiti a temperature refrigerate, sono posizionati su fasce di prezzo più alte; ha ottenuto un certo successo solo in alcuni mercati evoluti come quelli della UE, dove secondo le indicazioni AIJN peserebbero per ca. il 20% del totale succhi interi.

Nell’ambito delle bevande al 100% di frutta si collocano infine i c.d “smoothies” (“frullati”), ottenute da frutta centrifugata con una caratteristica consistenza e morbidezza, grazie alla elevata presenza di purea e pasta di frutta. Queste bevande rappresentano ormai quote significative del settore bevande alla frutta nei mercati nord-americani e stanno avendo un buon successo anche in alcuni mercati nazionali europei, ma hanno valori insignificanti nella maggior parte degli altri mercati nazionali.

Il comparto nettari (tenore in frutta tra 25 e 99%) è minoritario: poco più del 21% del totale bevande frutta, pari a 13,3 miliardi di litri per un pro-capite medio mondiale di 1,9 litri/anno. Tuttavia i nettari sembrano mostrare una dinamica di crescita più favorevole rispetto ai succhi interi.

A partire dagli anni ’70 sono state sviluppate altre bevande fruttuose naturali con un contenuto inferiore al 25% di frutta (i c.d. fruit drinks ). Queste bevande naturali a base frutta hanno espresso nel 2012 un consumo mondiale intorno ai 24,3 miliardi di litri, pari ad un consumo pro-capite di 3,5 litri/anno e, indubbiamente, hanno rubato spazio ai tradizionali succhi e nettari aventi un più alto contenuto di frutta. Tutte le tipologie di base delle bevande fruttuose possono a loro volta comprendere delle specialità funzionali (cioè arricchite con vitamine, sali, fibre, ecc), che stanno registrando una buona affermazione di consumo in tutti i principali mercati nazionali, anche se rappresentano dei segmenti ancora di limitata dimensione.

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RIPARTIZIONE GEOGRAFICA DEI CONSUMI
La ripartizione geografica dei consumi evidenzia un netto distacco di consumi tra le aree più ricche e quelle più povere, con un’evidente correlazione tra reddito disponibile e consumi. Le aree geografiche opulente (Nord America ed Europa Occidentale), pur rappresentando solo il 13% del totale popolazione, assorbono oltre la metà dei consumi mondiali di bevande fruttuose, con valori pro capite notevolmente più alti rispetto alle aree del terzo mondo, che, tuttavia, sono quelle con potenziali di crescita maggiori. La differenziazione dei consumi pro-capite non dipende solo dai diversi livelli di reddito disponibile ma anche da specifiche abitudini di consumo, da verificare in correlazione con il consumo di frutta fresca.

Tabella2

In termini assoluti i due mercati nazionali più grandi sono USA e Cina che assieme assorbono oltre il 40% del totale bevande a base frutta consumate in tutto il mondo. Il mercato statunitense vale 12,4 miliardi di litri di succhi, nettari e altre bevande frutta, con un pro-capite complessivo di ca. 40 litri/anno. Il Messico, con 2,7 miliardi di litri e 23,5 litri/anno di consumo pro-capite è il secondo più grande mercato del continente americano e il 5° nella classifica mondiale. Il Brasile, la principale potenza economica dell’America Latina, non viene segnalato tra i Paesi alto consumanti di succhi e bevande frutta industriali, ma va segnalato come il principale paese produttore ed esportatore di succhi concentrati.

La Cina, grazie ad un trend più positivo, dovrebbe aver ormai raggiunto e superato il mercato statunitense in termini quantitativi con 12,6 miliardi di litri di bevande frutta, ma con un pro-capite di poco superiore ai 9 litri anno. Va sottolineato che la Cina è oggi il più grande mercato al mondo nella categoria Fruit Drinks, assorbendo un terzo del totale volumi globali di questa categoria. In Asia sta emergendo anche il mercato indiano che, con 2 miliardi di consumi complessivi di bevande fruttuose, si colloca già all’8° posto nella classifica mondiale, ma che in considerazione del bassissimo livello del pro-capite è destinato a crescere ulteriormente con tassi superiori alla media e quindi a scalare la classifica mondiale. Il terzo più grande mercato asiatico nel settore bevande frutta è quello giapponese con 1,6 miliardi di consumi e 12,7 di valore pro-capite.

In Europa il mercato principe nel settore dei succhi e bevande frutta è la Germania, che con 3,4 miliardi di litri di consumi complessivi, si colloca al terzo posto nella classifica mondiale. A livello di consumi pro-capite la Germania si pone ai vertici mondiali , assieme a USA, con un consumo pro-capite di oltre 40 litri/anno. L’industria tedesca delle bevande di frutta fa riferimento ad un apparato di ben 380 aziende produttrici, con 7.500 addetti e un giro d’affari complessivo di 3,9 miliardi di euro (dati VDF De). Nell’Europa dell’Est spicca il mercato russo che – con ca. 3,1 miliardi di litri – occupa la quarta posizione nella top ten dei mercati nazionali ed esprime un consumo pro-capite (21-22 litri/anno) in linea con la media dei paesi dell’Europa occidentale. Gli altri principali mercati europei sono UK (2,2 m.di/l), Francia (2,1 m.di/l) e Spagna (1,6 m.di/l)

A cura di Marco Emanuele Muraca
Per un’ampia panoramica sui mercati delle bevande analcoliche si rimanda all’annuario BEVITALIA
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