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L’estate romana è sempre più hot in termini di nuove aperture. Il nome caldo delle ultime ore è Wunderkong, il cocktail bar nato dal progetto di due dream team: Wunderbar, il brand di Aldo Nascimbeni, nato nel 2019 come salotto e secret bar mentre il secondo è semplicemente Drink Kong, il cocktail bar più famoso d’Italia  che occupa il 21° posto nel ranking internazionale del World’s 50 Best Bars.

La location ha un fascino unico, è ubicata infatti nel sontuoso Giardino Aldrovandi della Galleria Nazionale d’arte moderna e contemporanea di Valle Giulia. Uno dei musei più cool della Capitale con le esposizioni permanenti e temporanee di capolavori artistici secondo il fil rouge “Time is out of Joint”. Scritta che campeggia nel pop up garden ad indicare la destrutturazione temporale della società contemporanea e la sospensione dalla linearità razionale degli eventi.

Per sfuggire all’afa opprimente dell’estate capitolina basta dunque attingere alle proposte della drink list firmata da Patrick Pistolesi. 45 anni, romano con origini materne irlandesi, è oggi tra i bartender italiani più celebri sul pianeta, una vera e propria star della miscelazione, che vanta un’esperienza quasi trentennale nella mixology oltre ad essere proprietario a Roma del famoso “Drink Kong”.

Di ogni cocktail sono descritti, oltre agli ingredienti, il bicchiere di servizio e le caratteristiche. Ognuno può scegliere in base al grado di “bitter”, “sweet” e “acid” che gradisce, valutando anche il cosiddetto “fattore Kong”, la creatività che li contraddistingue. Le alternative sono tutte imperdibili, si va dal “Big Trouble in Oaxaca” con Casamigos Blanco, Casimogos Mezcal, liquore all’ananas, Midori, Ancho verde, limone e sciroppo di zucchero, al “Lotus” con Tanqueray Ten, liquore allo zenzero, lime, sciroppo di zucchero, albume, liquore al sambuco, passando per il “Prisma”, con Vodka Ketel One, Italicus, Liquore allo zenzero, Tassoni ginger Ale. Non mancano proposte alcohol free quali il Lato 2.0 con Tanqueray 0,0, sciroppo al cocco, lime e top di soda al pompelmo.

Big Trouble in Oaxaca
Big Trouble in Oaxaca

Come spiega Patrick Pistolesi: “Wunderkong è nato da una fusione fra due realtà romane di calibro internazionali che cercano di valorizzare da sempre il territorio capitolino. Drink Kong si è posto fin dall’inizio l’ambizioso obiettivo di collocare Roma sugli scenari mondiali del “buon bere”, e con orgoglio possiamo dire di aver traguardato l’obiettivo. Wunderbar e tutto il Gruppo Mirador si muovono con le stesse finalità grazie anche a location suggestive e di indubbio fascino”.

Mirador Group è una società specializzata in investimenti, consulenza e gestione nei settori food beverage-entertainment che fa capo ai nomi di Aldo Nascimbeni e Riccardo Sargeni, ideatori di progetti di food – beverage – entertainment da oltre 20 anni

“Quando ci è stato proposto di lavorare in questo posto contiguo alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, – continua Pistolesi – non ho avuto dubbi nell’accettare perché si lega tantissimo al nostro modo di essere, alla nostra creatività e come lavoriamo. Il nostro impulso è stato quello di rendere questa location davvero speciale grazie ad un’offerta di cocktail di livello affiancato da un servizio svolto da un personale motivato e assolutamente competente”.

L’incontro con Pistolesi è stata anche l’occasione per fare il punto sugli ultimi trend del “bere” nel nostro Paese. “La mixology sta andando in una direzione giusta,  ormai gli italiani stanno iniziando a conoscerne tutti i segreti nella accezione più ampia. Prima i cocktail erano fondamentalmente legati a luoghi esclusivi. Inizialmente i grandi hotel e successivamente gli speakeasy. Tutti luoghi difficilmente accessibili da un pubblico normale a meno che non fosse ben informato. Ora grazie al lavoro di vari cocktail bar dislocati in tutta Italia si è finalmente sdoganato questo nuovo modo di bere. Quindi il futuro sarà contrassegnato da una maggiore conoscenza, divulgazione e da un pubblico molto esperto in grado di apprezzare non solo i classici ma anche i drink preparati appositamente per alcuni locali o per eventi esclusivi. Il consumatore è diventato più esigente, il che è una conseguenza di tutti quei fenomeni che diventano di gran moda. Penso al successo del vino naturale o  delle varie cucine etniche presenti in una città così ricca di tradizione come Roma dove vi sono peraltro tanti capisaldi della gastronomia italiana. Il discorso della mixology nel nostro Paese è importante perché gli italiani hanno sviluppato una alta competenza, un palato raffinato e sono in grado di comprendere ciò che è buono e ciò che non lo è. Sono persone molto preparate a livello sensoriale e di gusto, si informano molto bene, si appassionano molto, e questo fa parte della nostra indole, perché siamo passionali e curiosi. Personalmente sono molto felice di tale esito, io questo mondo così pieno di sperimentazioni lo sognavo da ragazzo e finalmente lo vedo concretizzato. Sono al lavoro su questa scena da ventisei anni e posso tranquillamente affermare che ne sono stati compiuti grandi passi da quell’epoca per certi versi pionieristica”.

Patrick Pistolesi
Patrick Pistolesi

Interessante anche l’analisi per distillato. “Il fenomeno del gin – evidenzia Pistolesi – è stabilizzato, diciamo che è un segmento un po’ overcrowded, tutti vogliono avere una propria bottiglia di gin. Non credo che ce ne siano troppi, piuttosto è più un discorso legato alla moda, c’è una riscoperta rispetto a ad anni fa dove tutti conoscevano solo due o tre brand.  Quando ero giovane bastava avere Tanqueray, Bombay e Gordon per avere un gin bar, mentre adesso se non hai almeno duecento bottiglie di gin non sei nessuno. Idem il tequila. Negli anni novanta non aveva grande appeal, oggi tutti stanno scoprendo il fantastico mondo dell’agave. E con un pubblico preparato posso finalmente alzare l’asticella del prodotto. Sono anche un grande amante dell’Oriente. Un altro fenomeno in notevole ascesa. Rappresento il whisky giapponese in Italia e ne vado orgoglioso. Il Sol Levante mi piace perchè ha un’attenzione al dettaglio fuori dal comune. Sta arrivando anche il shochu in maniera propositiva e credo che la gente lo apprezzerà sempre più.  Invece alcuni spirits sono in flessione nel gradimento del pubblico. Penso a Cognac e Armagnac che in realtà sono sempre stati di nicchia. Distillati che rientrano in un ambito familiare con una legacy da grande hotel. Si portano dietro un certo tipo di pubblico e personaggi che hanno un vissuto storico. Mentre noto con dispiacere ad oggi una mancanza di grande attenzione verso il rum. Un prodotto fantastico di cui il nostro Paese vanta grandi importatori come Luca Gargano con Velier. A differenza del whisky, il rum ha un appeal totalmente differente. Noi italiani abbiamo avuto un grande grande amore per il rum ma forse non eravamo pronti. Gli anni ’90 sono stati caratterizzati da rum e cola, mojito, dal rum e lime, rum e cioccolata. Era forte la suggestione di Cuba. Poi il mercato è cambiato molto ed è rimasto confinato all’ambiente tiki, sebbene per quanto riguarda la degustazione c’è sempre l’amante che non manca di richiedertelo. Parliamo di un universo dal grande fascino, i rum bianchi, gli agricole, ultimamente non sono valorizzati abbastanza”.

Un fenomeno in grande ascesa è quella dei drink analcolici. “La cosa bella è far qualcosa di sexy per chi per qualsiasi motivo, guida, dieta o altro, non può bere alcool – sottolinea Pistolesi – La miscelazione accattivante si fa con ingredienti importanti, cordiali homemade per rendere affascinante anche il cocktail lowABV o del tutto analcolico. Questa tipologia di drink la riteniamo perfetta come pairing per il food. Personalmente studiamo gli abbinamenti che meglio possano esaltare i sapori presenti nei piatti. In fin dei conti in Italia veniamo fuori da una lunga tradizione di cocktail “leggeri”, basti pensare al vermouth e soda, al Garibaldi o all’americano stesso”.

Il Wunderkong sarà aperto tutti i giorni fino al party di chiusura previsto per il 5 ottobre, come locale da aperitivo a cocktail bar per il dopo cena, con kitchen bites, piccole ricette gastronomiche fusion composte principalmente da differenti proposte di bao e spring rolls oltre ai vini alla mescita curati da Lorenzo Mancusi e una programmazione musicale con Dj e live band nazionali e internazionali. Per quanto riguarda il progetto artistico musicale è stata attivata una partnership con Sena Pallero del Club Akasha Las Dalias Ibiza che invierà dalla “isla” guest dj indipendenti. Prevista in calendario anche una collaborazione con New York e Londra e rispettivamente con Coleman Feltes, dj del The Box di NY, Mc Kittrick hotel, Standard hotel e la live band Smooth Sailors di Londra.

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